martedì, 19 Marzo 2024
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NUOVI FASTI PER LA NECROPOLI ALESSANDRINA DI SHATBY

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Poco meno di un mese fa, ho avuto il piacere di visitare Alessandria d’Egitto e alcune delle sue necropoli, riscontrando una preoccupante incuria. Oggi, invece, leggo e ve ne rendo partecipi, care lettrici e cari lettori, di un nuovo progetto archeologico gestito dalla Società Archeologica di Alessandria (fondata nel 1893) e sponsorizzato dalla Fondazione AG Leventis, sotto l’egida del Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano che ha fornito la concessione.

Il progetto riguarda il restauro, la tutela e la valorizzazione di uno dei siti archeologici più importanti di Alessandria, la Necropoli di Shatby. E’ situata nel cuore della città moderna, a poche centinaia di metri a est della Nuova Biblioteca di Alessandria.

E’ il primo sito archeologico di Alessandria risalente alla fine del IV/inizi del III secolo a.C., una necropoli ellenistica che ha custodito i resti delle prime generazioni di alessandrini greci, quelli che “costruirono” la più grande città del mondo ellenistico.

La Necropoli Shatby è stata scoperta all’inizio del XX secolo da Evaristo Breccia, secondo direttore del Museo greco-romano e terzo segretario generale della Società archeologica di Alessandria. È costituito da una corte a cielo aperto, scavata nella roccia naturale di Alessandria, che consente di accedere a una serie di camere di sepoltura.

Le facciate delle camere funerarie erano adornate da motivi architettoniche in rilievo in ordine ionico e dorico. All’interno delle camere sepolcrali, gli inumati erano collocati in nicchie rettangolari tagliate nelle pareti. I loculi erano sigillati con lastre, decorate con imitazioni dipinte di porte chiuse, sopra le quali erano incisi i nomi dei morti.

Una delle camere sepolcrali è dominata da due klinai funerari scavati nella roccia, utilizzati per offrire simbolicamente speciali simposi funerari. La Necropoli di Shatby ha prodotto numerosi reperti, sia in termini di varietà che di quantità, tra cui stele funerarie dipinte e in rilievo, urne funerarie intatte, alcune delle quali del tipo Hadra, sculture minori, monete e una grande varietà di belle ceramiche.

Sfortunatamente, nel periodo successivo alla sua scoperta, il complesso di Shatby ha dovuto affrontare gravi problemi e danni alla sue impressionanti decorazioni murali. Inoltre, uno strato di sabbia spesso 70 cm ha coperto sia il cortile che le camere funerarie, consentendo la concentrazione di notevoli quantità di acqua durante i periodi di pioggia. Nel corso degli ultimi cento anni si è sviluppato un ambiente piuttosto poco fruibile e poco interessante.

Con il tempo, il sito è oggi ignorato non solo dai viaggiatori e dai moderni residenti della città, ma anche dai settori turistici ed educativi di Alessandria. Nel frattempo, altri monumenti nel Mediterraneo di valore e aspetto simili, come quelli di Paphos e Verghina, sono inclusi nell’elenco dei Monumenti Wold Heritage protetti dall’Unesco e ricevono migliaia di visitatori ogni anno.

Il programma finanziato comprende: 1) la pulizia sistematica del sito, 2) la costruzione di sistemi di drenaggio per la rimozione delle acque piovane dal sito, 3) il completo potenziamento del sito archeologico, 4) il rinnovamento di tutte le strutture moderne e recinzioni, 5) la creazione di un centro informazioni, 6) la documentazione digitale completa del sito (in collaborazione con Cyprus Institute), 7) la pubblicazione di una nuova guida in tre lingue (arabo, greco e inglese), 8 ) lo studio aggiornato della necropoli, basato sulla nuova documentazione e sulle informazioni rintracciate da precedenti indagini archeologiche.

Attendiamo fiduciosi e la prossima visita ad Alessandria, costituirà una tappa obbligata!

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

 

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