venerdì, 6 Dicembre 2024
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Tuthankhamon e le sue tombe…

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E’ di ieri la notizia! E’ confermato! E’ confermato che la “piccola”tomba del Faraone Tut (la KV 62) ha delle appendici!

Fonte: news.nationalgeographic.com
Fonte: news.nationalgeographic.com

Nel novembre 2015, dopo le indagini termografighe, il Ministrero delle Antichità ha concesso il permesso ad una equipe giapponese, di scandagliare con georadar non invasivo le pareti nord e ovest della camera funeraria di Tutankhamon. Ebbene dopo il cauto ottimismo iniziale, il Ministro El-Damaty e l’egittologo Nicholas Reeves (che ha sempre pensato che ci fossero ambienti celati oltre la dimora millenaria di Tut…), in una conferenza stampa, hanno dichiarato la presenza di due camere nascoste nella tomba di Tutankamon al cui interno potrebbero trovarsi materiali metallici e organici. A fine marzo è prevista una ulteriore scansione affinché si possa confermare che si tratti di un’appendice della tomba o la tomba di un un membro della femiglia di Tut stesso, che Reeves identifica come Nefertiti! Potremmo rivivere le gesta di Howard Carter?

Fonte: Ministry of Antiquities
Fonte: Ministry of Antiquities
Fonte: Ministry of Antiquities
Fonte: Ministry of Antiquities

Per approfondimenti, seguite il blog dell’egittologo Mattia Mancini e gli aggiornamenti sulla notizia. Ecco i link:

Ma anche:

La tomba di Tutankhamon nasconderebbe quella di Nefertiti?

Intanto eccovi un resoconto di come sia stata scoperta e cosa sia la Kv 62. Prima del 1922, anno della scoperta della tomba di Tutankhamon, di lui si sapeva ben poco oltre al fatto che era stato un sovrano al potere verso la fine della XVIII Dinastia (1570-1293 a.C. circa).

La maschera di Tut
La maschera di Tut

Dopo quella data, invece, egli fu per un certo tempo il faraone più famoso e da allora in avanti la sua figura e i favolosi tesori provenienti dal suo sepolcro hanno continuato ad affascinare il pubblico di tutto il mondo. Purtroppo la tomba conteneva pochissime informazioni storiche e, nonostante l’immagine alquanto più precisa del regno ottenuta grazie agli studi successivi, c’è ancora molto da sapere sia sull’uomo sia sugli avvenimenti di quel periodo.

Sembra certo che il giovane principe, a cui fu inizialmente dato il nome di Tutankhaton, fosse il figlio di Akhenaton, il cosiddetto “faraone eretico”. Quest’ultimo, insieme alla moglie Nefertiti, lasciò Tebe e fondò, in una località del Medio Egitto, una nuova capitale che chiamò Akhetaton,”l’orizzonte di Aton”, oggi El-Amama.

Rilievo Akhenaton
Rilievo di Akhenaton

Lì nacque Tutankhaton, figlio con tutta probabilità di Kiya, una moglie secondaria del re. Il giovane crebbe a corte e, all’età di sete o otto anni, sposò una ragazza di quattordici o quindici, Ankhesenpaaton, la figlia terzogenita di Akhenaton e della sua grande sposa reale Nefertiti. Nella famiglia reale il matrimonio tra fratellastri e sorellastre non era un evento eccezionale; improbabile era invece l’ascesa al trono del giovane principe, ma tutto mutò dopo la morte a breve distanza di Akhenaton e del suo successore, Neferneferuaton, che con ogni probabilità era Nefertiti stessa. Comunque, durante il breve interregno di Neferneferuaton si fecero le prime mosse per ridare importanza a Tebe, e farla diventare nuovamente il centro del culto del dio Ammon. Questo processo accelerò dopo l’ascesa al trono di Tutankhaton. La coppia dei regnanti, ben consigliata, cambiò i rispettivi nomi in Tutankhamon e Ankhesenamon, quindi la residenza della famiglia reale e la capitale amministrativa furono trasferite a Menfì, che era comunque rimasta una località importante per tutta l’epoca amarniana.

Il processo di riabilitazione religiosa e di rinnovamento politico furono gestiti da amministratori esperti: il reggente ufficiale Ay, il tesoriere Maya e il generale Horemheb. Pare certo che, sotto la guida di questi funzionari competenti, l’Egitto sia tornato a una stabilità che consentì di raggiungere una situazione di pace e prosperità simile a quella goduta durante il regno di Amenhotep III. Forse vi furono alcune operazioni militari di piccole proporzioni a oriente dove, durante il regno di Akhenaton, l’influenza egiziana si era alquanto affievolita.

Tutankhamon morì, ancora adolescente, intorno al 1325 a.C., dopo aver regnato per circa nove anni. Pare che la morte sia stata improvvisa e solo le recenti analisi sulla mummia del giovane faraone stanno portando alla luce le vere cause del suo non chiaro decesso. Proprio a causa dell’immediatezza del decesso mancava una tomba regale adeguata ad accogliere le spoglie del sovrano e, in tutta fretta, se ne approntò una relativamente piccola, progettata per una persona forse non di stirpe reale. Pochi anni più tardi, alla sua morte Ay, il successore di Tutankhamon fu sepolto nella Valle dell’Ovest in una tomba che forse in origine era stata prevista per accogliere le spoglie del giovane sovrano.

Veduta della Valle dei Re - Foto di Daniele Mancini
Veduta della Valle dei Re – Foto di Daniele Mancini

Il modesto sepolcro che diventò l’ultima dimora di Tutankhamon non era lontano dall’ingresso principale della Valle dei Re, un’area all’epoca ancora inutilizzata per le sepolture reali a eccezione del deposito di oggetti funerari KV 55 contenente materiale sepolcrale del periodo di Amarna. La tomba KV 55, così come la KV 62 (la tomba di Tutankhamon), non era stata progettata per essere una tomba regia secondo lo stile convenzionale della XVIII Dinastia. Con ogni probabilità la pianta semplice di KV 62 fu adattata, nel breve tempo a disposizione, per ospitare una sepoltura regale preparata per assomigliare il più possibile a ciò che allora si confaceva a un regnante e si crede che, osservando il modo in cui fu disposto l’arredo funerario nelle quattro camere, le esequie abbiano avuto luogo in gran fretta, senza la preparazione e l’attenzione solitamente riservate a un sovrano.

Non bisogna tuttavia giungere a conclusioni affrettate sulla base delle condizioni del luogo di sepoltura di un re che morì inaspettatamente e la cui tomba rappresenta, forse, quanto di più vicino a un sepolcro regale completo sia mai stato dato di scoprire. Inoltre, ciò che Howard Carter riportò alla luce nel 1922 non rappresenta pienamente la disposizione originaria degli arredi sepolcrali. Dopo il funerale, la tomba di Tutankhamon fu violata dai predoni almeno in due occasioni; dopo la prima incursione, il materiale pertinente all’imbalsamazione del corpo e agli ultimi riti, quelli dell’inumazione, fu ufficialmente tolto dal corridoio per essere sepolto nel nascondiglio individuato da Theodore Davis nel 1907, una scoperta che fece capire come la tomba di Tutankhamon probabilmente si trovasse lì vicino. Comunque si perse traccia dell’ubicazione della tomba subito dopo la sua chiusura definitiva, ed essa rimase nascosta in profondità sotto il piano della Valle dei Re fino al 4 novembre 1922, giorno della scoperta di Carter. Gli eventi sensazionali di quel giorno furono il culmine della sua campagna di esplorazioni della Valle dei Re, iniziata ufficialmente nel 1917. Tutankhamon era certamente uno dei pochi sovrani la cui tomba fosse ancora da individuare e nel 1922 Carter avrà forse attribuito alla sepoltura del giovane re il primo posto tra le scoperte possibili in quella parte della valle. Ciò nonostante egli non sapeva ancora che la tomba fosse quasi intatta e in particolare che contenesse la sepoltura effettiva con il corredo funerario nelle condizioni originarie. Tra difficoltà e intralci vari Carter si dedicò allo sgombero della tomba con grande zelo e attenzione, e portò a termine l’impresa in ben dieci anni!

Le date significative nel processo di scavo e di ripulitura furono le seguenti:

  • 24 novembre 1922, apertura della prima porta sigillata;
  • 27 novembre dello stesso anno, l’apertura della seconda porta sigillata dell’Anticamera;
  • 16 febbraio 1923, ingresso formale nella Camera Sepolcrale;
  • 12 gennaio 1924, apertura del sarcofago;
  • 11 novembre 1925, apertura del sarcofago più interno e inizio dello studio della mummia;
  • 24 ottobre 1926 inizio della rimozione del tesoro;
  • novembre-dicembre 1927, sgombero dell’Annesso;
  • 27 febbraio 1932, rimozione delle ultime parti dei sacrari dopo un’opera di consolidamento e completamento dei lavori.
Carter all'opera nella tomba prima della rimozione del secondo sarcofago antropomorfo di Tutankhamon
Carter all’opera nella tomba prima della rimozione del secondo sarcofago antropomorfo di Tutankhamon

Come abbiamo detto, la pianta della tomba era diversa da quella di una normale sepoltura della XVIII Dinastia; non è tuttavia possibile conoscere con precisione il progetto originario, ossia quello anteriore alle modifiche apportate per ospitare le spoglie del giovane re. Molto probabilmente la Camera Sepolcrale, con il pavimento più basso di quello dell’Anticamera, fu ampliata per renderla simile, per quanto possibile, alla parte corrispondente della tomba convenzionale di un re, che era solitamente a un livello inferiore rispetto alla sala d’accesso a colonne. La stanza fu probabilmente modificata per alloggiare i grandi sacrari che sarebbero stati portati nella Camera Sepolcrale. I funzionari addetti al funerale non ebbero un compito facile, e non è da escludere che fino all’ultimo ci fossero degli operai a disposizione per realizzare le modifiche necessarie mentre gli enormi elementi del corredo funerario erano trasportati in situ.

La sistemazione degli oggetti deve aver seguito un ordine ben preciso, messo a punto in anticipo; per fare un esempio, la collocazione del Tesoro, contenente alcuni tra i pezzi più importanti della sepoltura, deve essere stata completata per prima. Inoltre nell’Anticamera e nell’Annesso furono rinvenuti oggetti che avrebbero dovuto trovarsi nella Camera Sepolcrale o nel Tesoro. La tomba era scavata in profondità nel fondo roccioso della Valle dei Re e sedici scalini intagliati nel calcare conducevano al corridoio discendente. I sei scalini inferiori erano stati rimossi in epoca antica, sicuramente al momento della sepoltura, per permettere l’ingresso nella tomba degli arredi funebri più ingombranti, quali la cassa dei vasi canopi, il sarcofago e le pareti dei sacrari che lo ricoprivano. Gli scalini asportati furono sostituiti con altri in pietra e gesso. Ai loro piedi si trovava la prima porta bloccata, e dietro a questa un corridoio in discesa lungo 8,08 metri, largo 1,68 metri e alto 2. Al momento della scoperta l’andito era colmo di detriti, ma originariamente conteneva il materiale rinvenuto nel nascondiglio individuato nel 1907. All’estremità occidentale del corridoio si apre l’ingresso della tomba, chiuso da calcare e gesso e digradante, come l’ingresso, all’estremità orientale al fondo della scala.

Le quattro camere della tomba sono ancora indicate con i nomi attribuiti da Carter dopo la scoperta iniziale: l’Anticamera, a cui si accede direttamente tramite il corridoio in discesa, lunga 7,85 metri, larga 3,55 e alta 2,68; le pareti sono scavate rozzamente, senza intonaco né decorazioni. All’estremità sud della parete occidentale, una porta bloccata, alta meno di un metro e poco più larga, conduceva all’Annesso, un piccolo ambiente di 4,35 metri per 2,60, alto 2,55 metri e con il pavimento situato un metro sotto il livello dell’Anticamera. La parte nord di quest’ultima era chiusa da un altro blocco di calcare, lisciato con intonaco e occupato al centro da una porta murata nello stesso modo. Oltre si apre la Camera Sepolcrale, l’equivalente della cosiddetta “cripta sepolcrale” delle tombe regali di fattura più convenzionale, un ambiente di 6,37 metri per 4,02, alto 3,65 metri e con il livello del pavimento posto 0,97 metri al di sotto di quello dell’Anticamera. E’ la sola stanza ad avere le mura intonacate e decorate. Quattro nicchie, una in ogni parete, contenevano i mattoni magici che davano ulteriore protezione ai preziosi resti del sovrano defunto. Nella parete orientale della Camera Sepolcrale, un accesso aperto conduceva nella Camera del Tesoro, che misura 4,75 metri per 3,8 per 2,33.

La parte più importante della tomba giace al di là del blocco che chiudeva l’estremità nord dell’Anticamera; essa conteneva il corpo protetto del re e gli elementi dell’arredo funebre essenziali per il benessere del faraone dopo la morte. Il corpo regale era protetto da tre sarcofagi antropomorfi (il più interno in oro massiccio), posto sopra un basso feretro di legno dorato all’interno di un sarcofago di quarzite. A loro volta queste protezioni erano collocate in una successione di quattro sacrari, che di fatto occupavano l’intera camera, circondati da numerosi oggetti dai poteri magici posti al loro esterno e nell’angusto spazio tra i due sacrari più esterni. Gli oggetti protettivi più importanti erano posti sul corpo stesso e concepiti per assicurare il destino del re nell’Aldilà.

Nella tomba di tipo convenzionale le decorazioni murarie erano usate per ospitare i testi e le rappresentazioni necessarie ad aiutare il sovrano defunto nel viaggio attraverso le regioni oscure per raggiungere, nei cieli, il posto a lui designato a fianco del dio Ra. Nella tomba di Tutankhamon, i dipinti della Camera Sepolcrale per lo più illustrano semplici episodi dei procedimenti di sepoltura. Unica eccezione sono le raffigurazioni sulla parete occidentale, una rappresentazione delle ore della notte che il sovrano defunto attraverserà. Gli importanti testi relativi a questo cammino notturno, e altri sul destino del re dopo la morte, sono scritti sulle pareti dorate dei sacra.

Dopo attente analisi appare evidente che molti elementi degli arredi funerari, come, per esempio, il secondo sarcofago antropomorfo e lo stesso sarcofago di pietra, furono realizzati per altri membri della famiglia reale e poi adattati per Tutankhamon con la modifica delle iscrizioni. Prove analoghe, provenienti dagli oggetti personali depositati nel Tesoro, confermano l’uso di un corredo funerario già esistente, modificato per riuscire ad allestire la tomba nell’intervallo di tempo tra la morte e la sepoltura del re. Anche i vasi canopi, gli elementi più importanti del tesoro, furono modificati. Gli organi interni del sovrano furono posti in piccoli feretri inseriti in una cassa di alabastro, protetta da un cofano dorato, attorniato dalle figure di quattro dee che vigilavano sul contenuto. Queste figure sono tra gli oggetti più memorabili e più belli della tomba.

La custodia del tesoro era affidata all’imponente figura del dio sciacallo Anubi accovacciato su una teca. Comprendente molti altre casse che contenevano simulacri di re e dei e scrigni con gioielli, statuine ushabti e una certa quantità di modellini di barche; il Tesoro e, specialmente, le cassette dei gioielli, recano molti segni di furto. Tuttavia la prova più considerevole circa la manomissione del contenuto della tomba fu offerta dalle condizioni dell’Anticamera e dell’Annesso. In quegli ambienti il grande disordine in cui gli oggetti furono rinvenuti, rese evidente l’opera dei saccheggiatori, seguita dai tentativi maldestri, presumibilmente messi in atto dalle guardie della necropoli, di rimettere le cose a posto. Nell’Anticamera, gli oggetti che a prima vista avevano colpito di più erano tre grandi letti rituali dorati e, all’estremità nord, due figure regali a grandezza naturale poste a guardia dell’ingresso chiuso della Camera Funeraria. Oltre a questi oggetti, l’ambiente conteneva cocchi smontati, molti mobili, incluso un trono dorato con una magnifica scena di stile amarniano in cui la regina Ankhesenamon è ritratta nell’atto di spalmare unguenti sul corpo di Tutankhamon, scatole di cibo, vasi di alabastro con unguenti preziosi e un baule in legno decorato con miniature di squisita fattura che illustrano il re impegnato in battaglia.

Nel complesso il contenuto della camera era un insieme di oggetti, sia meravigliosi, sia ordinari. Lo stesso vale per ciò che fu ritrovato nell’Annesso che Carter paragonò a uno dei ripostigli posti su un lato della Camera Sepolcrale delle tombe reali convenzionali. Quest’ambiente era stato concepito principalmente per contenere il necessario per nutrire, dissetare e ristabilire il sovrano defunto: vasi di vino, contenitori di alabastro per unguenti e oli, scatole di vivande e ceste di frutta. Gli strati inferiori erano pressoché in ordine, ma gli oggetti di altro genere davano l’idea di essere stati accatastati a casaccio. Il disordine era senz’altro dovuto in gran parte al frettoloso ripristino tentato dopo i furti dell’antichità, ma sembra anche che la stanza sia stata usata per depositare in modo casuale quello che non si poteva mettere altrove. E’ anche possibile, tuttavia, che un certo grado di confusione e di accatastamento fosse comune in tutte le tombe al momento della chiusura del sepolcro e dell’apposizione dei sigilli.

In generale, la Tomba di Tutankhamon è sempre stata considerata la modesta sepoltura di un sovrano poco importante. Forse però la quantità e la qualità del suo contenuto non furono poi così modeste, se paragonate a quelle delle tombe dei precedenti sovrani della XVIII Dinastia. Non si può certo dire che Tutankhamon, da morto, sia stato trattato modestamente…

Buona Egittologia  a tutti!

 

Daniele Mancini

 

Per un approfondimento bibliogafico generale sulla KW 62: 

CARTER, H., MACE, A., Tutankhamon, MILANO, 1973

DESROCHES-NOBLECOURT, C., Tutankhamen: Life and Death of a Pharaon, LONDRA, 1963

REEVES, N., WILKINSON, R.H., The Complete Valley of the Kings, LONDRA, 1996

WEEKS, K. R., (a cura di), La Valle dei Re. Le Tombe e i Templi funerari di Tebe Ovest, VERCELLI, 2001

HORNUNG, E., La Valle dei Re, MONACO, 2002

SILIOTTI, A., La Valle dei Re, VECELLI, 2004

3 pensieri riguardo “Tuthankhamon e le sue tombe…

  • Gianni Pintus

    Ciao, perdonami ma il numero di catalogo è KV 62 ( King Valley ), e non KW.

    Rispondi
    • Daniele Mancini

      corretto, mille grazie!

      Rispondi
    • Daniele Mancini

      è un refuso, la scheda del database è esatta!

      Rispondi

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