sabato, 20 Aprile 2024
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ISRAELIANI E PALESTINESI INSIEME ALLA RICERCA DELL’ARCA PERDUTA, A FUMETTI…

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Quando alcuni anni fa la disegnatrice di fumetti Rutu Modan stava facendo un giro da Tel Aviv a Gerusalemme con il progettista del sito web dell’Israel Antiquities Authority, la conversazione si è ovviamente spostata sull’archeologia e il suo ricordo ha fatto un viaggio a ritroso nel tempo, a trent’anni prima, con un archeologo che le aveva detto che lui e suo padre stavano realizzando degli scavi archeologici per cercare l’Arca dell’Alleanza.

La Modam ha scoperto che l’archeologia è una materia che ha tutto: storia, criminalità, pazzi, falsari, ladri, studiosi e politica senza fine e l’enigma avrebbe potuto essere una buona storia per il suo prossimo libro, ma per essere sicura doveva prima approfondire l’argomento.

Modan iniziò a parlare con esperti di archeologia biblica e ad approfondire la storia ebraica. Si è iscritta a un corso di archeologia presso la Open University of Israel e ha incontrato persone sul campo. È arrivata a riconoscere che l’Arca dell’Alleanza è il Santo Graal di questo luogo e che, anche se la maggior parte degli archeologi potrebbe non entusiasmarsi troppo, accende ancora l’immaginazione popolare e le fantasie di avventurosi appassionati.

Il risultato, “Minharot” (“Tunnel“), è arrivato nelle librerie internazionali all’inizio di questo mese. La Modan ha trascorso cinque anni lavorando al suo ultimo graphic novel, la cui trama tortuosa, complessa, piena di suspense e divertente si sviluppa su 276 pagine illustrate in modo spettacolare. La storia spesso sembra un delizioso incrocio tra un film di Indiana Jones e Moshe Dayan.

“Tunnels” è ambientato interamente in questo angolo del Medio Oriente tormentato dai conflitti e si nasconde sotto la sua superficie. La protagonista è Nili, figlia di un famoso archeologo, che insieme al figlio intraprende uno scavo canaglia nei territori con l’obiettivo di ritrovare l’Arca dell’Alleanza.

È una storia avventurosa che si tuffa in profondità nel mondo dell’archeologia israeliana, si sporca le mani alla ricerca di tesori perduti, si tuffa negli intrighi e nelle rivalità del mondo accademico e si scontra frontalmente con il conflitto israelo-palestinese. Questa volta, Modan ha unito coloni, palestinesi e soldati israeliani nei territori, all’ombra della barriera di separazione della Cisgiordania ed è inutile dire che non ci vuole molto perché le cose si complichino.

Nili, la protagonista femminile del libro, che parte con il figlio per uno scavo archeologico illegale in Cisgiordania, proprio sotto la barriera di separazione, da bambina, aveva aiutato il suo prominente padre archeologo a scavare alla ricerca di tesori del Tempio di Gerusalemme, ma l’intifada aveva sconvolto i loro piani.

Ora si propone di finire la missione. Suo padre soffre di demenza ed è determinata a fargli riconoscere il merito di aver trovato l’Arca dell’Alleanza perduta mentre è ancora vivo. Riesce ad ottenere il sostegno di un ricco collezionista di antichità. Inoltre, i coloni ebrei estremisti la assistono nello scavo. La situazione si surriscalda quando scoprono che i palestinesi stanno scavando un loro tunnel proprio nello stesso punto.

Il fratello di Nili è un giovane archeologo che sogna di ottenere un posto in un’università e non è entusiasta degli scavi illegali di sua sorella. Il suo capo, dal mondo accademico, sta progettando di rubare il merito dei suoi sforzi, appoggiato da un ufficiale dell’esercito israeliano coinvolto nella storia, le cui azioni non sono decisamente lusinghiere.

Modan, dunque, scrive di cose grandi ma da una prospettiva molto personale, scrive di cose drammatiche e lo fa in un modo che non sia drammatico. Quando narra dell’Olocausto, ad esempio, non scrive di sopravvissuti all’Olocausto o del periodo dell’Olocausto, ma è pur sempre l’Olocausto! Anche in “Tunnel” è così. Si sente parte di una cultura di gruppo, sente forte il legame con le persone a cui è vicina, ma anche con un luogo, con la sua storia, in una specie di visione del mondo.

Ora non ci resta che attendere la versione in italiano per immergerci nella ricerca dell’arca perduta di Rutu Modan!

 

Daniele Mancini

Tradotto e rielaborato da un’intervista su Haaretz.com.

 

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