La cella vinaria in legno eccezionalmente ben conservata proveniente dalla Nida romana è stata completamente recuperata e in avanzata fase di conservazione ad opera dei restauratori del Museo Archeologico di Francoforte. Il meraviglioso e unico manufatto è stato scoperto durante uno scavo condotto, nel marzo 2023, dall’Ufficio del Patrimonio della città di Francoforte sul Meno, nel quartiere Heddernheim.

La cella vinaria in legno faceva parte di una domus romana costruita sul lato meridionale di una due strade principali nell’antica città di Nida durante la fine del I secolo d.C. La valutazione dei reperti e dei materiali rinvenuti contestualmente  è di grande interesse scientifico e le buone condizioni della cella vinaria offrono un’opportunità quasi unica per conoscere molti particolari della vita a Nida.

Il sito romano di Nida, a Francoforte-Heddernheim, centro amministrativo della Civitas Taunensium, è noto fin dal XIX secolo ed è uno dei siti archeologici più importanti nell’area della città tedesca e nella provincia romana della Germania Superiore.

Ina Hartwig, direttrice del Dipartimento della Cultura della città di Francoforte, conferma la straordinarietà del ritrovamento e la speciale attenzione che richiede. A causa delle condizioni meteorologiche dello scorso anno, è stato deciso di salvare la cella vinaria con notevoli sforzi tecnici e i nuovi metodi di salvaguardia dei beni e presto sarà resa fruibile per il pubblico.

Secondo gli archeologi, grazie alle rapide decisioni del Dipartimento di Cultura e Scienza, grazie ai fondi necessari per salvare il manufatto e restaurarlo arrivati in breve tempo, si è riusciti al costoso recupero dei resti molto delicati della cella vinaria già danneggiata da un incendio in antichità. La tempestività dell’azione ha creato una base quasi ottimale per l’imminente presentazione pubblica di questo straordinario reperto archeologico, che attualmente è conservato in un apposito laboratorio del Museo.

L’ingresso della cella vinaria era rivolto a sud della strada principale; sono ancora visibili i gradini con le tracce di combustione della scala di accesso. In tutta la cella, resti di travi carbonizzate, carbone e detriti combusti testimoniano il dannoso incendio che in tempi antichi distrusse completamente la casa. Alcuni reperti mostrano gli effetti dell’incendio, come un vaso di vetro sciolto dal forte calore e utensili di ferro ancora adagiati sulle scale della cantina, dimostrando che i residenti non avrebbero avuto il tempo di salvare tutti gli oggetti mobili dalla cantina. Qualche tempo dopo l’incendio, un nuovo edificio fu ricostruito sopra, ma la cantina non fu più utilizzata ed è rimasta sepolta.

Per determinare la data esatta della costruzione e della distruzione è necessario prima valutare i reperti provenienti dagli scavi e poi procedere con le analisi specifiche, come la datazione al radiocarbonio. L’entusiasmante restauro del materiale coinvolgerà anche i resti di vasi in ceramica e vetro, oltre ad alcuni insoliti oggetti in metallo, tutti già trasferiti nei laboratori del Museo Archeologico di Francoforte.

La cella vinaria in legno non è la prima cella con tracce di combustione identificata dalla Nida romana. Reperti simili sono stati rinvenuti numerose volte durante gli scavi nell’antica città negli ultimi 100 anni; tuttavia, erano solitamente meno ben conservati e non erano stati esaminati in modo così approfondito con i moderni metodi di scavo e analisi.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini