domenica, 6 Ottobre 2024
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PRIMI GRUPPI UMANI NEL MEDITERRANEO ARRIVATI PRIMA DEL PREVISTO

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Un gruppo di ricerca internazionale, guidato dagli studiosi della McMaster University, ha scoperto nuove prove che dimostrano che l’isola di Naxos, in Grecia, era abitata da Neanderthaliani e da Homo Sapiens almeno 200.000 anni fa, decine di migliaia di anni prima di quanto si credesse in precedenza nel bacino del Mediterraneo.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances, si basa su anni di scavi e sfida le teorie sul movimento umano nella regione, a lungo ritenuta inaccessibile e inabitabile per chiunque tranne che per gli umani moderni. Le nuove prove stanno portando i ricercatori a riconsiderare le strade intraprese dai nostri primi antenati mentre si trasferivano dall’Africa verso l’Europa e dimostrano la loro capacità di adattarsi alle nuove sfide ambientali.

Tristan Carter, professore associato di antropologia alla McMaster University, conferma che fino a poco tempo fa, la Grecia e e le sue isole erano considerata irrilevanti per i primi studi sull’uomo, ma i risultati costringono a ripensare completamente la storia delle isole di tutto Mediterraneo.

Mentre è noto che i cacciatori/raccoglitori del Paleolitico vivevano nell’Europa continentale da oltre 1 milione di anni, in precedenza si credeva che le isole del Mediterraneo fossero state abitate solo 9000 anni fa dagli agricoltori, con l’idea che solo Homo sapiens siano stati abbastanza pronti da costruire navi per attraversare i tratti di mare.

Gli studiosi hanno sempre creduto che il Mar Egeo, che separava l’Anatolia occidentale (moderna Turchia) dalla Grecia continentale, fosse quindi impraticabile per i Neanderthaliani e i precedenti ominidi, con l’unica via ovvia in entrata e in uscita dall’Europa attraverso il ponte terrestre della Tracia (Balcani sud-orientali).

Gli autori di questa ricerca ritengono che il bacino dell’Egeo era in realtà accessibile molto prima di quanto si credesse. In certi periodi dell’era glaciale il mare era molto più basso esponendo una rotta terrestre tra i continenti che avrebbe permesso alle popolazioni del Paleolitico di camminare verso l’isola di Naxos, una rotta migratoria alternativa che collegava Europa e Africa. I ricercatori ritengono che questo luogo sarebbe stato molto attraente per i primi esseri umani a causa della sua abbondanza di materie prime, ideali per la produzione di utensili, e per la presenza di acqua dolce, affrontando, allo stesso tempo, un ambiente nuovo e stimolante che avrebbe richiesto nuove strategie adattative.

Nel sito di Stelida, sull’isola di Naxos, nel Mediterraneo centro orientale, il team ha rinvenuto tracce di attività umane che durano quasi 200.000 anni: presso una cava preistorica, i primi Homo sapiens, i Neanderthaliani e i gruppi umani precedenti hanno usato la pietra locale, una roccia sedimentaria dura, per fabbricare i propri strumenti e cacciare le armi.

Le reazioni sui dati scientifici raccolti nel sito si aggiungono al dibattito in corso sull’importanza delle rotte costiere e marine per il movimento umano. Mentre i dati attuali suggeriscono che l’Egeo potrebbe essere stato attraversato a piedi oltre 200.000 anni fa, gli autori ritengono che i Neanderthaliani possano aver costruito rozze imbarcazioni da mare in grado di attraversare brevi distanze.

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: McMaster University, Science Advances 10.1126 / sciadv.aax0997, Stelida Naxos Archeological Project’s website

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