venerdì, 29 Marzo 2024
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VITTIME DELLA PESTE NERA DEPOSTE CON CURA, DA CAMBRIDGE

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A metà del XIV secolo l’Europa fu devastata da una grave pandemia, la peste nera, che uccise tra il 40 e il 60 per cento della popolazione. Successivamente ondate di peste continuarono a colpire regolarmente per diversi secoli, senza essere così distruttive.

La peste uccide così rapidamente da non lasciare tracce visibili sullo scheletro e, spesso, gli archeologi non sono sempre stati in grado di identificare gli individui morti di peste a meno che non fossero stati sepolti in fosse comuni.

Sebbene sia stato a lungo sospettato che la maggior parte delle vittime della peste ricevesse una sepoltura individuale, finora è stato impossibile confermarlo.

Studiando il DNA dai denti di individui deceduti in quest tragico secolo, i ricercatori del progetto After the Plague, con sede presso il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Cambridge, hanno identificato la presenza di Yersinia Pestis, l’agente patogeno che causa la peste.

Tra questi individui ce ne sono alcuni che hanno ricevuto normali sepolture individuali in un cimitero parrocchiale e in un convento a Cambridge e nel vicino villaggio di Clopton.

L’autore principale dello studio, Craig Cessford dell’Università di Cambridge, ritiene che queste sepolture individuali mostrano che anche durante le epidemie di peste le singole persone venivano deposte con notevole cura e attenzione. Il particolare è ravvisabile nel convento dove almeno tre di questi individui sarebbero stati sepolti all’interno della canonica, dove l’unità archeologica di Cambridge ha condotto scavi su questo sito per conto dell’Università nel 2017.

Anche l’individuo sepolto presso la parrocchia di Ognissanti presso il Castello di Cambridge è stato accuratamente sepolto, contrastando con il linguaggio apocalittico utilizzato per descrivere l’abbandono di questa chiesa nel 1365 quando è stato riferito che l’edificio cadde in rovina e le ossa di i cadaveri erano esposti alle bestie.

Di converso, lo studio mostra anche che alcune vittime della peste a Cambridge hanno effettivamente ricevuto sepolture di massa. Lo Yersinia Pestis è stata identificato, infatti, in diversi parrocchiani di St Bene’t, che furono deposti insieme in una grande fossa nel cimitero scavato dal team archeologico di Cambridge per conto del Corpus Christi College.

Il Corpus Christi College, fondato dalla corporazione parrocchiale di St Bene’t per commemorare i morti, comprese le vittime della peste nera, per secoli ha accolto i defunti della pandemia ma i membri stessi del College avrebbero camminato ignari sulla sepoltura di massa sulla strada verso la chiesa parrocchiale.

Cessford ritiene che il lavoro effettuato dimostra che ora è possibile identificare gli individui che sono morti di peste e hanno ricevuto sepolture individuali, migliorando notevolmente gli studi sulla comprensione del morbo e mostrando che, anche in tempi incredibilmente traumatici durante le pandemie passate, i sopravvissuti abbiano cercato di seppellire i propri cari deceduti con la massima cura possibile.

Lo studio è pubblicato sulla rivista Journal of Archaeology.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Cambridge

Pandemie antiche

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