domenica, 13 Ottobre 2024
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STUDIO SULL’USO DEL GIUSQUIAMO NERO NEL MONDO ROMANO QUALE ANTIDOLORIFICO O ALLUCINOGENO

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Un team di archeologi guidati dalla Maaike Groot della Freie Universität di Berlino ha realizzato uno studio che certifica come i Romani raccogliessero e utilizzassero deliberatamente i semi velenosi della pianta del giusquiamo nero.

Il team ha analizzato i semi trovati in un osso cavo rinvenuto nell’insediamento di epoca romana di Houten-Castellum nei Paesi Bassi e li ha confrontati con altri reperti archeologici della pianta. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Antiquity.

I risultati del team supportano i resoconti di scrittori classici come Plinio il Vecchio che specificano le applicazioni mediche della pianta come rimedio per disturbi, tra cui febbre, tosse e dolore. La Groot osserva come i risultati indichino che le pratiche mediche di Roma si estendevano anche alle comunità rurali alla periferia dell’Impero.

Precedenti ricerche suggeriscono che l’osso potrebbe essere stato una sorta pipa usata per fumare il giusquiamo, poiché è noto che i semi producono anche effetti allucinogeni. Tuttavia, questi semi non presentavano segni di bruciatura e anche l’osso/pipa non mostrava segni di combustione. Inoltre, sarebbe stato mortale fumare le centinaia di semi conservati all’interno della pipa, quindi, probabilmente, si trattava di un contenitore per conservare i semi.

Secondo la Groot, poiché il giusquiamo nero può crescere naturalmente dentro e intorno agli insediamenti, i suoi semi possono finire nei siti archeologici semplicemente per caso. Ciò rende difficile dimostrare se sia stato utilizzato intenzionalmente dagli esseri umani, a scopo medicinale o ricreativo. Il ritrovamento, in questo caso, all’interno di un osso di ovino cavo, poi sigillato con un tappo di catrame di corteccia di betulla nera, indicherebbe che il giusquiamo è stato conservato lì intenzionalmente e non utilizzato per fumare.

Esistono solo altri quattro ritrovamenti di giusquiamo nero trovati dagli archeologi nell’Europa nord-occidentale che indicano che veniva utilizzato intenzionalmente e in uno di essi, proveniente dalla Danimarca medievale, è stato ritrovato in un contenitore.

I semi esaminati da Groot e dal suo team rappresentano il primo esempio di semi di giusquiamo nero rinvenuti in un contenitore di epoca romana. Lo studio fornisce anche un importante contributo alla discussione su come distinguere tra erbe infestanti e piante coltivate in contesti archeologici.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Freie Universität Berlin

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