venerdì, 26 Luglio 2024
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UN NUOVO STUDIO CONFERMA CHE LA DOMESTICAZIONE DEL CAVALLO POTREBBE ESSERE AVVENUTA SOLO NEL XXIII SECOLO A.C.

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Secondo un nuovo studio sull’antico DNA dei cavalli, gli esseri umani avrebbero domesticato il cavallo 1.000 anni più tardi di quanto si pensasse, prima per l’utilizzo della carne e del latte, poi per capacità di trasporto.

L’analisi genetica rivela una data intorno al 2200 a.C. per la domesticazione dei cavalli moderni, costringendo i ricercatori a rivedere alle modalità in cui sia i cavalli che gli esseri umani si espansero nell’Europa centrale diversi millenni fa.

I cavalli hanno contribuito a rivoluzionare la storia umana grazie alla loro resistenza sulle lunghe distanze, alla loro capacità di spostare carichi pesanti e al loro supporto ai cavalieri, consentendo agli esseri umani di diffondersi rapidamente in tutto il mondo, grazie al trasporto delle vettovaglie, delle attrezzature e permettendo di combattere cavalcando.

La ricerca sui resti umani della Cultura Yamnaya nel 2023 ha collocato i tempi di questa rivoluzione tra il 3300 e il 3000 a.C., quando queste popolazioni semi-nomadi si spostarono attraverso l’Europa e l’Asia occidentale, portando con sé la loro lingua indoeuropea.

Una nuova analisi di 475 antichi genomi di cavalli confuta l’idea che grandi mandrie di cavalli accompagnassero la migrazione degli individui attraverso l’Europa migliaia di anni fa. In uno studio pubblicato sulla rivista Nature, un team di ricercatori ha identificato distinti cambiamenti nella genetica dei cavalli domestici che puntano invece a una data intorno al 2200 a.C., un millennio dopo rispetto a quanto precedentemente ipotizzato.

Nell’esaminare il DNA del cavallo, il team ha tentato di identificare le tracce della domesticazione, dell’allevamento o della gestione diretta dall’uomo delle mandrie di cavalli, compresi i forti cali della diversità genetica e i tempi più brevi tra le generazioni.

I ricercatori hanno scoperto che il genoma del cavallo domesticato sarebbe localizzato nell’Europa centrale e nei bacini dei Carpazi e della Transilvania fino alla fine del III millennio a.C., ben dopo l’espansione della Cultura Yamnaya. Inoltre, il tempo tra le generazioni di cavalli è diminuito considerevolmente circa 4.200 anni fa, suggerendo che gli allevatori stavano cercando di produrre più animali.

Lo studio genetico ha anche mostrato che una nuova linea di sangue, che corrisponderebbe a quella dei moderni cavalli addomesticati, si sviluppò sorse intorno al 2200 a.C., ben corrispondente alle tracce archeologiche su presenze di cavalli in Mesopotamia e alle sepolture di carri sui Monti Urali.

Secondo Ludovic Orlando, archeologo molecolare presso il Centre for Anthropobiology and Genomics di Tolosa, sembrerebbe che la prima domesticazione sia stata motivata dall’accesso a carne e latte in alcuni gruppi di cacciatori-raccoglitori stanziali dell’Asia centrale, in quello che oggi è il Kazakistan, ma non usavano i cavalli per il trasporto.

Altri gruppi che addomesticarono il cavallo 4.200 anni fa, invece, furono incentivati ​​dalla mobilità, ritiene Orlando, poiché la linea di sangue dei cavalli si espanse come nessun animale altro prima e dopo.

L’innesco di questo evento di domesticazione, secondo Orlando, potrebbe essere stato un evento climatico che ha portato a stagioni secche nell’Asia sudoccidentale e nelle steppe, poiché i cavalli avrebbero potuto aiutare le persone a sopravvivere consentendo loro di spostarsi rapidamente verso nuove aree di pascolo.

Secondo William Taylor, un archeozoologo dell’Università del Colorado Boulder, questa ricerca mostra, in modo abbastanza conclusivo, che mentre gli Yamnaya e altre prime culture delle steppe occidentali potrebbero aver avuto una relazione con cavalli selvaggi, avevano poco a che fare con la prima domesticazione del cavallo e il modello genetico del nuovo studio converge abbastanza chiaramente con altre linee di prova diretta.

Shevan Wilkin , un archeologo biomolecolare dell’Università di Basilea in Svizzera, ritiene che, sebbene il suo lavoro precedente pubblicato sulla rivista Nature identificasse individui Yamnaya che consumavano latte di cavallo, questo probabilmente rappresenterebbe un primo tentativo di domesticazione dei cavalli nella regione. Wilkin ritiene che il nuovo studio suggerisca, invece, che è sempre meno possibile che gli Yamnaya utilizzassero i cavalli per le loro migrazioni di massa attraverso la steppa.

Restano ancora dubbi sul motivo per cui gli esseri umani non domesticarono i cavalli se non molto tempo dopo altri animali, come cani, pecore, bovini e persino asini, una volta fatto, gli umani ben presto iniziarono a portare con sé i cavalli quasi ovunque andassero e, secondo Orlando, questa espansione dei cavalli relativamente successiva, chiaramente guidata dall’uomo, non aveva precedenti nel set di dati della ricerca che copre 50.000 anni!

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Nature 2021

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