DAL DESERTO DELLA GIUDEA ARRIVANO NUOVI ROTOLI DEL MAR MORTO
A 60 anni dall’ultima scoperta, nuovi frammenti di un Rotolo del Mar Morto sono stati rinvenuti durante alcune ricognizioni effettuate in una delle grotte del Deserto della Giudea. I ricercatori della Israel Antiquities Authority ritengono che i frammenti, scritti principalmente in greco, in cui solo il nome di Dio, Yahweh, appare in antiche lettere ebraiche tipiche del periodo del Primo Tempio, sembrano appartenere al cosiddetto “Libro dei 12 Profeti minori“, tra i cui autori spiccano Zaccaria e Naum.
È probabile che la nuova scoperta sia riferibile a una parte mancante del Rotolo dei Profeti Minori, scoperto nel 1952, che include la Profezia di Michea sulla “fine dei giorni” e l’ascesa di un sovrano proveniente da fuori Betlemme.
Un’altra scoperta particolarmente entusiasmante nel corso delle ricerche realizzate proviene dal rinvenimento di un manufatto estremamente raro e singolare, il più antico cesto giunto fino a noi. Realizzato in piccole cannette intrecciate, il cesto neolitico, completo di copertura, avrebbe circa 10.500 anni sulla base della datazione al radiocarbonio effettuata da Elisabetta Boaretto del Weizmann Institute of Science di Rehovot.
Come per i rotoli molto più recenti, il cesto è sopravvissuto ai millenni grazie alle estreme condizioni di caldo arido delle Grotte di Muraba’at, nella Riserva di Nahal Dargadi. Secondo gli archeologi, grazie alla grande capacità del manufatto di circa 90-100 litri, il manufatto sarebbe stato adoperato per la conservazione di derrate alimentari ad uso delle popolazioni nomadi della zona soprattutto perché era collocato in una fossa scavata nel pavimento della grotta. Tuttavia, non sono stati trovati resti alimentari o di altri elementi all’interno.
Il team di ricognizione ha anche rinvenuto i resti una giovane individua, mummificati in modo naturale. Completo di capelli, il corpo è stato datato a circa 6.000 anni or sono ed era posto in posizione fetale, aveva apparentemente un’età tra i 6 e i 12 anni, sulla base di un esame preliminare condotto da Hila May dell’Università di Tel Aviv.
Inoltre, gli archeologi hanno anche trovato un “tesoretto” di monete coniate nei giorni della rivolta di Bar Kochba contro i Romani, 132-135 d.C.: le monete recano i tipici simboli ebraici dell’epoca, come un’arpa e una palma da dattero.
Lavorando in tre squadre sotto la guida dei funzionari dell’IAA, Oriah Amichai, Hagay Hamer e Haim Cohen, i ricercatori hanno anche scoperto punte di frecce e lance, residui di tessuti intrecciati, sandali e persino dei pettini in osso, tutti databili al tempo della rivolta.
Queste straordinarie scoperte sono state realizzate grazie a una massiccia missione di ricognizione organizzata per trovare dati e oggetti di epoca preistorica e biblica, prima dei frequenti saccheggiatori: secondo il direttore generale dell’IAA, Israel Hasson, il saccheggio delle antichità è un enorme problema quotidiano in tutto il Vicino Oriente, da monitorare costantemente.
Il progetto di ricognire tutte le grotte e le gole del Deserto della Giudea è iniziato nel 2017 come progetto un IAA in collaborazione con il Dipartimento di Archeologia dell’amministrazione dei territori palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza ed è stato finanziato dal Ministero degli Affari e del Patrimonio israeliano: fino ad oggi sono stati setacciati circa 80 chilometri di grotte nel deserto anche con l’ausilio di droni per accedere a luoghi particolarmente inaccessibili.
Da quando un pastore beduino scoprì i primi rotoli nel 1947, questi antichi testi hanno rivoluzionato la conoscenza del giudaismo del Secondo Tempio e dei molti gruppi e sette da cui, alla fine, emersero il Giudaismo rabbinico e il Cristianesimo, un periodo in cui l’Antico Testamento non era ancora stato finalizzato alla funzione moderna riservatagli oggi.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: IAA