L’Oxford Archaeology (OA) e la Cambridge Archaeological Unit (CAU) hanno recentemente collaborato a un programma di restauro delle  ceramiche del primo neolitico provenienti da Gilden Way, Harlow. Gli oltre 8.000 frammenti sono stati recuperati da un recinto rialzato scavato dalla Oxford Archaeology nel 2017, in una operazione di archeologia preventiva prima della realizzazione di un complesso residenziale.

Secondo Tom Phillips, Senior Project Manager della OA, il vantaggio di realizzare un progetto come questo non è solo nel valore aggiunto che si ottiene dalla possibilità di studiare la cultura materiale molto più da vicino del normale, ma anche nell’esperienza collaborativa di condivisione di idee e conoscenze con colleghi di altre organizzazioni.

I recinti rialzati rappresentano alcuni dei primi esempi di spazi chiusi in Gran Bretagna, apparsi per la prima volta intorno al 3700 a.C. nell’estuario del Tamigi e nell’Inghilterra orientale, prima di diffondersi nel resto dell’Inghilterra meridionale e del Galles meridionale nel corso delle generazioni successive. Sono spesso di pianta ovale e sono formati da brevi tratti discontinui di argini e fossati separati da strade rialzate.

Forse erano insediamenti o luoghi di occupazione permanente, ma l’opinione degli archeologi è quella che fossero luoghi pubblici adoperati da gruppi umani neolitici, forse per banchetti o cerimonie per ricordare i loro antenati.

Nelle isole britanniche sono noti circa 80 recinti rialzati, restando un raro tipo di monumento ed è molto significativo quando un recinto precedentemente sconosciuto possa essere indagato attraverso uno scavo completo.

Affacciato su un affluente del fiume Stort, il recinto di Harlow era di forma semicircolare e formato da un unico circuito; i segmenti di fossato e pozzi interni più piccoli, sono risultati ricchi di frammenti di vasi di ceramica, strumenti di selce e resti di cibo carbonizzato.

Secondo Mark Knight, Senior Project Officer di CAU, quando si presenta l’opportunità di mettere gli occhi e le mani su un vasto deposito di ceramiche del primo neolitico da un ‘singolo contesto’, si approfitta della possibilità offerta alla ricerca. Vasta gamma di contenitori, variabilità delle forma, trattamento della ceramica, decorazioni: tutti questi dettagli vengono studiati e registrati per i confronti della successiva ricerca.

In uno spazio fornito dalla School of the Humanities and Social Sciences dell’Università di Cambridge, il progetto di assemblaggio ha coinvolto un team di studiosi di ceramiche preistoriche di OA e CAU che hanno disposto migliaia di frammenti di ceramica come un puzzle molto complesso.

Lo scopo dell’assemblaggio erè quello di verificare quanto un singolo vaso potesse essere ricomposto, stabilendo un semplice catalogo di contenitori ceramici e approntare anche una scala di utilizzo degli stessi.

Lo studio su Harlow ha permesso, inoltre, di comprendere i processi di rottura e deposizione, se i vasi siano stati depositati interi o facevano parte di un accumulo più generale di materiale dismesso relativo all’occupazione avvenuta nel tempo. Allo stesso tempo, il progetto di assemblaggio ha contribuito a stabilire collegamenti definiti tra le diverse fasi del monumento, dimostrando chiare relazioni tra segmenti di fossati distanti decine di metri.

In generale, il progetto contribuirà a determinare la durata di uso del recinto rialzato e a stabilire se il monumento abbia rappresentato un luogo di uso a breve termine o a lungo termine.,

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Archeologia di Oxford

Ceramica neolitica