venerdì, 6 Dicembre 2024
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NEANDERTHALIANI, ARTISTI DI 50.000 ANNI FA?

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Dalla scoperta dei primi resti fossili nel XIX secolo, l’immagine dell’Uomo di Neanderthal è stata quella di un ominide primitivo in grado di modellare efficacemente strumenti e armi e, forse, anche ornamenti, gioielli o persino espressioni artistiche. Un gruppo di ricerca guidato dall’Università di Gottingen e dal Lower Saxony State Office for Heritage ha analizzato un nuovo ritrovamento dalla Grotta dell’Unicorno, sulle montagne dell’Harz.

Secondo i ricercatori, i Neanderthaliani avrebbero avuto notevoli capacità cognitive e i risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature Ecology and Evolution.

Lavorando con la società Unicornu Fossile, gli studiosi hanno condotto nuovi scavi presso la Grotta dell’Unicorno nelle montagne dell’Harz dal 2019. Per la prima volta, sono riusciti a scoprire depositi ben conservati con manufatti culturali del periodo dei Neanderthaliani nei pressi dell’ingresso della grotta. Tra i resti conservati di una caccia, un osso di zampa animale, poco appariscente, che si è rivelato una scoperta sensazionale. Dopo aver rimosso i residui di terra attaccati all’osso, è stato rivelato uno schema decorativo angolare di sei tacche.

Dirk Leder, del Lower Saxony State Office for Heritage, direttore degli scavi, ha immediatamente precisato che i segni non sono attribuibili a segni di macellazione dell’animale, ma sono  chiaramente decorativi”. Le tacche intagliate potrebbero essere analizzate con la microscopia 3D presso il Dipartimento di Biologia del legno e prodotti in legno dell’Università di Gottingen.

Per fare un confronto scientifico, il team ha effettuato esperimenti con le ossa del piede dei bovini di oggi. Hanno dimostrato che probabilmente l’osso doveva essere prima bollito e poi, con la superficie dell’osso ammorbidito, intagliato con strumenti di pietra e il cui lavoro avrebbe richiesto circa 1,5 ore.

gottingenIl piccolo osso è stato identificato come proveniente da un cervo gigante (Megaloceros giganteus) che, secondo Antje Schwalb, dell’Università di Braunschweig, coinvolta nel progetto, e probabilmente non è una coincidenza che l’Uomo di Neanderthal abbia scelto l’osso di un animale impressionante per la sua scultura.

Il team del laboratorio Leibniz dell’Università di Kiel ha datato l’osso scolpito a oltre 51.000 anni or sono utilizzando la tecnologia di datazione al radiocarbonio. Questa è la prima volta che qualcuno riesca a datare direttamente un oggetto che deve essere stato scolpito dai Neanderthaliani.

Fino ad oggi, si conoscevano alcuni oggetti ornamentali dell’epoca degli ultimi Neanderthaliani in Francia. Tuttavia, questi reperti, che hanno circa 40.000 anni, sono considerati da molti studiosi come copie di ciondoli realizzati da umani anatomicamente moderni che, a quel tempo, si erano già diffusi in alcune parti d’Europa. Oggetti decorativi e piccole sculture in avorio sono sopravvissuti da siti rupestri di umani moderni sul Giura Svevo, nel Baden-Württemberg, e questi sono stati trovati all’incirca nello stesso periodo.

Thomas Terberger, del Dipartimento di Preistoria e Storia antica dell’Università di Gottingen, ritiene che la nuova scoperta della Grotta dell’Unicorno risalga a un periodo remoto che attesta quanto i Neanderthaliani erano già in grado di produrre indipendentemente modelli su ossa animali e, probabilmente, anche di comunicare usando simboli migliaia di anni prima dell’arrivo degli umani moderni in Europa.

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Gottingen 

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