venerdì, 26 Luglio 2024
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RINVENUTI RESTI DI ACQUEDOTTO ROMANO NEI PRESSI DI CORINTO

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Un team di archeologi del Ministero della Cultura e dello Sport greco ha portato alla luce una parte di uno dei più grandi progetti idraulici del mondo antico: l’acquedotto che l’imperatore romano Adriano costruì per fornire acqua alla città di Corinto.

I resti dell’acquedotto sono stati scoperti durante gli scavi presso il sito archeologico di Tenea, un’antica città greca a poche miglia a sud di Corinto. Adriano, che governò l’Impero Romano dal 117 al 138 d.C., ordinò la costruzione dell’acquedotto per trasportare l’acqua per più di 80 chilometri, dal Lago Stymphalia sulle colline a ovest della città.

Gli acquedotti erano già conosciuti in Grecia, e anche Adriano ne fece costruire uno per fornire acqua ad Atene, ma l’acquedotto di Corinto è menzionato dagli scrittori antichi come un’opera monumentale.

La sezione riscoperta è lunga poco più di 30 metri e corre da nord a sud lungo parallelo a un fiume. È costituito da un canale coperto da una volta a botte, tutto realizzato in pietra e malta. Le pareti esterne sono alte più di 3,2 mt e lo spazio interno in cui scorreva l’acqua è largo circa 60 centimetri e alto 1,2 mt.

Corinto era una delle grandi città dell’antica Grecia. Si trova a circa 70 km a ovest di Atene, sul lato opposto del grande istmo che collega la penisola del Peloponneso al resto della Grecia.

Gli archeologi hanno inoltre annunciato la scoperta, a Tenea, di un complesso edilizio databile dal periodo Tardo arcaico (all’incirca dall’VIII al V secolo a.C.) fino al periodo ellenistico (all’incirca dal II al I secolo a.C.), in cui sono stati identificati luoghi di culto di eroi o di divinità greche.

Hanno anche trovato in tesoretto di 29 rare monete d’argento accanto a un altare portatile di argilla, oltre a un vaso in miniatura e una statuina di un cavallo e un cavaliere. Le monete risalgono alla fine del VI secolo a.C. e includono alcune delle monete greche antiche più rare mai trovate, tra cui tre stateri d’argento coniati ad Olimpia durante diversi antichi Giochi Olimpici, che allora erano una festa religiosa celebrata ogni quattro anni. Le monete erano legate all’uso religioso del sito.

Gli ultimi scavi hanno portato alla luce anche strutture costruite durante il primo periodo della dominazione romana, dopo il I secolo a.C., tra cui fornaci e un frantoio, una necropoli di epoca romana con elaborate tombe in pietra e resti di un insediamento preistorico che si ritiene provenga da l’Età del Bronzo, all’incirca dal 2600 al 2300 a.C., molto prima della leggendaria caduta di Troia, che si suppone sia avvenuta intorno al XII secolo a.C.

I manufatti di questo primo insediamento includevano strumenti di ossidiana, figurine di animali e grandi quantità di ceramiche pregiate. Gran parte della ceramica è stata importata dalle aree greche di Egina, Attica, Argolide e Corinto, a dimostrazione dei contatti commerciali che l’insediamento aveva stabilito con queste aree.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

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