lunedì, 11 Novembre 2024
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SCOPERTI AMBIENTI SOTTO IL MURO OCCIDENTALE, A GERUSALEMME

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Un enigmatico sistema sotterraneo di ambienti è stato scoperto vicino all’ingresso del sistema di tunnel nella la piazza del Muro Occidentale, sotto il pavimento a mosaico di un edificio bizantino appena rinvenuto. Il sistema ipogeo era stato scavato nella roccia durante il primo periodo romano, poco prima che i Romani livellassero il Secondo Tempio, quello erodiano, sul Monte del Tempio a Gerusalemme, nel 70 d.C.

La recente scoperta, resa nota dall’Israel Antiquities Authority, è un sistema ipogeo con un cortile aperto e due ambienti disposti su tre livelli, uno sopra l’altro, collegati da scale anch’esse scavate. E’ stato trovato nel Complesso di Beit Straus, sotto l’atrio d’ingresso dei tunnel del Muro occidentale ed è portato avanti, da circa in anno, in un progetto congiunto tra l’IAA e la Western Wall Heritage Foundation.

In vista delle celebrazioni per la riunificazione della capitale durante la Guerra dei Sei giorni nel 1967, l’IAA ha comunicato questa interessante notizia che inizia con la scoperta di un monumentale edificio pubblico di epoca bizantina , che presentava una grande sala absidata e un pavimento a mosaico bianco, eretto circa 1.400 anni fa, restaurato anche in epoca abbaside, 1.250 anni fa, quando è stato diviso in ambienti più piccoli.

iscrizione scavi muro occidentale 1

Lo scopo dell’edificio è sconosciuto, ma il rinvenimento di un’iscrizione in latina in un angolo degli ambienti, rimanderebbe a un’iscrizione romana più grande relativa a un edificio scomparso quando i romani hanno trasformato Gerusalemme in Aelia Capitolina. Elaborati capitelli a pilastri del periodo erodiano sono stati riusati per costruire le pareti dell’edificio e alcuni archeologi ritengono che provengano dal complesso del Secondo Tempio erodiano.

Al di sotto del pavimento a mosaico, tre pozzi scavati sotto il pavimento nella roccia, tra queste, la terza, rivelava lo straordinario spazio sotterraneo con tre piccoli ambienti anomalmente intagliati nella roccia, al di sotto di quello che era il livello della strada in quel momento. A Gerusalemme si costruivano case e altri edifici usando mattoni di pietra e, secondo gli archeologi, altri scavi tagliati nella roccia erano destinati a sepolture, cisterne d’acqua o bagni rituali, ma non sembra questo il caso che rimanderebbe a una sorta di dispensa per una struttura superiore o a un nascondiglio.

Presso gli ingressi degli ambienti, alcuni fori sembrano destinati per fissare saldamente cerniere e bulloni di una porta, nicchie arrotondate e quadrate erano scolpite nelle pareti per accogliere un sistema di illuminazione o mensole ripostiglio, suggerendo che il sistema ipogeo potesse essere utilizzato su base giornaliera.

Gli scavatori hanno anche trovato una serie di oggetti che hanno anche fatto luce sulla vita quotidiana degli abitanti della città antica: vasellame da cottura, lampade per l’illuminazione, una tazza di pietra unica per i siti ebraici del Secondo Tempio e un frammento di un qalal, un grande bacino di pietra usato per contenere l’acqua, ritenuto legato alle pratiche ebraiche di purificazione rituale. Stoviglie e vasi in pietra sono ben noti fin dai primi scavi a Gerusalemme perché, secondo la Legge ebraica, contraria all’uso dell’argilla, non possono diventare ritualmente impuri.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

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