venerdì, 4 Ottobre 2024
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DALLA CULTURA NATUFIANA, BITUME SU TESCHI E TRACCE DI RITI ANCESTRALI

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Il Deserto della Giudea è una capsula del tempo unica per gli studi archeologici: grazie alle condizioni aride che prevalgono, le sue grotte conservano ottimamente antichi manufatti realizzati con materiali organici che, altrimenti, sarebbero deperiti e scomparsi in condizioni normali.

Un esempio di questo tipo di conservazioni è grotta dove sono stati scoperti alcuni affascinanti reperti, la Grotta di Nahal Hemar. La grotta è stata scoperta nel 1983 da David Alon e Eid Al-Tori e studiata dallo stesso Alon e da Ofer Bar-Yosef, tutti dell’Israel Antiquities Authority.

Tra i vari reperti rinvenuti nella grotta, sono state trovate anche ossa umane, inclusi teschi risalenti al VII millennio a.C.

Insoliti resti di bitume sono stati identificati proprio su alcune delle scatole craniche rinvenute e l’ottimo stato di conservazione di tre di esse permette di studiare il fenomeno.

Un sottile strato di bitume sembra che sia stata spalmato sulla parte posteriore del cranio ma in modo particolare: sottili filamenti di bitume sono stati preparati in precedenza, arrotolando il materiale tra le mani, e poi posizionati sul primo strato di bitume e creare l’aspetto di una rete o, secondo alcune interpretazioni, di un copricapo.

Uno studio su risultati simili ha rivelato che il trattamento e i disegni sui crani degli individui soprattutto anziani erano comuni nel VII millennio a.C.: l’origine dell’usanza risiede probabilmente nella Cultura natufiana.

I ricercatori ritengono che l’usanza abbia avuto origine nel culto degli antenati, forse per rafforzare il senso di appartenenza a un nucleo familiare allargato. Nelle società agricole, dove la densità di popolazione aumentava costantemente, l’affiliazione familiare determinava in gran parte il grado sociale occupato e lo stato economico di ogni individuo nella società. Pertanto, la conservazione e la marcatura dei crani e degli oggetti ancestrali appartenenti alla “generazione fondatrice” costituivano, secondo gli studiosi, un segno di appartenenza e status.

Altri oggetti associati a questa usanza sono le maschere: due sono state trovate nella stessa Grotta di Nahal Hemar e sono state scoperte anche in altri luoghi del paese. Teschi e maschere facciali risalenti a questo primo periodo indicano un ampio fenomeno sociale che riflette la cultura rituale locale.

Il teschio è esposto all’Israel Museum di Gerusalemme.

La Cultura natufiana definisce di un aspetto culturale epipaleolitico, con datazioni che risalgono al 12.000-10.000 a.C., con siti compresi in un’area corrispondente al Vicino Oriente, fino alla moderna Siria.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: IAA

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