venerdì, 4 Ottobre 2024
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BAGNO RITUALE EBRAICO DI I SECOLO D.C. SCOPERTO A GERUSALEMME

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Un mikveh, il bagno rituale purificatorio ebraico risalente al periodo del Secondo Tempio, a Gerusalemme,  è stato recentemente portato alla luce nel giardino del Getsemani, ai piedi del Monte degli Ulivi. Il manufatto è stato ritrovato durante una serie di lavori infrastrutturali nei pressi di un tunnel vicino alla Chiesa del Getsemani, dove è presente l’inedita cavità artificiale sotterranea.

La cavità nella roccia gerosolimitana sarebbe stata identificata come il classico bagno rituale ebraico, datato a circa 2.000 anni or sono, proprio nel periodo in cui Gesù Cristo sarebbe stato attivo nella zona, secondo la tradizione cristiana.

L’origine del mikveh nella storia religiosa ebraica è oscura: si suppone che la totale immersione nel bagno rituale, conferisca purezza, nel rispetto delle pratiche dettate dalla Torah.

La proficua collaborazione tra gli archeologi dell’Israel Antiquities Authority e quelli dello Studium Biblicum Franciscanum, un istituto di ricerca francescano vicino alla moderna Chiesa del Getsemani, ha portato alla luce un’ennesimo elemento della storia di Gerusalemme.

La costruzione della moderna Chiesa del Getsemani iniziò nel 1919 e durò cinque anni. Durante il processo di costruzione, furno scoperti i resti di un’antica chiesa bizantina precedentemente sconosciuta risalente al VI secolo d.C., poco prima della conquista della Terra Santa da parte del califfo Umar nel 636 d.C.,  e una successiva chiesa crociata. La chiesa bizantina, rimasta in uso fino alla conquista omayyade, era decorata nel caratteristico stile bizantino con numerose iscrizioni in greco sparse sul pavimento.

Leah Di Segni, dell’Università Ebraica di Gerusalemme, e Rosario Pierri, dell’Istituto Francescano, rivelano che le iscrizioni recitino una preghiera per la memoria e il riposo degli amanti di Cristo, con una lode a Dio che hanno ricevuto il sacrificio di Abramo, con un’esortazione sempre a Dio ad accettare l’offerta dei suoi servi per ottenere la remissione dei peccati.

Il nome Getsemani, parola aramaica che significa “frantoio”, è spesso interpretato per indicare la produzione di olio d’oliva e, probabilmente, il bagno rituale veniva usato dagli antichi fabbricanti prima della loro produzione quotidiana perché secondo la legge ebraica dovevano purificarsi prima di lavorare.

Nell’antica Gerusalemme sono stati trovati un gran numero di mikveh, non pochi risalenti al periodo del Secondo Tempio ma nessuno di questi era stato scoperto nel Getsemani e risalenti a quel particolare periodo storico.

I mikveh del I secolo d.C. si trovano anche altrove nell’antico territorio dei Regni di Giuda e Israele: in Giordania, per esempio, gli archeologi hanno portato alla luce un monumentale bagno rituale nel palazzo del re Erode Antipa a Machaerus, anche se continuano ad essere piuttosto rari in Galilea.

Un ulteriore mikveh del I secolo d.C. scavato nella roccia calcarea è stato rinvenuto vicino al Kibbutz Hannaton, a nord di Nazareth, ed è stato salvato dai membri della comunità dall’umiliazione di essere coperto dai lavori stradali. Incapaci di persuadere le autorità a costruire altrove l’infrastruttura, gli abitanti di Hannaton hanno raccolto denaro e sono riusciti a ritagliarlo dalla roccia e a ricollocare l’intero manufatto accanto al loro bagno rituale moderno.

Le rovine di Gamla o Gamala, un sito collinare battuto dal vento arroccato a est del Mar di Galilea e affacciato sul lago, distrutto dai Romani nel I secolo d.C., contengono anche un mikveh all’interno del cortile della sinagoga. Rispetto al bagno rituale del Getsemani, questo era chiaramente usato dai fedeli, non dagli artigiani dell’olio d’oliva o altro.

Il Getsemani, uno dei santuari più importanti della Terra Santa, negli ultimi scavi archeologici condotti in questo sito, ha confermato l’antichità della memoria e della tradizione cristiana ribadendo la proficua collaborazione tra la Custodia di Terra Santa, lo Studium Biblicum Franciscanum e l’Israel Antiquities Authority.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Mikveh 2009

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