sabato, 12 Ottobre 2024
Archeologia&Dintorni

DALLA MASTABA ALLE PIRAMIDI ALLE TOMBE REALI: COME SEPPELLIVANO GLI EGIZI – seconda parte

Per leggere questo articolo occorrono 5 minuti

Prosegue e si conclude la disanima sui metodi di inumazione degli Egizi. La prima parte, DALLA MASTABA ALLE PIRAMIDI ALLE TOMBE REALI, è disponibile cliccando qui, . Buona lettura.


Non sappiamo esattamente dove siano stati sepolti i primi re del Nuovo Regno. I loro predecessori riposavano a Dra Abu el-Naga, un sito che lambiva il deserto posto tra le montagne e la pianura alluvionale, all’estremità nord della necropoli tebana. Il primo re della XVIII Dinastia, Ahmose I, ebbe un cenotafio ad Abido, dove era stata sepolta la maggior parte dei re del Periodo Protodinastico, ma la sua mummia è stata trovata a Tebe, dunque egli fu sepolto in questo sito.

Ingresso della KV 20

Diversi studiosi ritengono che la prima tomba nella valle fu scavata da Thutmosis I, il cui architetto si vanta di aver sorvegliato e protetto la costruzione del sepolcro del monarca: “nessuno ha visto e nessuno ha udito”. Si pensa inoltre che questo re abbia fondato il villaggio di Deir el-Medina, dove vivevano gli artigiani che scavarono e decorarono le tombe reali. Tuttavia, la sua vera tomba non è ancora stata identificata con certezza e c’è chi è convinto che sia ancora nascosta nelle colline tebane. Molto probabilmente il corpo del re a un certo punto fu trasferito, dapprima nella tomba di sua figlia, Hatshepsut (KV 20) e poi in una nuova tomba costruita per lui dal nipote Thutmosiss III (KV 38)[1].

Da questo momento in avanti la Valle dei Re fu usata da tutti i sovrani delle dinastie XVIII, XIX e XX , con la sola eccezione di un re della tarda XVIII Dinastia, Akhenaton, che abbandonò il tradizionale culto di Amon in favore del disco solare Aton. Egli lasciò Tebe, la capitale religiosa del Paese, per un nuovo sito del Medio Egitto conosciuto oggi come el-Amarna e fu là che scavò la sua tomba.

Neppure la potenza militare dei faraoni del Nuovo Regno poteva preservare le tombe dalle incursioni dei tombaroli. Visto che né le gigantesche piramidi dell’Antico Regno né i labirintici cunicoli sotterranei delle piramidi del Medio Regno avevano salvato gli antichi re e i loro tesori, i nuovi sovrani scelsero preferibilmente di nascondere le loro tombe in profondità nelle colline tebane, ben protette e celate alla vista. Visitando la Valle dei Re, è facile immaginare quanto fosse difficoltoso individuare queste sepolture: alcune sono poste in alto sui dirupi, nascoste nelle fenditure e oggi raggiungibili soltanto tramite scale; altre, protette da moderni ingressi, si sviluppano nel sottosuolo del fondovalle; molte sono situate nel remoto e ameno, am quanto mai affascinante, settore occidentale (West Valley) e perfino  oggi risultano quasi invisibili[2].

Il complesso degli edifici di Deir el-Baharl visto dall’alto

Tuttavia la Valle dei Re ebbe anche un importante significato simbolico, che andava al di là delle ragioni di sicurezza. L’intero massiccio tebano era considerato come la terra dei defunti. Confermava tale valenza simbolica il profilo delle montagne occidentali, che qui ricorda la figura di una mucca accovacciata, collegata alla grande dea Hathor, per lungo tempo adorata nella piana dei dirupi a Deir el-Bahari. Nella mitologia egizia si credeva che Hathor ospitasse il sole al tramonto conglobandolo nel proprio corpo per farlo rinascere ogni mattina. Seppellendo i loro morti sotto queste colline, nell’utero della grande mucca, gli Egizi provvedevano magicamente alla loro rinascita, alla continua creazione quotidiana e al passaggio del sole. Il paesaggio di queste colline era visto come un riflesso sulla terra dell’Aldilà situata sotto quella dei viventi[3].

Le tombe qui si trovano dunque in un luogo nascosto, associato alla sconosciuta terra in cui il sole trascorreva le ore della notte. Il re defunto avrebbe viaggiato attraverso questa terra con il sole, per unirsi a Osiride nelle profondità estreme della notte e quindi rinascere con lui all’alba. Tale viaggio simboleggiava anche la resurrezione eterna del re, la transizione dalla morte alla rinascita che era perpetuata ogni giorno[4].

Le piramidi dell’Antico e del Medio Regno costituivano solo una componente dell’intero complesso dedicato al culto del re defunto. I sovrani del Nuovo Regno ritornarono al concetto, usato dai re delle dinastie I e II, di separare la sepoltura vera e propria dal luogo dove si celebrava il culto. I sepolcri nella Valle dei Re, infatti, furono completati con templi funerari (memoriali o Templi di milioni di anni) nel basso deserto attorno a Tebe, uno per ciascun sovrano, al margine della pianura alluvionale. Presi nel loro complesso, templi funerari e tombe creavano una macchina per la resurrezione e la vita eterna del re defunto[5].

Daniele Mancini

Note e approfondimenti bibliografici:

[1] WEEKS, K. R., La Tomba perduta, NEW YORK, 1998, p. 132-133

[2] SILIOTTI, A., Egitto Templi Uomini e Dei, VERCELLI, 2005, p. 201

[3] HAWASS, Z., LeTombe Reali di Tebe, NOVARA, 2006, pp. 21-22

[4] SILIOTTI, 2005, p. 229

[5] HAWASS, 2006, p 24

Ciao! Lascia un commento o una tua considerazione. Grazie

error: Il contenuto è protetto!!