venerdì, 26 Luglio 2024
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NECROPOLI ROMANA CON QUASI 1500 TOMBE PORTATA ALLA LUCE A NARBONNE, FRANCIA

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Gli archeologi hanno portato alla luce una vasta necropoli romana nel sud della Francia, a Narbonne, contenente 1.430 tombe e tracce di banchetti funerari, i refrigeria, tenuti in onore dei membri della famiglia defunti.

Gli scavi della necropoli, realizzati dagli archeologi dell’INRAP, denominata Necropoli delle Robinie, per la sua vicinanza al Canale de La Robine, sono iniziati nel 2017 prima dei lavori di costruzione di nuovi quartiere presso la città di Narbonne. Il complesso funerario era “straordinariamente ben conservato”, essendo stato sepolto sotto una coltre di limo fluviale alta 3 metri durante l’inondazione del vicino fiume Aude.

Le tombe e i manufatti sono databili tra la fine del I secolo aC.. e la fine del III secolo d.C. e comprendono più di 100 tombe contenenti resti di bambini. Analisi successive hanno dimostrato che il metodo di sepoltura differiva a seconda dell’età del defunto: i bambini venivano deposti per intero, mentre la maggior parte degli adulti subiva il rito dell’incinerazione. Altri adulti venivano posti in casse di legno, mentre i bambini venivano deposti in cassette o fosse più rudimentali chiuse con un coperchio di pietra.

Alcune tombe erano disseminate di pezzi di cibo combusto, resti di datteri, fichi, cereali e pane. Gli archeologi pensano che i refrigeria fossero i resti delle feste rituali organizzate dalle famiglie in ricordo dei parenti defunti. Le feste potrebbero essere state parte di una festa romana di nove giorni conosciuta come Parentalia, che le famiglie celebravano ogni anno a febbraio. La festa si concludeva con un evento chiamato Feralia  intorno al 21 febbraio, quando le famiglie si riunivano nei cimiteri con cibo, vino e altre offerte per i defunti.

Gli scavi presso la Necropoli di Robine hanno portato alla luce diverse strutture in pietra che, secondo gli archeologi, potrebbero essere servite come letti per banchetti per le famiglie che  celebravano i Feralia. I resti di tubuli in terracotta per libagione inseriti nel terreno sopra le tombe suggeriscono che le famiglie condividessero simbolicamente i refrigeria con i defunti, versando cibo nelle tombe dei loro parenti.

Secondo Maureen Carroll, docente di archeologia romana presso l’Università di York“, l’idea alla base della condivisione di un pasto con i defunti della propria famiglia era quella di connettersi con loro. Condividendo un pasto e lasciando dietro di sé una ghirlanda di fiori, la famiglia si assicurava che gli antenati morti continuassero a vegliare su di loro e ad aiutare i loro sforzi nelle difficoltà della vita.

La necropoli, completamente scavata, si estende su 5.000 metri quadrati e si trova a 700 metri a est dell’antico centro romano di Narbonne. Narbonne, conosciuta nell’antichità come Narbo Martius, fu una delle prime colonie romane fuori dall’Italia. La città fu fondata nel 118 a.C. lungo la Via Domitia, una strada che si estendeva dall’Italia e attraverso la Francia meridionale fino alla Spagna.

Secondo gli archeologi INRAP, la necropoli ha due aree principali disposte in un mosaico regolare di luoghi di sepoltura e strade di servizio. La prima zona delimita una strada nord-sud che taglia la Via Domitia e la seconda forma una fascia più a nord, lungo una strada che collegava l’antica Narbonne alla costa mediterranea.

Gli archeologi hanno scoperto che la necropoli si è evoluto nel tempo, evidenziando cambiamenti nella disposizione dei lotti, delle tombe e dei confini. Sono stati scoperti alti muri di pietra eretti intorno al 50 d.C. che separavano le sepolture le une dalle altre, nonché ampliamenti del cimitero e ulteriori recinti costruiti verso la fine del I secolo d.C. Le pareti erano decorate con lapidi funerarie in marmo che raccontavano che gli individui deposti nella necropoli fossero per lo più liberti provenienti dalla penisola italiana.

Molte delle sepolture contenevano interessanti corredi funerari, comprendenti vasi, balsamari, lampade, monete e monili. Questi manufatti, insieme a una serie di amuleti, vasetti miniaturistici, campanelline e pendenti fallici, considerati amuleti apotropaici, saranno esposti al Museo Narbo Via, a Narbonne, a partire dal 2026.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Museo Narbo Via

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