Gran parte dell’Europa, nell’antichità, era ricoperta da torbiere e paludi. Le torbiere rimaste oggi sono per lo più incluse in riserve naturali protette che ospitano specie animali e vegetali rare e sono importanti come riserve di carbonio. Questi tipici ambienti altamente umidi raccontano storie affascinanti sulla vita e l’evoluzione dell’uomo, anche sulle sue violenze e suoi suoi culti religiosi. Un team internazionale di archeologi e scienziati della terra ha analizzato centinaia di resti umani trovati nelle zone umide europee, elaborando nuove teorie sulla vita dell’uomo sul pianeta.

Dalla preistoria alla prima età moderna, almeno per 7.000 anni, le torbiere sono state utilizzate molto spesso come luogo di sepoltura. Alcuni corpi rinvenuti nelle paludi sono divenuti un simbolo per l’archeologia e l’antropologia grazie al perfetto stato di conservazione a cui sono giunti fino a noi, come, per esempio, la Ragazza di Yde, una mummia di palude rinvenuta a Yde, nei Paesi Bassi, nel 1897.

Questi copri offrono un’istantanea della vita questi individui al momento della morta, prima del passaggio nell’aldilà. La maggior parte di loro fu uccisa, probabilmente come sacrifici umani a un potere superiore. Tuttavia, questi esempi ben conservati sono solo una piccola parte di ciò che è stato portato alla luce.

Secondo Roy van Beek, della Wageningen University, sebbene la maggior parte delle torbiere sia stata bonificata molto tempo fa, le scienze della terra in combinazione con la ricerca archeologica hanno permesso di risalire alla loro ubicazione e al ruolo che svolgevano nella società dell’epoca, individuando migliaia di individui che hanno avuto la loro dimora finale nelle paludi per poi essere ritrovati secoli dopo durante lo scavo della torba.

Van Beek e un team di ricercatori olandesi, svedesi ed estoni hanno deciso di intraprendere un’inventariazione e un’analisi su larga scala dei corpi di palude trovati in diversi paesi europei. La loro ricerca, pubblicata sulla rivista  Antiquity, ha analizzato oltre 1000 individui provenienti da 266 siti, portando per la prima volta a uno studio generale su larga scala.

I corpi di palude possono essere suddivisi in tre categorie principali. Mummie di palude, i corpi con pelle, tessuti molli e capelli preservati. Scheletri di palude, corpi completi di cui si sono conservate solo le ossa. I resti parziali di mummie o scheletri di palude. Le diverse tipologie sono principalmente il risultato di diverse condizioni di conservazione: alcune torbiere sono più adatte a preservare il tessuto umano, mentre altre conservano meglio le ossa. In quanto tale, la distribuzione non ci dice molto sul comportamento umano passato.

Van Beek ritiene che lo studio mostri la forte enfasi su un piccolo gruppo di spettacolari mummie di palude che ha distorto le opinioni dei ricercatori. Ora, invece, tutte e tre le categorie forniscono informazioni preziose e, combinandole, emerge un quadro completamente nuovo.

Lo studio rivela che i tre tipi di corpi di palude fanno parte di tradizioni millenarie. Una prima sorprendente concentrazione di reperti, ascrivibili al 5000 a.C. circa, si osserva nella Scandinavia meridionale. Successivamente i corpi di palude compaiono gradualmente anche in altre parti del nord Europa mentre i ritrovamenti più recenti mostrano che le tradizioni continuarono nel Medioevo e anche nella prima età moderna.

Molti dei resti mostrano tracce di violenza. Quei corpi sono stati probabilmente lasciati intenzionalmente nelle paludi e potrebbero essere identificati come sacrifici rituali, criminali giustiziati o vittime di crimini. Archeologicamente, è spesso difficile distinguere tra questi motivi ma indicazioni di morti accidentali e i suicidi sono meglio identificabili.

Alcune aree erano maggiormente predisposte per accogliere delle necropoli di palude e si identificano in quelle zone umide dove sono stati trovati i resti di più individui. In Scandinavia, ad esempio, ci sono casi in cui diverse vittime di guerra sono state lasciate contemporaneamente in una sola palude. Altre paludi sono state utilizzate, invece, più e più volte. In quei casi i resti umani erano spesso accompagnati da manufatti di corredo o, probabilmente, come offerte rituali.

Il quadro che emerge dallo studio è quello di tradizioni secolari che raccontano molteplici storie su temi umani come la violenza e la religione. Questo rende le torbiere importanti non solo per i loro valori naturali, ma anche come straordinario archivio del passato.