Un team di archeologi del Ministero del Turismo e delle Antichità ha scoperto un laboratorio di anfore a Tabba Matouh, nei pressi di Alessandria occidentale, in Egitto.

Tabba Matouh
Tabba Matouh

Il sito produceva anfore e manufatti ceramici durante il periodo greco-romano e fungeva anche da magazzino di deposito.

Le anfore hanno il fondo a punta o puntale e servivano per il trasporto di vari prodotti, sia liquidi che secchi ma soprattutto per il vino, sia per via terrestre che marittima.

Il laboratorio è stato scoperto da una missione archeologica egiziana ed è costituito da un gruppo di fornaci che sono state gestite in diversi periodi storici.

Mentre la produzione di anfore avveniva principalmente in epoca romana, la bottega fu successivamente utilizzata per la produzione di calce forse in epoca bizantina. Le prove mostrano anche l’attività durante il Medioevo in cui il sito fu convertito a necropoli.

A sud delle fornaci  si trova una struttura che fungeva da magazzino per le anfore, contenente anche grandi vasi e stoviglie in ceramica, mentre un gruppo di edifici in pietra calcarea, composto da trenta stanze, era adibita ad alloggio temporaneo per le maestranze e per la preparazione dei cibi.

All’interno del gruppo di edifici, i ricercatori hanno trovato resti di legna da ardere, anfore, statuine e ossi di animali, oltre a monete tolemaiche, con i volti di Alessandro Magno e della regina Cleopatra.

La piccola città portuale egiziana di Rhacotis, con il suo porto naturale e la vicinanza al delta del Nilo, era uno degli insediamenti ‘scelti’ da Alessandro Magno e fu così ribattezzata Alessandria nel 331 a.C.

Oltre al nuovo nome, il piccolo porto fu dotato anche da un nuovo borgo abitativo, costruito accanto alla città vecchia, urbanisticamente concepito da Alessandro stesso. Circa 300 anni dopo la sua ri-ondazione, Strabone scrisse: “[…] La città ha magnifici quartieri pubblici e palazzi reali che coprono un quarto o addirittura un terzo dell’intera area. Proprio come ognuno dei re, dall’amore per lo splendore, avrebbe aggiunto qualche ornamento ai monumenti pubblici, così si sarebbe provveduto a proprie spese con una residenza in aggiunta a quelle già esistenti”.