venerdì, 6 Dicembre 2024
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NAVE E NECROPOLI VICHINGHE INDIVIDUATE IN NORVEGIA

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Una grossa nave vichinga in legno di quercia, lunga oltre venti metri, sarà finalmente portata alla luce per essere salvaguardata e valorizzata. A Gjellestad, nel sud-est della Norvegia, gli archeologi hanno scelto di effettuare lo scavo per proteggere ciò che resta della scoperta, del 2018, e garantire nuove  conoscenze sull’era vichinga.

La nave è sepolta in un noto sito archeologico vichingo, a Gjellestad, che gli archeologi hanno individuato nell’autunno del 2018, utilizzando scansioni georadar (GPR), in grado di rilevare strutture sotterranee. Le scansioni hanno rilevato non solo la nave, ma anche il sito della necropoli vichinga, sepolti sotto quelli che dovevano essere dei tumuli funerari.

Dalle prime indagini, il team ha indicato che la nave Gjellestad sia stata costruita tra la fine dell’VIII secolo e l’inizio del X secolo d.C. e, probabilmente, era stata progettata per percorrere lunghe distanze in mare. Gli archeologi hanno esitato a scavare la nave senza un opportuno progetto di recupero del legno umido sepolto da oltre 1000 anni e che può essere danneggiato se esposto all’aria aperta. Dopo un saggio di prova nel 2019, gli archeologi hanno ritenuto che avrebbero dovuto portare alla luce i resti della nave al più presto, per evitare di perderla definitivamente a causa di un particolare fungo aggressivo.

La nave è risultata molto deteriorata e, in alcuni casi, sono rimaste solo le impronte delle assi, i chiodi in ferro e l’unica parte  ancora in buono stato è il massiccio legno della chiglia, anche questa aggredita da funghi e indebolita da periodi di siccità.

Gli archeologi, dunque, inizieranno a breve, salvo restrizioni COVID 19, la campagna di recupero della nave e della necropoli circostante al fine di ottenere preziose informazioni  dalle impronte del legno, dai manufatti e dalle diverse analisi dei terreni circostanti.

Il processo programmato vedrà la prima analisi della terra circostante la nave e la relativa setacciatura, per individuare manufatti smossi dalle procedure di aratura dei secoli precedenti che hanno praticamente rasato i tumuli funerari. Inoltre, tutto il sito sarà protetto da una tensostruttura e si inizierà a rimuovere la terra che ha riempito la nave dopo la sua sepoltura. Allo stesso tempo, gli archeologi del Museum of Cultural History della Norvegia e del NIKU (Norsk institutt for kulturminneforskning), documenteranno ogni stato del legno rimanente e ne eseguiranno scansioni 3D.

I resti di legno della nave dovranno essere tenuti bagnati durante gli scavi e successivamente saranno trattati con glicole polietilenico (PEG), una sostanza che fornirà solidità e resistenza al legno marcio.

Attendiamo, dunque, l’esito degli scavi…

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: NIKU

Norvegia

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