L’UNESCO ha pubblicato un rapporto preliminare sulla valutazione dei danni ai beni culturali nella Striscia di Gaza. Secondo un recente comunicato “al 25 gennaio 2024, l’UNESCO ha accertato danni a 22 siti dal 7 ottobre 2023: 5 siti religiosi, 10 edifici di interesse storico e/o artistico, 2 Depositi di beni culturali mobili, 1 monumento, 1 museo e 3 siti archeologici”…

In particolare, 20 dei siti designati come di interesse si trovano a Gaza City (Governatorato di Gaza). Ecco l’elenco:

Qarara Museum

Porto di Anthedon, Moschea Ibn Othman, Centro culturale Rashad Ash-Shawwa, Grande Moschea Omari, Cupola Dar AsSa’ada e Centro dei manoscritti, Palazzo Pasha, Moschea Zofor Domri, Palazzo AsSaqqa, Subat Al Alami, Mercato Al-Qissariya, Cimitero di Guerra Commonwealth di Gaza, Hamam As Samra, Casa Khader Tarazi, Hotel “Al Mathaf” (deposito di beni mobili), il deposito di oggetti culturali mobili presso il Ministero del Turismo e delle Antichità a Sheikh Radwan, il cimitero romano di Gaza, Casa Ghussein, il complesso della chiesa ortodossa di San Porfirio, Sabil Ar Rifaiya (fontana di Ar Rifaiya) e HatHat House.

Per quanto riguarda i restanti due siti che si trovano fuori città, si tratta della Vecchia Moschea Al Omari a Jabalia (Governatorato di Gaza Nord) e del sito archeologico di Tell Rafah nel Governatorato di Rafah, vicino al confine con l’Egitto.

La valutazione è in corso e si basa sulle immagini satellitari e sull’analisi fornita dall’UNITAR/UNOSAT, poiché nella situazione attuale le valutazioni sul campo sono impossibili.

Gaza
Mosaici di S. Ilarione

Già il 3 gennaio 2024, il Ministero della Cultura palestinese ha rivolto all’UNESCO e alla Croce Rossa un appello a “istituire un comitato internazionale per indagare su questi manufatti, siti archeologici e musei”. Ha sottolineato che “la manomissione delle antichità palestinesi e dei beni culturali in Palestina è una violazione di una parte essenziale della memoria umana. Pertanto, la comunità internazionale deve assumersi la reale responsabilità di proteggere questa memoria”.

Il recente annuncio dell’UNESCO conferma infatti i danni rilevati in una serie di comunicati stampa mensili del Ministero della Cultura palestinese , condivisi fin dall’inizio della guerra a Gaza nell’ottobre 2023.

Nel più lungo di questi rapporti , basato su dati preliminari raccolti e classificati dalle squadre del Ministero a Gaza e Ramallah e recentemente condiviso tramite la pagina Facebook del Ministero, l’elenco dei monumenti colpiti appare più lungo, comprendendo almeno dodici musei. Una sezione del rapporto fa inoltre riferimento all’immensa perdita di capitale umano legato al patrimonio e alla cultura: il lungo elenco di operatori del patrimonio, ricercatori e artisti uccisi o dichiarati dispersi durante la guerra.

Le informazioni fornite dall’UNESCO provengono anche dai report dalle ONG Heritage for Peace e ANSCH , dove 104 siti di Gaza erano stati segnalati come colpiti dall’inizio della guerra. Gli aggiornamenti delle immagini satellitari, che si concentrano in particolare sulle antichità lungo la costa di Gaza, vengono rilasciati dalla ONG Forensic Architecture, in un progetto in corso che mappa il sito dal 1995.

I risultati di questi progetti sono stati riassunti anche in articoli di stampa sulla perdita culturale a Gaza da parte di Al Jazeera, The Art Newspaper e New Lines Magazine, nonché post di blog come Everyday Orientalism e su questo blog.

Già il 18 dicembre 2023 l’UNESCO aveva espresso le proprie preoccupazioni nei confronti del complesso monastico di Sant’Ilarione di Gaza , uno dei monasteri più antichi del Medio Oriente, garantendogli il massimo livello di immunità stabilito dalla Convenzione dell’Aia del 1954 e il suo Secondo Protocollo.

Come si legge in un comunicato stampa, “il Comitato intergovernativo dell’UNESCO per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato (Convenzione dell’Aja del 1954) ha deciso il 14 dicembre di concedere una “protezione rafforzata provvisoria” al complesso monastico di Saint Ilarione, situato sulla riva sud del Wadi Gaza”. Il monastero è stato indicato come colpito dagli attacchi israeliani nel comunicato stampa del Ministero della Cultura palestinese del 18 gennaio 2024, ma non è menzionato nell’attuale rapporto di valutazione dell’UNESCO.

L’inutilità di una guerra schernisce crudelmente un popolo, una terra, la pace!!