venerdì, 29 Marzo 2024
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DA UNO STUDIO SULLE MUMMIE EGIZIE LA CHIAVE PER LA RICOSTRUZIONE DEL CLIMA NEL MEDITERRANEAO ANTICO

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Un team di ricercatori e archeologi svizzeri è impegnato nella ricostruzione del clima del mondo antico utilizzando piccoli manufatti in legno rimasti attaccati ad alcuni resti di mummie egizie.

Nel corso della storia, il clima terrestre ha subito fluttuazioni naturali e, anche se insignificanti rispetto alla crisi attuale, queste fluttuazioni sarebbero comunque bastate a fare e disfare molti grandi imperi dell’antichità. Secondo recenti studi, avrebbero contribuito prima all’ascesa dell’Impero Romano e poi alla sua caduta. Alcuni ricercatori di Basilea e Ginevra, finanziati dal Fondo Nazionale svizzero per la Scienza (FNS) hanno condotto degli studi per tentare di ricostruire il clima dell’antico Egitto governato dai Romani, nel tentativo di comprendere meglio gli effetti che i cambiamenti climatici hanno avuto sulla storia di una regione o di un impero.

Il team è aiutato nei suoi compiti da notevoli “fossili guida” sotto forma di quella sorta di cartellini in legno legati alle mummie egizie di epoca romana. Prima di inviare il proprio defunto all’imbalsamatore, le famiglie attaccavano alla salma una targhetta in legno con il nome del defunto, i nomi dei genitori e, talvolta. un breve messaggio religioso. Le targhette erano un modo per identificare il defunto, che non sarebbe stato più riconoscibile una volta avvolto nelle bende, e garantire che gli imbalsamatori non mischiassero i corpi.

Le targhette di legno forniscono, dunque, più informazioni oltre all’identità di Pkyris, il defunto figlio di Besis e Senpnouth, o della defunta Tsenpetese, figlia di Panahib. Contengono preziose informazioni sul clima dell’epoca perché, come tutti i manufatti lignei, presentano i preziosi anelli di accrescimento. Ogni anello segna il passaggio di un anno e se gli anni buoni sono indicati da ampi anelli, poiché l’albero è cresciuto più velocemente, quelli più stretti possono essere la prova di anni problematici, tra cui la siccità.

Pochi pezzi di legno ovviamente non bastano a ricostruire il clima dell’epoca. Sarebbe necessario osservare lo stesso schema in almeno diverse dozzine di campioni e maggiore è il numero di sovrapposizioni, più affidabili sono le conclusioni. Inoltre, per ricreare le sottigliezze della fluttuazione climatica, è essenziale confrontare gli anelli di crescita di diverse specie arboree con diverse risposte a condizioni climatiche come la siccità o il caldo estremo.

François Blondel, archeologo dell’Università di Ginevra, osserva quanto siano importanti le targhette delle mummie per gli scopi della ricerca perchè nei vari muesi del mondo sono conservate migliaia di targhette in legno, poi realizzate con molte specie arboree diverse, come pini, cipressi, cedri e ginepri.

In un articolo sulla rivista International Journal of Wood Culture, il ricercatore ha analizzato le sequenze di anelli di oltre 300 targhette. Ha quindi identificato le sovrapposizioni, in altre parole, i casi in cui le sequenze di anelli combaciano tra loro.

Queste sovrapposizioni forniscono un primo profilo di come era il clima nel Mediterraneo orientale, nell’odierno Libano, nelle isole greche o sul delta del Nilo, le aree in cui gli alberi venivano tagliati per realizzare le targhette. Gli anelli mostrano diversi anni buoni ma anche una sfortunata successione di siccità, ma le date effettive non sono ancora chiare e, secondo Blondel, è ancora presto per assegnare una data precisa agli anelli e agli eventi che registrano.

Il prossimo passo in avanti sarà quindi quello di collocare questi eventi nella storia  e, con un po’ di fortuna e tanta ricerca, i ricercatori troveranno un esemplare databile. A quel punto, cercando sovrapposizioni con altre targhette della stessa specie di albero e regione, potrebbe essere possibile individuare l’esatta cronologia della targhetta e quindi della mummia. In caso contrario, dovranno ricorrere alla datazione al radiocarbonio. Combinando diversi campioni di legno prelevati lungo gli anelli dello stesso esemplare, è possibile ridurre statisticamente l’incertezza della datazione, praticamente a zero, nella migliore delle ipotesi ma è ancora necessario trovare gli esemplari giusti e, soprattutto, ottenere il permesso dai musei per l’analisi invasiva al radiocarbonio.

Secondo Sabine Huebner, docente di storia antica dell’Università di Basilea che coordina il lavoro di storici, archeologi e climatologi, la ricerca è appena agli inizi e le targhette delle mummie egizie sono solo uno strumento per ricostruire il clima dell’Egitto romano, il granaio dell’Impero, e capire come le fluttuazioni climatiche abbiano influenzato i cambiamenti nella società, nel governo e nell’economia e farne, come sempre si dice con clamore, un perfetto esempio di come le questioni sollevate dalla storia antica possano essere di pressante importanza per il mondo moderno.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: FNS

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