TAVOLETTE IN CUNEIFORME MOSTRANO I PRIMI ELEMENTI DELLA LINGUA AMORREA
Un team di assiriologi, gli studiosi della storia, dell’archeologia e della lingua dell’antica Mesopotamia, nella faticosa ricerca di decifrare tavolette cuneiformi relative a idiomi comel’accadico, il sumero, l’elamita, l’aramaico e l’ugaritico, hanno recentemente effettuato una grandiosa scoperta. Nathan Wasserman, docente presso l’Istituto di Archeologia dell’Hebrew University e del Dipartimento di Antiche civiltà del Vicino Oriente, coadiuvato da Yoram Cohen del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Tel Aviv, hanno scoperto quello che definiscono un “cambiamento di paradigma” di importanza fondamentale nello studio della lingua amorrea.
Le notizie sono incentrate su due tavolette in caratteri cuneiformi ascrivibili alla fine del XIX secolo a.C. Era l’era di Hammurabi, il re babilonese noto per il Codice di Hammurabi, la raccolta di leggi più completo dell’antico Oriente.
Le due tavolette sono state trovate in Iraq durante la Guerra del Golfo e da lì sono state messe al sicuro (termine da prendere con le dovute cautele…) in un luogo sicuro all’estero. Tuttavia, i due manufatti sono spariti tra migliaia di altri documenti e reperti archeologici rinvenuti sul campo. Solo di recente, più di 30 anni dopo la loro scoperta, hanno attirato l’attenzione di due ricercatori.
Andrew George dell’Università di Londra e Manfred Krebernik dell’Università di Jena, hanno pubblicato, sull’ultimo numero della rivista Revue d’assyriologie et d’archéologie orientale, delle fotografie di queste tavolette insieme a un’analisi meticolosa delle informazioni rese su di esse.
Il testo sulle tavolette assomiglia a un manuale linguistico diviso in due parti. Sulla prima parte compaiono parole e frasi in lingua amorrea, un antico idioma di cui gli studiosi hanno ben poca conoscenza e che pensavano non avesse un sistema di scrittura; la seconda parte secondo contiene la trascrizione del medesimo testo in accadico, una lingua conosciuta che può essere letta e tradotta.
Wasserman e Cohen osservano che nel testo compaiono parole facilmente riconoscibili a chiunque conosca l’ebraico e confermano che già nel II millennio a.C. esisteva una lingua parlata molto vicina all’ebraico, finora conosciuta solo dal I millennio a.C.
Cohen ha trascritto una parte del testo amorreo dal cuneiforme e ne ha presentato una moderna traduzione ebraica. Il risultato è interessante:
- la riga ti -nam me -e la – a – i -de -ni si tradurrebbe in ten mayim al yadenu (“Dai acqua alle nostre mani”);
- ia – a – a -nam si -qí-ni – a -ti diventerebbe yeinam shiqiniti (“Versaci vino”);
- si – ḫa šu -ul – ḫ a -nam si tradurrebbe […] et hashulhan (“Prendi la tavola”);
- la – a ḫ -ma -am bi -lam na – a -NAM diventerebbe […] lehem eleinu (“Portaci il pane”);
- bi -ik -ra -ti -ia za -ba – a – ḫa a -na DI ĜIR -ia la -am – [ti] -in si tradurrebbe et zevah bikurai lo eten le’eli (“Farò un sacrificio a mio Dio”).
Questo manuale linguistico, che comprende frasi relative agli incontri tra persone, alla preparazione del cibo e a situazioni della vita quotidiana, è praticamente l’unica documentazione della lingua amorrea e l’esempio più completo fino ad oggi. Cohen conferma che fino ad oggi si è avuta una conoscenza molto frammentaria dell’amorreo, principalmente da nomi propri proposti su tavolette babilonesi. Con queste evidenze, la lingua ci viene rivelata con una documentazione certa, con un minimo di grammatica e di vocabolario.
Wasserman osserva che in altre sezioni si leggono nomi di divinità così come espressioni d’amore in una lingua prossima all’ebraico più antico, una sorta di proto-ebraico, che confermerebbe che l’ebraico si sia sviluppato dall’accadico.
Gli Amorrei, di cui è stata appena fatta un po’ di luce sulla lingua, erano una popolazione semitica occidentale, seminomade, la cui invasione in Mesopotamia determinò intorno al 2000 a.C. la fine dell’Impero di Ur, e una profonda crisi in tutta la regione. Raggiunsero la sua maturità politica intorno al 1800 a.C. e nel testo biblico gli Amorrei sono menzionati come una delle “nazioni” che abitavano Canaan al tempo in cui fu conquistata, come indicato nel Libro, dalle tribù israelite.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: The Amorite and the Amurrû of the Inscriptions
Mi congratulo per la solerzia e competenza con cui si parlato del ritrovamento delle tavolette protoebraiche
Grazie.
Salve Maria Teresa, La ringrazio per leggermi
No grazie a lei di pubblicare articoli chiari e foto reperti sulle lingue antiche e poco documentate .Mi diletto a cercare di conoscere qualcosa di queste lingue scomparse,ma è una ricerca davvero difficile ,in quanto spesso informazioni, immagini e bibliografie sono spesso introvabili.
Cara Maria Teresa, è sempre interessante sapere che le proprie passioni siano interessate all’archeologia e a tutte le sue sfumature. Grazie ancora