venerdì, 26 Luglio 2024
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RESISTENZA E RESILIENZA DEL MONASTERO DI LYMINGE, INGHILTERRA, AGLI ATTACCHI VICHINGHI DEL IX SECOLO

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Un nuovo studio realizzato dagli archeologi dell’Università di Reading rivela quanto i monasteri anglosassoni siano stati più resistenti agli attacchi vichinghi di quanto si sia pensato fino a oggi.

Lyminge, un monastero nel sud-est del Kent, a circa 8 km da Folkestone e dal Tunnel della Manica, era posizionato in prima linea durante le lunghe e continue attività ostilii e di aggressione dei Vichinghi che si concluse con le vittorie di Alfredo il Grande. Secondo recenti ricerche archeologiche, il monastero ha subito ripetuti attacchi ma ha anche resistito al crollo, per quasi un secolo, grazie a efficaci strategie difensive messe in atto dai governanti ecclesiastici e secolari del Kent, alle depredazioni vichinghe.

Secondo Gabor Thomas del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Reading, dopo un esame dettagliato delle tracce archeologiche e delle fonti storiche, l’immagine degli spietati predoni vichinghi che massacrano monaci e monache indifesi si basa su documenti scritti, ma un riesame delle fonti mostra che i monasteri avevano più capacità di recupero di quanto si pensasse.

Nonostante si trovi in ​​una regione del Kent che ha sopportato quasi tutto il peso delle incursioni vichinghe tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo, i nuovi studi suggeriscono che la comunità monastica di Lyminge non solo è sopravvissuta a questi attacchi, ma si sia ripresa più completamente di quanto gli storici pensassero in precedenza. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Archaeologia.

Durante gli scavi archeologici 2007-2015 e quelli del 2019, gli archeologi hanno portato alla luce gli elementi architettonici principali del monastero, inclusa la cappella circondata da diversi edifici in legno e altre strutture dove i confratelli monastici e i loro dipendenti vivevano la loro vita quotidiana. La datazione al radiocarbonio di ossa di animali macellati e scartate come spazzatura indica che questa occupazione persistette per quasi due secoli dopo l’istituzione del monastero nella seconda metà del VII secolo.

I documenti storici conservati nella vicina Cattedrale di Canterbury mostrano che, dopo un’incursione nell’804 d.C., alla comunità monastica di Lyminge fu concesso asilo nella relativa sicurezza del rifugio protetto da cinta muraria di Canterbury, un’antica città romana e capitale amministrativa ed ecclesiastica del Kent anglosassone .

Gli scavi archeologici, però,  mostrano che i monaci non solo tornarono per ristabilire il loro insediamento a Lyminge, ma continuarono a vivere ed edificare per diversi decenni nel corso del IX secolo. Manufatti databili, come le monete d’argento scoperte nel sito, hanno fornito al team dell’Università di Reading una concreta ipotesi del ristabilimento della comunità monastica.

Thomas ritiene che questa ricerca dipinga un quadro più complesso dell’esperienza dei monasteri durante quei periodi complicati, mostrando maggiore resistenza rispetto ai resoconti popolari delle incursioni vichinghe basate su eventi storici registrati come quelli nel monastero dell’isola di Lindisfarne, nel 793 d.C., resi famosi dalla celebre serie televisiva Vikings.

Secondo Thomas e colleghi, la resilienza del monastero è stata successivamente portata oltre il punto di rottura. Entro la fine del IX secolo, in un momento in cui il re anglosassone Alfredo il Grande era impegnato in un conflitto su vasta scala con gli eserciti vichinghi invasori, il sito del monastero sembrerebbe essere stato completamente abbandonato, molto probabilmente a causa della pressione bellica sostenuta a lungo termine degli eserciti vichinghi che sono noti per essere stati attivi nel Kent sud-orientale negli anni 880 e 890.

Le fonti scritte confermano che una nuova stabilità fu finalmente ripristinata a Lyminge solo durante il X secolo sotto l’autorità degli arcivescovi di Canterbury che avevano acquisito le terre precedentemente appartenenti al monastero.

Lo studio pubblicato si basa sui risultati di una ricerca durata oltre un decennio, tra indagini archeologiche e vaglio delle fonti scritte sul borgo di Lyminge, fondata dagli Anglosassoni nel V secolo, e il suo monastero.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Reading

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