ICOMOS PONE L’ALLERTA SUL PATRIMONIO CULTURALE DEL LIBANO
L‘ICOMOS ( International Council on Monuments and Sites) denuncia minacce immediate e gravi al patrimonio culturale del Libano. L’ente internazionale non governativo globale che lavora per la conservazione e la protezione dei luoghi del patrimonio culturale mondiale, oltre a deplorare la perdita di vite e quelle minacciate dal deterioramento della situazione nella regione, esprime la sua seria preoccupazione per la minaccia critica al patrimonio culturale del Libano, tangibile e intangibile, nell’ultima escalation del conflitto in Medio Oriente da metà settembre 2024.
La popolazione civile libanese è di nuovo coinvolta in un altro ciclo sanguinose uccisioni, sofferenza e sfollamento. Sia i siti nazionali libanesi che quelli del patrimonio mondiale sono in pericolo e stanno emergendo le prime segnalazioni di danni.
Il paesaggio culturale del Libano è una testimonianza di millenni di successi umani, incarnando fasi cruciali nella storia, maestrie architettoniche e tradizioni culturali uniche. Questi siti non sono semplicemente monumenti isolati, sono parte integrante di comunità vivaci e vive.
Mentre Tiro e Baalbek sono siti Patrimonio dell’umanità maggiormente a rischio, anche altri siti come Anjar, Byblos, Ouadi Qadisha, la Foresta dei Cedri di Dio e la Fiera Internazionale Rachid Karami di Tripoli (RKIF), così come diversi siti inseriti nella lista provvisoria (come i castelli del Monte Amel), sono potenzialmente minacciati da attacchi aerei, bombardamenti e raid militari in rapida evoluzione.
Lo scorso 6 ottobre, i razzi hanno colpito nelle immediate vicinanze del sito Patrimonio dell’umanità di Baalbek, considerato uno degli esempi più grandi e meglio conservati di architettura romana antica al mondo e nel Vicino oriente, e gli attacchi continuano. Non si possono escludere impatti negativi su queste fragili strutture storiche la cui semplice scalfitura rappresenterebbe una perdita per l’intera umanità.
Numerosi altri monumenti nazionali e siti patrimoniali, in tutto il Libano, in particolare nella valle della Beqaa e nelle regioni meridionali, sono in pericolo. Ci sono segnalazioni di diversi edifici storici e siti archeologici danneggiati e, in particolare, il 13 ottobre, la Moschea ottomana nella città di Kfar Tebnit è stata distrutta così come gli storici Souk di Nabatiyé.
ICOMOS condanna fermamente la distruzione del tessuto vivo delle città e degli insediamenti rurali, così come le aree residenziali integrate al contesto culturale dei siti del patrimonio, e lo spostamento su larga scala delle popolazioni, la cui presenza dà vita al patrimonio: le ripercussioni sono drammatiche sulle pratiche e le tradizioni del patrimonio culturale immateriale.
I siti sono a maggior rischio di saccheggio, in assenza dei loro custodi e guardiee l’accesso per valutare lo stato di conservazione, implementare misure di protezione o eseguire la manutenzione essenziale è limitato a causa di problemi di sicurezza, poiché la vita dei professionisti del patrimonio è continuamente a rischio.
L’ICOMOS invita nuovamente tutte le parti a fare tutto il possibile per proteggere il patrimonio culturale e rispettare alla lettera e nello spirito i propri obblighi, ai sensi del diritto internazionale, sia convenzionale che consuetudinario, e in particolare della Convenzione dell’Aja del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato e i suoi due protocolli, della Convenzione sul patrimonio mondiale del 1972, della Convenzione del 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e della Convenzione del 2001 sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo.
L’ICOMOS ricorda e sottolinea che l’intenzionale attacco a siti culturali e religiosi (che non sono obiettivi militari legittimi e non hanno una necessità militare imperativa), come altri oggetti civili, è espressamente proibito, in qualsiasi circostanza, dal diritto internazionale umanitario ed è considerato un crimine di guerra.
L’ICOMOS sostiene il suo Comitato nazionale in Libano, i cui membri continuano il loro impegno volontario, nonostante le circostanze drammatiche, per garantire che il patrimonio culturale sia integrato in strategie più ampie di protezione e soccorso civile e per consentire una rapida valutazione dei danni e misure di protezione il prima possibile.
L’intensificazione dei conflitti nell’area nelle ultime settimane mette l’ICOMOS in stato di massima allerta per il patrimonio in tutta la regione e ribadiamo la nostra posizione secondo cui solo una cessazione delle ostilità può evitare ulteriori danni.
MAKE LOVE, NOT WAR!!
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: ICOMOS