venerdì, 11 Ottobre 2024
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LA “TESTA” DI AKHENATON – IDEA DI MUSEALIZZAZIONE

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Il Museo di Arte Antica di Luxor riunisce le collezioni provenienti dagli scavi effettuati a Tebe, Karnak, Deir el-Bahari. Inclusa una testa di Akhenaton…

Il Museo di Luxor

Inaugurato nel 1975, il Museo è ricco di reperti eccezionali, circa 300, molti provenienti dal nomo tebano, che illustrano tutti i periodi storici dal Predinastico al Medio Evo islamico: gioielleria, mobilio, vasellame, stele, statue e busti di grandi sovrani come Sesostri III, Tuthmosi III (XVIII dinastia, in basalto nero, fra i meglio conservati che ci siano pervenuti), Amenhotep II e III (XVIII dinastia).

Degna di nota è anche una statua in alabastro raffigurante Sobek, scolpita durante il regno di Amenhotep III e usurpata da Ramses II.

Sobek e Amenothep III
Sobek e Amenothep III

Di notevole importanza sono anche i rilievi murali rappresentanti Akhenaton e Nefertiti in adorazione del disco solare Aton, rinvenuti a Karnak in blocchi e qui abilmente ricostruiti (il famoso muro di talatats del Tempio di Aton edificato all’interno del complesso di Karnak). Sono inoltre esposti reperti provenienti dalla tomba di Tutankhamon.

Il muro di talalat - Foto Daniele Mancini
Il muro di talalat – Foto Daniele Mancini

Sul piano rialzato del museo, affianco alla parete in cui è stata ricomposta la porzione del tempio di Karnak fatta edificare da Akhenaton, è posizionata la testa di una delle più celebri statue-ritratto del 10° faraone della XVIII dinastia.

Fu rinvenuta nel 1926 ad est del muro di recinzione del tempio di Karnak, forse interrata per una volontà di damnatio memoriae nei confronti di Akhenaton.

La testa, alta circa 65 cm, realizzata nell’arenaria tipica di molti monumenti e sculture egiziani, proviene da una statua semi colossale cosiddetta “osiriaca” di Akhenaton posizionata  nei pressi della sezione del tempio di Karnak fatta realizzare dal faraone stesso.

Mostra i tratti inconfondibili dell’arte di Amarna, come il viso e il cranio allungati, mentre sul capo è posizionato il classico nemes con l’ureo sulla fronte (simbolo di potere). Il copricapo è a sua volta sovrastato dalla corona reale egiziana, quella dell’Alto Egitto e del Basso Egitto (quest’ultima andata perduta).

Chi era Akhenaton?

La "testa" di Akhenaton
La “testa” di Akhenaton

Faraone egiziano della XVIII dinastia (il 10°), ha regnato tra il 1350 ed il 1330 a.C. dal principio con il nome di Amenhotep IV, figlio di Amenhotep III e della regina Tiye. E’ passato alla storia come il faraone eretico per il tentativo di sostituire, in conflitto con il potente clero tebano, il dio Ammon con una nuova divinità, il dio Aton, nel ruolo di divinità protettrice della regalità.

Alla rivoluzione religiosa e politica si affiancò anche un profondo rinnovamento artistico, il cosiddetto stile di Amarna, in cui la rappresentazione della figura umana, compresa quella del sovrano e della sua famiglia, perde la rituale staticità precedente per acquisire una rappresentazione naturalistica, talvolta impietosa, della realtà. Akhenaton, ad esempio, viene rappresentato in scene di vita familiare, mostrando anche difetti fisici.

Fonti principali per la conoscenza di questo periodo sono: le Lettere di Amarna, la Stele della frontiera e l’Inno all’Aton, provenienti da Akhet-Aton, la nuova capitale; la Stele della restaurazione di Tutankhamon, il Testo dell’incoronazione e L’Editto di Horemheb.

L’idea di musealizzazione della testa di Akhenaton

L’azione di mostrare, di esporre, è da sempre un’attività comune sia alla vita di ogni giorno sia all’attività culturale. La possibilità di dare presenza a un oggetto, di esporlo, si è oggi trasformata in un mezzo imprescindibile e straordinariamente integrato agli attuali processi di produzione e di gestione culturale, legati alla cosiddetta “fruizione”. Riuscire a far arrivare a chi riceve il messaggio desiderato, è uno dei problemi fondamentali che il curatore e il progettista dell’esposizione museale devono affrontare.

Questo progetto prende in considerazione una tipologia di esposizione essenziale, quella dell’isolamento dell’oggetto, solo nello spazio vuoto, in questo caso al centro della sala dove è attualmente situato, senza alcuna informazione nelle vicinanze. E’ una situazione che rafforza il vincolo tra l’oggetto e il visitatore, tra la sua forma e il momento della fruizione.

La "testa" di Akhenaton nell'attuale esposizione - Foto Daniele Mancini
La “testa” di Akhenaton nell’attuale esposizione – Foto Daniele Mancini

Oggi la testa è posizionata su un piano in pietra a circa due metri di altezza, con la parte posteriore cementata in una parete del museo, forse a riproposizione dell’originale posizionamento  della statua osiriaca di cui faceva parte la testa.

Il progetto prevede, quindi, la collocazione della testa su apposito piedistallo in cristallo pesante a forma di “sole/Aton” posizionato al centro della sala. Questo piano su cui poggerebbe la testa, girevole, ne permetterebbe la visione da tutte le prospettive.

Una teca anti-sfondamento proteggerebbe l’opera illuminata da fasci di fibre ottiche in colorazioni neutre, in modo da esaltare le caratteristiche del reperto. Sulla parete dove oggi è posizionata la “testa” di Akhenaton, potrebbe collocarsi una ricostruzione a grandezza naturale della testa e la sua statua osiriaca, indicando il suo posizionamento originale nel tempio di Karnak su una pianto o un plastico.

Eventuali descrizioni dell’opera sarebbero eccezionalmente lasciate a beneficio di una guida illustrativa del museo e degli stessi accompagnatori del pubblico fruitore.

Che ne pensate?

Daniele Mancini

Per un approfondimento bibliografico:

A.A. V.V., Musée d’Art Égyptien Ancien de Louxor. Catalogue, IL CAIRO 1985

M. EL-SAGHIR, Das Statuenversteck im Luxor Tempel (AW, n. speciale), BASILEA 1991.

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