venerdì, 6 Dicembre 2024
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DECIFRATA ISCRIZIONE SABEA RINVENUTA AI PIEDI DEL MONTE DEL TEMPIO A GERUSALEMME

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In  un nuovo studio pubblicato sul Jerusalem Journal of Archaeology della Hebrew University, Daniel Vainstub ha decifrato un’iscrizione sabea, parzialmente conservata, incisa sull’orlo di un grande contenitore ceramico risalente all’epoca del regno unito di Israele.

Il contenitore ceramico è stata originariamente scoperto insieme ai resti di altri sei grandi doli durante gli scavi effettuati nel 2012 nell’area dell’Ophel, a sud del Monte del Tempio, guidati dal compianto Eilat Mazar, dell’Istituto di Archeologia della Hebrew University di  Gerusalemme.

Dell’iscrizione originale sono sopravvissute solo sette lettere. Nel corso dell’ultimo decennio, più di dieci ricercatori hanno tentato varie decifrazioni senza raggiungere un consenso unanime, ma hanno convenuto che l’iscrizione, incisa in caratteri cananei, derivi dall’antica scrittura ebraica usata durante il periodo del Primo Tempio.

Daniel Vainstub ha stabilito che la scrittura è sabea, una tipologia usata nell’antica Penisola arabica sud-occidentale, oggi Yemen,  dove il Regno di Saba era il regno dominante a quel tempo.

Secondo Vainstub, decifrare questa iscrizione apre alla presenza di un oratore sabeo nel Regno di Israele durante il tempo del re Salomone, ma anche sul sistema di relazioni geopolitiche in quella regione in quel momento: il contenitore ceramico è stato rinvenuto in una zona nota per essere stata anche il centro amministrativo ai tempi del re Salomone, attestando, dunque, gli estesi legami commerciali e culturali che esistevano tra Israele sotto il re Salomone e il Regno di Saba.

Secondo la nuova interpretazione, l’iscrizione sul vaso recita:  “ [ ]shy l’dn ” significa cinque, “ š ǝ ḥēlet ”, si riferisce a uno degli ingredienti menzionati nella Bibbia (Esodo 30:34) necessari per la miscela di incenso.

Il “  š ǝ ḥēlet  ” era un ingrediente essenziale dell’incenso che veniva bruciato nel Primo e nel Secondo Tempio ed era chiamato “tziporen” nella letteratura rabbinica, indicando una chiara connessione tra la Gerusalemme del X secolo a.C. e il Regno di Saba. Sembra che il vaso di ceramica sia stato prodotto nei dintorni di Gerusalemme e l’iscrizione su di esso sarebbe stata ovviamente incisa prima della cottura da uno scriba sabeo coinvolto nella fornitura delle spezie per l’incenso.

Il sito di Ophel, ai piedi del Muro meridionale, all’interno dell’area del Parco Nazionale delle Mura di Gerusalemme, comprende un sentiero che passa tra mikvah (il bagno rituale purificatorio effettuato in particolari piscine dedicate) di oltre 2000 anni utilizzati dai pellegrini del Tempio. Questa è anche l’area in cui si trovava un centro amministrativo del regno del re Salomone.

Durante il X secolo a.C., il Regno di Saba prosperò grazie alla coltivazione e alla commercializzazione di piante da profumo e incenso, con Ma’rib come capitale e con la lingua sabea era di ceppo semitico meridionale. I Sabei hanno sviluppato metodi avanzati di irrigazione per i campi che coltivavano le piante utilizzate per fare profumi e incenso e lo stesso re Salomone, come descritto nella Bibbia, controllava le le rotte commerciali nel Negev in cui carovane di cammelli sabei trasportavano profumi e piante di incenso per l’esportazione verso i porti del Mediterraneo.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Hebrew University

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