venerdì, 19 Aprile 2024
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INDIVIDUATO ANTICO PORTO DI SALAMINA

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La Battaglia di Salamina, probabilmente combattuta nel settembre del 480 a.C.,  segna il punto di svolta nella seconda invasione persiana della Grecia: è stata una grande battaglia navale in cui i greci sono emersi vittoriosi nonostante siano stati in inferiorità numerica rispetto alla flotta persiani. Dopo quasi 2500 anni, gli archeologi hanno probabilmente individuato l’antico porto militare che ha svolto un ruolo cruciale in una delle più grandi battaglie navali dell’antichità.

Un team di 20 ricercatori provenienti da due università greche, la Ephorate of Underwater Antiquities e la Hellenic Institute of Marine Archaeology, ha trovato un luogo adatto in una baia ben riparata di Ambelaki, nella regione del Peloponneso. Secondo il Ministero Ellenico della Cultura e dello Sport questa è la prima ricognizione subacquea sistematica ad essere avviato da istituzioni greche in un ambiente marino gravemente inquinato, ma in una zona cruciale di importanza storica.

Molo fortificato – Foto di V. Mentoyannis

A tale proposito, l’indagine globale condotta dagli archeologi ha rivelato una serie impressionante di resti strutturali visibile durante la bassa marea che vanno da fortificazioni agli edifici, per lo più risalenti sia al periodo classico, V/IV sec. a.C. e al periodo ellenistico (dopo il 323 a.C.). Un imponente muro lungo oltre 60 metri e una massiccia torre rotonda posta al suo termine, sono gli elementi più significativi individuati e rispecchiando così la tipologia di progettazione di molti porti militari del periodo. Questa zona fortificata nella parte nord della baia è stata prolungata da un molo di quasi 50 metri sul lato est, che include, oltre al molo, anche una strada rialzata per collegare luoghi separati dall’acqua. Il lato sud della baia ha rivelato,  inoltre, una disposizione di elementi strutturali ormai sommersi, un lungo molo di quasi 40 metri e una parete lunga 30 metri collegata con un torre quadrata .

Yannos Lolos, professore di archeologia presso l’University of Ioannina e presidente dell’Hellenic Institute of Marine Archaeology, ha affermato che la parte nord-occidentale fortificata della baia è la prova principale per l’individuazione di quella speciale ‘area chiusa’, come una zona militare, del porto di Salamina, territorio ateniese in epoca classica. Questa prova, integrata con le informazioni delle antiche fonti storiche e letterarie, non lascia dubbi circa il ruolo della baia come punto di partenza della flotta greca per la battaglia navale nello stretto.

Schema della battaglia

Secondo Erodoto, i greci che avevano circa 378 triremi comandati da Temistocle, sfruttarono le loro veloci e agili navi per attirare la maestosa flotta persiana nello stretto di Salamina. I greci realizzarono un capolavoro di tattica navale, aiutati anche dal fatto che i persiani furono lasciati disorganizzati e senza guida nella fase di apertura della battaglia il loro ammiraglio Ariabignes, un fratello di Serse, è stato ucciso durante uno scontro.

Ma nonostante il numero esorbitante di triremi e navi di ogni tipo utilizzato in questo incredibile scontro navale, gli archeologi non hanno alcuna speranza di trovare uno di questi affascinanti antichi esemplari di navi da guerra. Solo la realizzazione di una puntuale carta archeologica subacquea dell’area procurerebbe scoperte strutturali sensazionali. La buona notizia è che il progetto attuale continuerà fino al 2018 e secondo Lolos le future scoperte subacquee nella zona di Ambelaki comprenderanno reperti di ogni tipologia che potrebbero essere cruciali per la puntuale ricostruzione della storia ateniese del V secolo a.C.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: livescience.com

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