venerdì, 6 Dicembre 2024
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TUTTI GLI UOMINI DELLA TOMBA DELLA COPPA DI NESTORE…

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La Tomba della Coppa di Nestore, una delle tombe della Necropoli di San Montano (Isola d’Ischia, antica Pitecusa/Pithekoussai), la nr. 168, datata a fine VIII sec. a.C., non ha contenuto un solo individuo, secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE da Melania Gigante dell’Università di Padova.

Tra i 27 reperti ceramici in tutto, di cui (caso unico) 4 crateri, 2 euboici e 2 locali, spicca una kotyle rodia, nota come Coppa di Nestore, appunto, risalente alla seconda metà dell’VIII sec. a.C. Su di essa, dopo la cottura, è stata incisa, in alfabeto euboico, un’iscrizione metrica di tre versi, in dialetto ionico che recita: «Sono la coppa di Nestore, buona a bersi. Chiunque berrà da questa coppa sarà preso da Afrodite dalla bella corona». I tre versi dell’iscrizione alludono alla famosa coppa descritta nell’Iliade di Omero e sono ritenuti tra le più antiche attestazioni scritte della tradizione omerica.

La Coppa è in esposizione permanente al Museo Archeologico Nazionale di Villa Arbusto, Lacco Ameno (Isola d’Ischia).

La Tomba della Coppa di Nestore è considerata una delle scoperte più intriganti dell’archeologia pre classica mediterranea. Oltre al citato ricco corredo e l’eccezionale coppa omonima con una delle prime iscrizioni greche conosciute, la tomba contiene ossa incenerite che, ricerche precedenti, suggerivano appartenessero a un singolo giovane individuo.

Nello studio recentemente pubblicato, il team di ricercatori ha eseguito analisi dettagliate sulla forma (morfologia) e sui tessuti (istologia e istomorfometria) dei 195 frammenti ossei combusti provenienti dalla tomba. Hanno determinato che solo circa 130 di questi frammenti sono umani, mentre almeno 45 appartengono ad animali, comprese capre e forse cani. Tra i resti umani, i ricercatori hanno identificato il tessuto osseo caratteristico di diverse fasi della vita, indicando almeno tre individui di età diverse, fornendo una classificazione che individui fossero ospitati nella Tomba della Coppa di Nestore.

Lo studio non è stato in grado di determinare i dettagli sui resti umani, dalla loro età alla morte o il motivo per cui sono stati deposti con la coppa. Per quanto riguarda i resti animali, i ricercatori sospettano che questi potrebbero essere stati inclusi come dono o come compagni per i deposti.

Questo studio mostra quanto possano essere utili i dati istologici per l’esame dei luoghi di sepoltura e ulteriori studi di questo tipo potrebbero svelare soluzioni a interrogativi che ancora circondano questa tomba e la sua famosa coppa.

Secondo gli autori, la ricerca riscrive la storia e la precedente interpretazione archeologica della Tomba della Coppa di Nestore, gettando nuova luce sulle pratiche funerarie, la cultura e la società dei coloni greci nell’antico Mediterraneo occidentale.

La ricerca, che unisce il grande lavoro di interpretazione archeologica a specifiche conoscenze in istologia e analisi avanzate sui resti inceneriti, ha segnato un duplice obiettivo: in primo luogo, i ricercatori sono riusciti a ricostruire l’osteobiografia degli individui della Tomba 168 di Pithekoussai, il primo insediamento di coloni greci in Italia, individuando chi è stato deposto nella tomba; in secondo luogo, lo studio potrà tracciare una nuova via metodologica verso la ricostruzione della vita-storia delle persone nell’antichità, anche in caso di scarsa conservazione e/o complessità dell’assemblaggio scheletrico.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Paestum

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