sabato, 20 Aprile 2024
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NEANDERTHALIANI AVEVANO LA CAPACITA’ DI PERCEPIRE E PRODURRE UN LINGUAGGIO

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I Neanderthaliani possedevano la capacità di percepire e produrre il linguaggio umano: questi sono i risultati di un nuovo studio pubblicato da un team multidisciplinare internazionale di ricercatori tra cui Rolf Quam, docente associato di antropologia della Binghamton University, nello Stato di New York, e da Alex Velez. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Ecology and Evolution.

Secondo Quam, i solidi risultati ottenuti mostrano chiaramente che i Neanderthaliani avevano la capacità di percepire e produrre il linguaggio umano. Questa è una delle pochissime linee di ricerca in corso che si basa su prove fossili per studiare l’evoluzione del linguaggio, un argomento notoriamente delicato in antropologia.

L’evoluzione del linguaggio e le capacità linguistiche dei Neanderthaliani in particolare sono  questioni di vecchia data nell’evoluzione umana. Per decenni, una delle domande centrali negli studi sull’evoluzione umana è stata se la forma umana di comunicazione, il linguaggio parlato, fosse presente anche in qualsiasi altra specie di ominide, Neanderthaliani inclusi.

Secondo Juan Luis Arsuaga, docente di paleontologia presso l’Universidad Complutense de Madrid, co-direttore degli scavi e delle ricerche presso i siti archeologici di Atapuerca, nel nord della Spagna, co-autore dello studio, la ricerca ha ricostruito il modo in cui i Neanderthaliani  sentivano parlare e come avrebbero potuto comunicare.

Lo studio si è basato su scansioni TAC ad alta risoluzione per creare modelli 3D virtuali delle strutture dell’orecchio di Homo Sapiens e Uomo di Neanderthal, nonché crani fossili provenienti dal sito di Atapuerca, che rappresentano gli antenati dei Neanderthaliani.

I dati raccolti sui modelli 3D sono stati inseriti in un modello realizzato con un software sviluppato nel campo della bioingegneria uditiva, per stimare le capacità uditive fino a 5 kHz, che comprende la maggior parte della gamma di frequenze dei moderni suoni del linguaggio umano. Rispetto ai fossili di Atapuerca, i Neanderthaliani avrebbero mostrato un udito leggermente migliore tra 4-5 kHz, somigliando più da vicino agli umani moderni.

Inoltre, i ricercatori sono stati in grado di calcolare la gamma di frequenze di massima sensibilità, tecnicamente nota come larghezza di banda occupata, in ciascuna specie. La larghezza di banda occupata è correlata al sistema di comunicazione, in modo tale che una larghezza di banda più ampia consenta di utilizzare un numero maggiore di segnali acustici facilmente distinguibili nella comunicazione orale di una specie. Questo, a sua volta, migliora l’efficienza della comunicazione, la capacità di fornire un messaggio chiaro nel minor tempo possibile. I Neanderthaliani mostrano una larghezza di banda più ampia rispetto ai loro antenati di Atapuerca, somigliando, in questa caratteristica, più da vicino agli umani moderni.

Secondo lo studio sembra che i Neanderthaliani, probabilmente, adoperassero un numero interessante di consonanti. Qaum ritiene che la maggior parte degli studi precedenti sulle capacità linguistiche dei Neanderthaliani si concentrava sulla loro capacità di produrre le vocali principali nella lingua parlata inglese. Tuttavia, sembra che questa enfasi sia fuori luogo, poiché l’uso delle consonanti è un modo per includere più informazioni nel segnale vocale ma anche per  separare il linguaggio umano dai modelli di comunicazione in quasi tutti gli altri primati.

I Neanderthaliani, dunque, avevano una capacità simile ai moderni Sapiens di produrre i suoni del linguaggio umano e il loro orecchio era “sintonizzato” per percepire queste frequenze. Questo cambiamento nelle capacità uditive dei Neanderthaliani, rispetto ai loro antenati di Atapuerca, mette in parallelo le prove archeologiche di modelli comportamentali sempre più complessi, compresi i cambiamenti nella tecnologia degli strumenti di pietra, l’addomesticamento del fuoco e le possibili pratiche simboliche/cultuali.

In questo senso, lo studio fornisce una forte evidenza a favore della coevoluzione di comportamenti sempre più complessi e di una maggiore efficienza nella comunicazione vocale nel corso dell’evoluzione umana in generale.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Binghamton University

Uomo di Neanderthal

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