A QUANDO RISALE L’USO DELLE MACCHINE SOLLEVATRICI PER COSTRUIRE I TEMPLI GRECI?
I Greci moderni si adoperano alacremente per cercare di ricostruire il Partenone utilizzando in gran parte materiale lapideo depositato sull’Acropoli. Inevitabilmente viene da chiedersi: in che modo gli antichi Greci hanno costruito gli enormi templi e gli altri edifici pubblici adoperando macchine sollevatrici per posizionare i possenti blocchi ad altezze di una certa importanza?
Gli studiosi concordano sul fatto che i contributi degli antichi costruttori greci alla cultura e alla tecnologia edile sono una miriade, con l’utilizzo di particolari macchine sollevatrici di significativa importanza. Quando e come sono entrate in scena queste macchine?
Una nuova ricerca di Alessandro Pierattini, assistente docente di architettura presso l’Università di Notre Dame, aggiunge ulteriori informazioni alla visione ampiamente accettata secondo cui le macchine sollevatrici greche non erano in uso fino al 515 a.C., dimostrando, invece, come i precursori della macchina le hanno sperimentate già tra la fine dell’VIII e la prima metà del VII secolo a.C.
Pierattini sostiene che la principale scoperta dei Greci nella tecnologia di costruzione è la macchina sollevatrice, la gru, e non si conosce nessuna cultura o civiltà precedente che l’abbia usata, restando centrale nella costruzione di edifici elevati e di notevoli dimensioni e quasi immutata, come tipologia, per quasi 25 secoli.
Pierattini studia la storia dell’architettura dei templi greci, con particolare attenzione alle rovine di Isthmia, nei pressi del Canale di Corinto, e Corinto stessa.
In un articolo pubblicato nell’Annual of the British School at Athens sostiene che, nella prima metà del VII secolo a.C., i costruttori greci stavano già sperimentando una struttura di sollevamento. Pierattini precisa, inoltre, che gli argani siano associati a strutture risalenti solo alla fine del VII secolo a.C. e includevano sia l’argano che il paranco, come sostenuto dal famoso studioso di progettazione e costruzione greca, J.J. Coulton nel 1974.
I blocchi bugnati dei primi templi di Isthmia e Corinto, risalenti al 700-650 a.C. e che pesano tra i 200-400 kg ciascuno, hanno una caratteristica peculiare: doppie scanalature che corrono parallele lungo il fondo per essere sollevate da un’estremità. Mentre diversi studiosi sostengono che queste scanalature servivano per sollevare i blocchi durante la costruzione o per spostarli all’interno dalle cave, Pierattini afferma che erano destinate al sollevamento dei blocchi stessi e posizionarli sulle pareti dell’edificio.
Gli antichi Corinzi padroneggiavano la costruzione navale, che era la tecnologia più avanzata del primo periodo arcaico. Pierattini sostiene che i costruttori di templi corinzi adattarono alla costruzione dei grandi edifici lo stesso concetto: utilizzare le tecniche costruttive nautiche per reindirizzare la forza che, probabilmente, potrebbe essere servita anche per abbassare sarcofagi pesanti in fosse di sepoltura.
https://news.nd.edu/assets/332177/crane_faster_red.mp4
Pierattini, durante l’esame dei blocchi, ha trovato le prove che mostrano i blocchi, che dopo essere stati sollevati, sono stati posizionati nel giusto spazio con un metodo che anticipava la sofisticata tecnica a leva del periodo classico. Il posizionamento, secondo Pierattini, prevedeva una combinazione di leve e funi che consentiva di abbassare ogni blocco verso il suo vicino già posizionato sul muro. Questo potrebbe essere il primo uso documentato della leva nella costruzione degli antichi edifici grechi.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Università di Notre Dame