giovedì, 28 Marzo 2024
Archeologia&DintorniPubblicazioni&Studi

“QUESTA E’ SPARTA!” – quarta parte

Per leggere questo articolo occorrono 6 minuti

E’ il quarto appuntamento del resoconto della storia di Sparta. Cliccando qui troverai la terza parte.

Buona lettura.


Guerra con la Persia. Inizialmente Sparta è stata esitante a impegnarsi contro la Persia. Quando i Persiani hanno minacciato le città greche in Ionia, sulla costa occidentale di quella che oggi è la Turchia, i Greci che vivevano in quelle aree hanno inviato un emissario a Sparta per chiedere aiuto. Gli Spartani si sono rifiutati di intervenire, ma hanno minacciato i Persiani intimando loro di lasciare immediatamente le città greche.

I Persiani, ovviamente, non hanno ascoltato la minaccia spartana e con Dario I  hanno attaccato le città greche dell’Asia Minore, già vassalle dell’impero persiano. Dario non ha cercato lo scontro con le pòleis della Grecia continentale ma le Guerre persiane ebbero inevitabilmente inizio con il supporto fornito da Atene ed Eretria alle sorelle ionie.

La prima invasione di Dario I si è svolta nel 492 a.C. ed è stata respinta da una forza principalmente ateniese nella celebre Battaglia di Maratona nel 490 a.C. La seconda invasione è stata lanciata dal successore di Dario, Serse I, nel 480 a.C.: i Persiani hanno attraversato l’Ellesponto approdando a sud, guadagnando alleati lungo la strada.

Sparta, con uno dei loro re, Leonida, ha assunto la guida di una coalizione anti-persiana: uno scontro decisivo per le riuscita della vittoria finale si è tenuta alle Termopili. Situate accanto alla costa, il Passo delle Termopili è stato caratterizzate da uno stretto passaggio per accedere al territorio retrostante, ma i Greci hanno deciso di bloccarlo per fermare l’avanzata di Serse.

Le fonti antiche indicano che Leonida ha iniziato la battaglia con poche migliaia di uomini e tra queste, in prima fila, i mitici 300 Spartani, pronti ad affrontare la forza persiana composta da un numero variabile, a seconda delle fonti, composto da 70 mila a 300 mila uomini.

Erodoto ci racconta che l’ “intelligence” persiana ha tenuto sotto controllo a lungo la forza spartana e dopo aver riferito a Serse della loro mancata resa, il Re persiano ha deciso di attaccare. Le prime numerose truppe inviate, composte principalmente da Medi, sono cadute in gran numero sotto la spada spartana. Altre truppe, nonostante le perdite degli Spartani si siano fatte sensibili, hanno subito terribili perdite senza alcun risultato.  E’ divenuto chiaro a tutti, specialmente a Serse, che anche se aveva molti combattenti, aveva pochi guerrieri!

A questo punto Serse ha deciso di inviare la sua truppa di “elite”, gli “Immortali“, ma anche loro hanno fallito.

Erodoto annota le tecniche di combattimento degli Spartani: “I Lacedemoni lottarono in maniera memorabile, dimostrando in varie maniere di essere combattenti esperti fra gente che combattere non sapeva: tutte le volte che voltavano le spalle e accennavano a fuggire mantenevano serrate le file; i barbari, vedendoli ritirarsi si lanciavano all’attacco con urla e frastuono; ma gli Spartani, appena raggiunti, si voltavano e li affrontavano, e con questa tattica abbatterono un numero incalcolabile di Persiani. Lì caddero anche alcuni, pochi, fra gli Spartani. I Persiani non riuscendo a forzare in nessun punto il passo, per quanto ci provassero attaccando a frotte e in ogni altra maniera, si ritirarono”.

Alla fine, un uomo greco, Efialte, un traditore che non è stato accettato fra le fila degli spartani, ha mostrato a Serse un passaggio che ha permesso a una parte della forza persiana di aggirare i Greci e attaccarli su entrambi i lati. Leonida è stato condannato. Molte delle truppe che hanno appoggiato Leonida si sono mestamente ritirate, forse perché il re spartano ha ordinato questo. Secondo Erodoto, i Tespiesi hanno deciso di rimanere con i 300 Spartani, combattendo con coraggio, raggiungendo la gloria eterna.

Questo episodio ha portato alla definitiva sconfitta degli Spartani e i Persiani hanno avuto via libero per l’invasione della Grecia da Sud: hanno depredato Atene e hanno minacciato di penetrare nell’intero Peloponneso. Ma la vittoria navale nella Battaglia di Salamina ha inesorabilmente fermato i Persiani e Serse è fuggito, lasciando che il suo esercito cadesse nelle mani dei vincitori.

Guerra del Peloponneso. Quando la minaccia dei Persiani si è ritirata, sono riprese le rivalità tra le città. Due delle città stato più potenti, Atene e Sparta, hanno riavviato le tensioni, dopo gli esaltanti esiti della loro vittoria sulla Persia.

Nel 465/464 a.C., potenti terremoti hanno colpito Sparta e alcuni personaggi spartani hanno tentato di approfittarsi della situazione generando delle rivolte. Sparta ha chiesto aiuto alle città stato alleate e quando sono giunti gli Ateniesi, gli Spartani ne hanno rifiutato l’aiuto. Questo è stato assunto come insulto da Atene, rafforzandone le opinioni anti-spartane.

La Battaglia di Tanagra, combattuta nel 457 a.C., ha pre annunciato un periodo di conflitto tra le due città che è durato per oltre 50 anni. A volte è sembrato che Atene abbia avuto un vantaggio, come nella Battaglia di Sfacteria nel 425 a.C. quando, inesorabilmente, 120 Spartani si sono arresi.

Ha scritto Tucidide, scrittore greco vissuto tra il 460 e il 395 a.C.: “Durante la battaglia intorno a Pilo, un contingente spartano viene intrappolato sull’isola di Sfacteria. Sebbene si tratti di pochi spartiati, l’episodio rappresenta comunque un colpo per Sparta, fino a spingerla a trattare con Atene. Si giunge ad una tregua, che prevede, tra le altre cose, la consegna della flotta spartana, mentre gli Ateniesi, a loro volta, si impegnavano a restituirle, una volta conclusa la tregua”.

In altri periodi Atene si è trovata in difficoltà, come nel 430 a.C. quando gli Ateniesi, intrappolati dietro le loro mura della città durante un attacco spartano, hanno subito una peste che ha falcidiato buona parte della popolazione, tra cui il loro capo, Pericle. Speculazioni moderne indicano, invece, che la peste è stata, in realtà, una forma antica del virus Ebola.

Il conflitto tra Sparta e Atene si è risolto sul mare. Mentre gli ateniesi hanno avuto il vantaggio navale durante gran parte della guerra, la situazione è cambiata quando un uomo chiamato Lisandro è stato nominato comandante della flotta di Sparta. Questi ha cercato il sostegno finanziario persiano per costruire una flotta spartana degna di contrastare quella ateniese.

Lisandro è riuscito a convincere un principe persiano chiamato Ciro a fornirgli il denaro necessario. Scrive Senofonte, scrittore vissuto tra il 430 e il 355 a.C.: “[Il principe] aveva portato con sé  cinquecento talenti, ma promise che se questa somma dovesse risultare insufficiente, avrebbe messo mano alle proprie ricchezze personali, a costo di fondere l’oro e l’argento del proprio trono”.

Con il sostegno finanziario persiano, Lisandro ha costruito la sua flotta e addestrato i suoi uomini e nel 405 a.C. ha impegnato la flotta ateniese nella Battaglia di Egospotami. Qui è riuscito a vincere ottenendo l’interruzione della fornitura di cereali della Crimea verso Atene.

Atene è stata costretta a trattare la pace con i termini stabiliti da Sparta: abbattimento delle Lunghe Mura, riduzione drastica della flotta, amnistia per gli ateniesi in esilio, che poi hanno instaurato un governo di matrice oligarchica guidato da trenta politici, i trenta tiranni, subordinazione della città agli Spartani per ogni decisione riguardante la politica estera.

Scrive Senofonte: “Gli Spartani demolivano le mura [di Atene] al suono di flautiste con grande entusiasmo, convinti che quel giorno segnasse l’inizio della libertà per l’Ellade”.

Sparta ha raggiunto il massimo del suo potere!

— CONTINUA —

 

Daniele Mancini

Ciao! Lascia un commento o una tua considerazione. Grazie

error: Il contenuto è protetto!!