lunedì, 29 Aprile 2024
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PARZIALMENTE DECIFRATO SISTEMA DI SCRITTURA KUSHANA, DALL’ANTICO TAGIKISTAN

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L’Impero Kushana, esteso tra il I e il III secolo d.C. dal Tagikistan al Mar Caspio e all’Afghanistan fino alla Valle del Gange, fondato da tribù yuazhi provenienti dalla Cina, è stato uno degli stati più influenti del mondo antico.

Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Linguistica dell’Università di Colonia ha parzialmente decifrato il sistema di scrittura kushana, gettando una nuova luce sulla sua storia dell’impero. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Transactions of the Philological Society.

Il team di ricercatori di Colonia è riuscito a decodificare quella scrittura che ha sconcertato gli studiosi per oltre settant’anni, la “scrittura kushana “. Per diversi anni, Svenja Bonmann, Jakob Halfmann e Natalie Korobzow hanno esaminato fotografie di iscrizioni trovate in siti e sulla ceramica provenienti da vari paesi dell’Asia centrale. Lo scorso marzo hanno annunciato la loro parziale decifrazione della sconosciuta scrittura kushana in una conferenza online dell’Accademia delle scienze della Repubblica del Tagikistan.

Attualmente è possibile leggere circa il 60 percento dei caratteri e il gruppo sta lavorando per decifrare i caratteri rimanenti.

La “scrittura kushana” era un sistema di scrittura in uso in alcune parti dell’Asia centrale tra il III secolo a.C. circa e l’VIII secolo d.C. Può essere associata sia ai primi popoli nomadi della steppa eurasiatica, come gli Yuèzhī, sia alla dinastia regnante dei Kushana.

I Kushana fondarono un impero che, tra le altre cose, fu responsabile della diffusione del buddismo nell’Asia orientale. Hanno anche creato architetture monumentali e opere d’arte.

Fino ad oggi ra sono note diverse dozzine di iscrizioni, per lo più brevi, la maggior parte delle quali originarie del territorio degli attuali stati del Tagikistan, dell’Afghanistan e dell’Uzbekistan. Esiste anche un trilingue più lungo che è stato trovato dagli archeologi francesi negli anni ’60 a Dašt-i Nāwur, in Afghanistan, su un masso a 4.320 mt di altitudine, sul monte Qarabayu, a circa 100 km a sud-ovest di Kabul.

Il sistema di scrittura era noto dagli anni ’50, ma non era mai stato decifrato con successo. Nel 2022, un piccolo bilingue è stato trovato scolpito in una parete rocciosa nella gola di Almos,i nel Tagikistan nordoccidentale, a circa 30 km dalla capitale Dushanbe. Oltre alla sconosciuta scrittura kushana, contiene anche una sezione nella già nota lingua battriana. Questa scoperta ha portato a nuovi tentativi da parte di diversi ricercatori di decodificare il testo, indipendentemente l’uno dall’altro.

Alla fine, i linguisti dell’Università di Colonia sono riusciti a decifrare parzialmente il sistema di scrittura in collaborazione con l’archeologo tagiko Bobomullo Bobomulloev, che è stato determinante nella scoperta e nella documentazione del bilingue.

Il team ha applicato una metodologia basata sul modo in cui le scritture sconosciute sono state decifrate in passato, ovvero i geroglifici egizi attraverso la Stele di Rosetta trilingue, l’antica scrittura cuneiforme accadica o la scrittura greca lineare B: grazie al contenuto noto dell’iscrizione bilingue trovata in Tagikistan (Battriana e Kushana) e l’iscrizione trilingue dall’Afghanistan (Gandhari o indoariano medio, battriana e Kushana), Bonmann, Halfmann e Korobzow sono stati in grado di trarre gradualmente conclusioni sul tipo di scrittura e lingua.

La svolta è stata finalmente resa possibile dal nome reale Vema Takhtu, che appariva in entrambi i testi paralleli battriani, e dal significato di “Re dei re”, che poteva essere identificato nelle sezioni corrispondenti nell’ignoto testo Kushana. Soprattutto il titolo si è rivelato un buon indicatore del resto delle iscrizioni: passo dopo passo, utilizzando il testo parallelo battriano, i linguisti sono stati in grado di analizzare ulteriori sequenze di caratteri e determinare i valori fonetici dei singoli caratteri.

Secondo il gruppo di ricerca, la scrittura Kushana esprime un ceppo di lingua iraniana centrale completamente sconosciuto, che non è identica né alla battriana né alla lingua nota come khotanese saka, un tempo era parlata nella Cina occidentale. La lingua occupa probabilmente una posizione intermedia nello sviluppo tra queste lingue. e potrebbe essere identificata come la lingua della popolazione stanziale della Battria settentrionale, una parte del territorio dell’odierno Tagikistan, o la lingua di alcuni popoli nomadi dell’Asia interna, gli Yuèzhī, che originariamente vivevano nella Cina nordoccidentale.

Per un certo periodo di tempo, apparentemente servì come una delle lingue ufficiali dell’Impero Kushans insieme al battriano, al gandhari/indo-ariano medio e al sanscrito. Come nome preliminare, i ricercatori propongono il termine “Eteo-Tocharian” per descrivere la lingua iraniana appena identificata.

Il gruppo sta pianificando futuri viaggi di ricerca in Asia centrale in stretta collaborazione con gli archeologi tagiki, poiché sono attesi nuovi ritrovamenti di ulteriori iscrizioni e sono già stati individuati potenziali siti promettenti.

Secondo la Bonmann, la nostra decifrazione di questa scrittura può aiutare a migliorare la nostra comprensione della lingua e della storia culturale dell’Asia centrale e dell’Impero Kushana, simile alla decifrazione dei geroglifici egizi o dei glifi Maya per la comprensione dell’antico Egitto o della Civiltà Maya.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Colonia

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