venerdì, 6 Dicembre 2024
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CINQUE MEGATERREMOTI CHE POTREBBERO AVER CAUSATO L’ABBANDONO DI TEOTIHUACAN, MESSICO

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Una sequela di potenti terremoti potrebbe aver portato al declino e all’eventuale abbandono della città mesoamericana pre-azteca di Teotihuacan, suggerisce un nuovo studio.

Teotihuacan, che si trova a nord-est dell’odierna Città del Messico e fiorì tra il 150 a.C. e il 650 d.C., aveva una popolazione di oltre 100.000 abitanti al suo massimo splendore, ma diversi secoli dopo quel numero crollò sostanzialmente, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Archaeological Science: Reports.

I ricercatori si chiedono da tempo cosa abbia causato questo drammatico calo demografico, ipotizzando guerre e carestie. Tuttavia, una nuova analisi di alcune delle iconiche piramidi della città rivela che Teotihuacan fu colpita da cinque pericolosi terremoti che scossero la città all’incirca tra il 100 e il 600 d.C.

Secondo  l’autore principale dello studio, Raúl Pérez-López, un geologo sismologo presso l’Instituto Geológico y Minero de España, i megaterremoti si distinguono come gli eventi sismici più formidabili mai documentati e hanno origine in zone di subduzione, come la Fossa centro-americana, una fossa oceanica nell’Oceano Pacifico che è una delle zone di subduzione più grandi del mondo e il confine tra diverse placche tettoniche, quella di Nazca e quella Nordamericana. Cosa li distingue è la loro straordinaria magnitudo e la loro frequenza relativamente rara rispetto ad altri eventi sismici.”

Ad esempio, secondo Pérez-López, un megaterremoto è così potente che l’energia sismica che emette “è equivalente all’energia liberata da circa 32.000 bombe nucleari di Hiroshima, simile a quello recentemente verificatosi in Giappone nel 2011. Inoltre, il rilascio di un’energia così sconcertante durante un megaterremoto può avere conseguenze catastrofiche per le regioni circostanti, confermandone l’immenso potenziale distruttivo di questi eventi sismici.

Per lo studio, i ricercatori hanno analizzato tre piramidi di Teotihuacan, tra cui il Tempio del Serpente Piumato, la Piramide del Sole e la Piramide della Luna, per verificare gli effetti archeologici del terremoto o i modelli di danno legati a forti scuotimenti del terreno. Secondo lo studio, hanno scoperto che le scosse sismiche hanno scosso la città da sud-ovest a nord-est, lasciando prove rivelatrici sulle loro facciate.

Forse la più vulnerabile delle tre piramidi è stato il Tempio del Serpente Piumato, che ha riportato spostamenti e fratture dei suoi massicci blocchi di andesite. I ricercatori hanno anche notato esempi di “angoli scheggiati” nei blocchi delle scale esterne e conci spostati.

Sebbene i ricercatori fossero a conoscenza dei megaterremoti  e li avessero studiati già nel 2010, è stato solo con questo nuovo studio che hanno scoperto l’intera portata dei danni da essi causati.

Pérez-López osserva come, sorprendentemente, nel secolo scorso, i terremoti di magnitudo superiore a 8,6 in Messico non hanno avuto un impatto significativo sulle infrastrutture di Teotihuacan, evidenziando la necessità di terremoti eccezionalmente potenti per indurre gli specifici modelli distruttivi osservati in questa antica città.

In risposta ai terremoti, gli abitanti della città rinforzarono le loro piramidi come misura precauzionale, nella fattispecie la Piramide del Sole, la struttura più grande della centro urbano, lungo il suo asse nord-sud, nel tentativo di fortificarla contro futuri terremoti. Inoltre, hanno riproposto e rimosso altri elementi danneggiati dall’attività sismica ed è interessante notare come abbiano  scelto di nascondere uno dei segni più evidenti dei danni del terremoto: la rotazione e lo spostamento della scala ovest del Tempio del Serpente Piumato.

Oggi, questi effetti archeologici dei terremoti rimangono visibili, offrendo preziose informazioni sulla resilienza e sulle strategie di adattamento delle antiche civiltà.

Tuttavia, anche le modifiche architettoniche non furono sufficienti a salvare la città dal suo eventuale abbandono alla fine del VII secolo, quando si verificò un forte calo della popolazione e una brusca perdita di potere geopolitico, secondo gli autori nello studio. .

Pérez-López ritiene che lo sconvolgimento causato da un terremoto devastante non solo scuote le fondamenta fisiche di una società, ma ne destabilizza anche le strutture sociali e politiche e la cattiva gestione del malcontento sociale, all’indomani di simili disastri, può fomentare rivolte interne, soprattutto in assenza di infrastrutture militari e urbane efficaci. Ciò crea un terreno fertile per i disordini, scatenando potenzialmente ribellioni alimentate dalle città vicine ed esacerbando le tensioni esistenti.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Manicini

Per ulteriori info: EL PAÍS

 

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