martedì, 19 Marzo 2024
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ANCORA NOTIZIE SU NEANDERTHALIANI E DENISOVIANI

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I Neanderthaliani e i Denisoviani, entrambi stretti parenti degli umani moderni, hanno condiviso una remota grotta siberiana per migliaia di anni: due nuovi studi, recentemente pubblicati sulla rivista Nature, dimostrano questa nuovo evento, dopo quanto già reso pubblico in un precedente articolo (si clicchi qui per approfondire).

Denisova

La grotta, oggetto dei nuovi studi realizzati da due team internazionali, sarebbe, per ora, l’unico luogo al mondo in cui Neanderthaliani, Denisoviani e, forse, anche i più moderni Sapiens, abbiano vissuto insieme ininterrottamente nei periodi caldi e freddi durante gli ultimi 300.000 anni.

Analizzando fossili e DNA, i ricercatori hanno appreso che gli enigmatici Denisoviani hanno vissuto nella grotta da almeno 200.000 a 50.000 anni fa, mentre gli Uomini di Neanderthal lo hanno fatto tra 190.000 e 100.000 anni fa.

Come ho citato nel link di cui sopra, non è assolutamente impossibile che Neanderthaliani e Denisoviani si siano mescolati. Nel 2018, i ricercatori hanno pubblicato uno studio su un frammento osseo di un’adolescente che aveva una madre neanderthaliana e un padre denisoviano, la prima prova diretta che i due gruppi di ominidi si siano incrociati, stabilendo la giovane ominide sia vissuta circa 100.000 anni fa.

I ricercatori hanno scavato la Grotta di Denisova, situata ai piedi dei monti Altai in Siberia, negli ultimi 40 anni. Nel 2010, la grotta ha ottenuto un riconoscimento mondiale quando gli scienziati hanno annunciato di aver trovato il frammento di una falange della mano di un ominide precedentemente sconosciuto e ne hanno pubblicato il suo genoma. Hanno Chiamato l’ominide Uomo di Denisova!

Oggi, due nuovi studi rivelano una nuova cronologia per gli abitanti della grotta.

In uno dei due studi pubblicati su Nature, i ricercatori di Australia e Russia hanno usato datazioni ottiche per determinare l’età dei sedimenti della grotta. Non potevano usare la datazione al radiocarbonio avrebbero potuto datare, in modo affidabile, oggetti organici solo fino a 50.000 anni fa. Al contrario, la datazione ottica consente agli scienziati di scoprire quando i granelli di quarzo e feldspati nel terreno siano stati esposti per ultimi alla luce solare.

In un altro studio, sempre pubblicato sulla rivista Nature , i ricercatori di Germania, Regno Unito, Australia, Russia e Canada hanno esaminato il decadimento di un isotopo del carbonio radioattivo per verificare le età di ossa, denti, carbone e altri materiali organici rinvenuti negli strati superiori della il sito; poi hanno creato un modello statistico che integrava tutte le date appena scoperte della grotta.

Bo Li, professore associato presso la School of Earth, Atmospheric and Life Sciences dell’Università di Wollongong in Australia, conferma che hanno dovuto inventare nuovi metodi per datare i depositi più profondi e antichi e costruire una cronologia robusta per i sedimenti nella grotta di Denisova.

Inoltre, il nuovo modello statistico ha aiutato a incorporare tutte le prove di datazione disponibili per questi fossili piccoli e isolati che potrebbero facilmente essere stati spostati dopo la deposizione.

Purtroppo, anche con questi metodi restano domande con risposte dubbie: i resti umani derivano da occupazioni umane o da attività carnivore? sono stati trasportati lontano dalla loro posizione di deposizione originale?

Ancora un enigma sulla grotta persiste: gli Homo sapiens hanno vissuto effettivamente nel sito? La nostra specie era presente in altre parti dell’Asia già da 50.000 anni fa, ma non è chiaro se alcuni Sapiens interagissero con i Denisoviani nella grotta. Questo perché i ricercatori non hanno ancora trovato tracce di resti o genetiche di esseri umani moderni, tranne per un frammento di osso di ominide databile tra 50.000 e 46.000 anni fa, senza, per il momento, identificarne il DNA.

Nonostante questo, è possibile che i Sapiens abbiano creato alcuni dei manufatti rinvenuti nella grotta.

Secondo Tom Higham, professore di archeologia all’Università di Oxford, è probabile che i Denisoviani o i Sapiens abbiano realizzato i più antichi manufatti in osso e alcuni ornamenti personali trovati nella grotta. Higham ha lavorato allo studio del radiocarbonio, svelando che le datazioni dei manufatti siano iscrivibili a 43.000 e 49.000 anni fa, i primi di tutta l’Eurasia settentrionale.

Chris Stringer, ricercatore al Natural History Museum di Londra, ritiene, invece, che i primi umani moderni debbano essere mappati altrove in questa data, per esempio a Ust’-Ishim in Siberia. Ma gli autori della prima pubblicazione sostengono che i Denisoviani siano responsabili della realizzazione dei manufatti, anche se nessun Denisoviano sia stato ancora identificato così tardi nelle ricerche archeo-antropologiche.

Solo più scoperte e più ricerche possono risolvere questi dilemmi in modo soddisfacente…

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

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