Identificata la fortezza di Acra a Gerusalemme
La storia e l’archeologia di Israele e Gerusalemme hanno sempre rivestito, per il sottoscritto, un certo fascino nato, anche questo, attraverso particolari letture: dalle lettere di T. E. Lawrence scritte durante la rivolta araba del 1917, ai resoconti di Giuseppe Flavio (lo storico romano di origine ebraica che scrisse La guerra giudaica e Antichità giudaiche), fino a giungere ai rapporti di scavo pubblicati da Sir Charles William Wilson (ufficiale britannico, geografo e archeologo che ha operato per la Ordnance Survey of Jerusalem nel 1864) e da Charles Warren (anche lui ufficiale britannico considerato il primo archeologo biblista, ha scavato a Gerusalemme tra il 1867 e il 1870).
Gerusalemme non è solo il Monte del Tempio o Haram el-sherif, il sacro recinto. A sud est, o Città Bassa, si trova una collina sulla quale sarebbe stata eretta una fortezza: la fortezza di Acra ha avuto sempre un ampio margine di mistero perché gli storici non sono stati in grado di identificarne la posizione esatta. Recentemente un gruppo di archeologi (tra cui esperti provenienti dalla Israel Antiquities Authority) potrebbe avere risolto questo storico enigma della storia di Gerusalemme scavando, con successo, quelle che sembrano essere le rovine dell’Acra.
In termini storici, la grande fortezza fu originariamente costruita più di 2.100 anni fa dal sovrano greco seleucide Antioco IV Epifane (che regnò dal 215 a.C. al 164 a.C.) e che i ricercatori hanno probabilmente riportato alla luce in seguito alle opere di costruzione di un parcheggio, dopo dieci anni di duro e costante lavoro.
Il noto storico di I sec. d.C., Giuseppe Flavio scrive: “Appiccò il fuoco [Antioco IV] ai più be’ luoghi della città, e battutene a terra le mura piantò nella parte più rilevata di essa una rocca, la quale dall’erta cima, ove fu situata, signoreggiava il tempio; e però guernitala d’alte mura e di torri vi pose un presidio di soldatesca macedone” (Libro XIII, Capitolo VII, Antichità Giudaiche, versione tradotta dal greco dall’abate Francesco Angiolini, Firenze 1846)
Questo passo è una chiara prova che Antioco IV non è stato un grande seguace di riti tradizionali e usanze ebraiche. Infatti, quando un alto sacerdote usurpatore di nome Giasone attaccò a sorpresa la città santa di Gerusalemme, il sovrano seleucide, in maria verso l’Egitto, contrattacò. Nel Secondo libro dei Maccabei è riportato l’episodio: “Quando questi avvenimenti raggiunsero il re, egli pensò che la Giudea si fosse ribellata. Perciò, ritiratosi dall’Egitto, con animo inferocito occupò la città con le armi e ordinò ai soldati di abbattere senza pietà quanti incontravano e di trucidare quelli che si rifugiavano nelle case. Vi fu uno sterminio di giovani e vechi, un massacro di uomini, donne e ragazzi, una strage di fanciulli e bambini. In soli tre giorni perirono ottantamila persone: quarantamila nella mischia e non meno degli uccisi furono quelli venduti schiavi”.
La fortezza di Acra è stata costruita per essere adoperata come roccaforte strategica per ospitare gli ebrei ellenizzati, sudditi favoriti dal re e i soldati mercenari. Lo scopo della fortezza, ben attrezzata di mezzi di difesa, era anche quello di permettere al re di mantenere il suo pugno di ferro sugli abitanti di Gerusalemme e della Giudea e scoraggiare eventuali rivolte che, di tanto in tanto, fermentavano in Gerusalemme. In riferimento alla descrizione di Giuseppe Flavio sulla fortezza, alcuni esperti hanno ipotizzato che lo storico potrebbe aver fatto riferimento alla Antica Città di Davide, che corrisponde alla collina sud orientale più grande di Gerusalemme. Ma dopo una serie di recenti studi scrupolosi, gli archeologi sono stati in grado di portare alla luce una massiccia sezione di muro, alta circa 20 metri e larga circa 4 metri.
Definita come una ‘spina nel fianco’ della città dai ribelli Asmonei ad Antioco IV, diverse testimonianze di questa intitolazione sono state effettivamente confermate da interessanti rinvenimenti nelle vicinanze della fortezza. Per esempio, i ricercatori hanno trovato vari componenti di armi, come fionde in piombo, punte di freccia di bronzo e anche pietre di balista, la maggior parte contrassegnate dal simbolo del tridente di Antioco IV Epifane. Il ritrovamento di monete all’interno dei perimetri della fortezza allude anche al fatto che il complesso sia stato abitato anche da mercanti che avrebbero impostato le loro attività commerciali non con i comuni abitanti della città.
In ogni caso, anche se è impossibile trascurare il vantaggio strategico di questo edificio difensivo, data la sua posizione privilegiata che ha fornito il controllo dei punti di accesso cruciali al luogo sacro ebraico del Monte del Tempio, non sorprende che i conflitti localizzati con la popolazione comune hanno raggiunto il loro culmine quando Acra è stata assediata e conquistata definitivamente dal re asmoneo Simone Maccabeo nel 141 a.C. Per quanto riguarda il rinvenimento di Acra, gli archeologi hanno chiarito: “Questa sensazionale scoperta ci permette, per la prima volta, di ricostruire la topografia dell’insediamento di Gerusalemme alla vigilia della rivolta dei Maccabei iniziata nel 167 a.C.”.
Daniele Mancini
Per ulteriori approfondimenti: