venerdì, 19 Aprile 2024
Scavi&Restauri

LA PLACCA D’ARGENTO DEL GUERRIERO SCITA, DA DEVITSA, RUSSIA

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I membri della spedizione dell’Institute of Archaeology of the Russian Academy of Sciences, durante i loro scavi nella necropoli di Devitsa, nella regione di Voronezh, nella Russia europea sud-occidentale, hanno rinvenuto una deliziosa placca raffigurante divinità alate scite circondate da grifoni. Questo è il primo caso di un tale ritrovamento nei tumuli sciti caratteristici del Medio Don e nessun altro oggetto raffigurante divinità del pantheon scita è stato trovato in quest’area.

Secondo Valeriy Gulyaev, direttore della spedizione archeologica, la scoperta ha dato un contributo importante alle conoscenze sui culti sciti sia perché un particolare numero di divinità è raffigurato contemporaneamente su un oggetto e sia perché non era mai successo prima che un oggetto con divinità raffigurate fosse trovato così lontano dai principali centri sciti.

La necropoli di Devitsa, che prende il nome dal villaggio vicino, è stato portata alla luce nel 2000: il sito è situato sulla collina a destra del fiume Devitsa ed è costituito da un gruppo di 19 tumuli situati in due circoli paralleli che si estendono da ovest a est. Tuttavia, la parte significativa degli antichi tumuli è già scomparsa: l’area della necropoli appartiene a un settore agricolo ed è attivamente arata.

Dal 2010 il sito è stato studiato sistematicamente dagli archeologi della spedizione IA RAS e durante gli scavi sono già state fatte alcune grandi scoperte. Nel 2019, nel tumulo 9 è stata trovata una sepoltura che conteneva i resti di una guerriera e di un’anziana signora con un copricapo cerimoniale femminile noto come calathus.

Nella stagione di scavi 2021, la spedizione archeologica ha continuato a studiare la necropoli, in particolare gli archeologi hanno scavato il tumulo 7 nella parte centrale della necropoli, in prossimità del tumulo 9.

La sepoltura principale del tumulo è legata alla cultura scita ed è risalente al IV secolo a.C.: situata quasi al centro, era racchiusa in una cassa di legno di 7,5×5 metri e anticamente era ricoperta da mezze travi di quercia sorrette da diciassette grandi pilastri sempre di quercia. Questo è il tumulo più grande dell’intera necropoli di Devitsa.

Il tumulo era già stato saccheggiato in tempi antichi e i tombaroli hanno realizzato un’ampia fossa di accesso nella parte centrale della sepoltura, prelevando anche lo scheletro. Tuttavia, al momento del saccheggio il tetto della tomba era già crollato ed questo ha preservato dal saccheggio alcuni manufatti dei corredi funerari. Equipaggiamento, imbracatura e manufatti “in stile animale”, oggetti si,mbolici raffiguranti la “triade” scita, sono stati trovati nella sepoltura di un guerriero.

Dalla sepoltura principale si sono conservati i resti di un uomo di 40-49 anni e accanto al suo cranio gli archeologi hanno trovato molte piccole piastre semi circolari d’oro che decoravano il letto funebre. Insieme allo scheletro sono stati poertati alla luce un coltello di ferro e una costola di cavallo (probabilmente, i resti del pasto cerimoniale), quattro punte di lancia di diverse misure. Gli archeologi hanno potuto ricostruire la lunghezza dell’arma maggiore basandosi sui resti lignei dell’asta giunti semi intatti e hanno dedotto che la lunghezza variava dai 3,2 metri ai circa 2,2 metri.

Nell’angolo sud-est della sepoltura sono stati rinvenuti anche frammenti di tre finimenti per cavalli: morse per cavalli, fibbie per sottopancia, frontalini di ferro, nonché pendenti in ferro, bronzo e osso. Gli archeologi hanno anche trovato sei lastrine di bronzo a forma di lupo che decoravano le guance del cavallo, due su ogni imbracatura. Accanto alla bardatura del cavallo c’era una mascella tagliata di un giovane orso a testimonianza, secondo gli antropologi, del culto dell’orso. Nel corredo funebre, sono stati ritrovati i resti di una coppa e di un grande vaso rivestito di invetriata nera.

Nella parte nord-est della sepoltura, tra altri manufatti e a pochi metri dallo scheletro, è stata rinvenuta una  elegante placchetta d’argento ornata  da tanti piccoli chiodini d’argento ad una base di legno, che misurava 34,7 cm di lunghezza e 7,5 cm larga.

Nella parte centrale della placca, una figura alata è posta di fronte a una dea della fertilità, metà animale e metà umana. La dea è identificata come Argimpasa, corrispondete alla greca Cibele. La parte superiore del suo corpo è nuda  e sulla sua testa c’è un copricapo, probabilmente una corona adornata da corna. La divinità è circondata su entrambi i lati da figure di grifoni alati dalla testa d’aquila le cui raffigurazioni si mescolano alle tradizioni dell’Asia Minore e si trovano spesso negli scavi dei tumuli sciti della regione del Mare del Nord, della steppa della foresta del Dnepr e del Caucaso settentrionale.

Il lato sinistro della placca è composta da ulteriori placchette quadrate decorate con le raffigurazioni di creature sincretiche in piedi e affrontate. Dal lato destro, sono agganciate due fibbie tonde su ciascuna delle quali è raffigurato un personaggio antropomorfo con una corona sul capo, in piedi e circondato da due grifoni.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Istituto di Archeologia dell’Accademia Russa delle Scienze 

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