Un nuovo studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Durham ha rivelato che 3300 anni fa lo stagno estratto nella Gran Bretagna sudoccidentale costituiva una risorsa fondamentale per le principali civiltà dell’Età del Bronzo nel Mediterraneo orientale, a migliaia di chilometri di distanza.

I risultati, basati sull’analisi dei minerali di stagno e dei manufatti di stagno, compresi quelli provenienti da antichi relitti della Gran Bretagna sudoccidentale, della Francia meridionale e di Israele, dimostrano che lo stagno britannico veniva commercializzato fino a 4.000 km di distanza.

I ricercatori principali, Alan Williams e Benjamin Roberts, hanno utilizzato tecniche scientifiche avanzate per tracciare le origini geologiche dei lingotti di stagno rinvenuti in tre relitti risalenti a circa il 1300 a.C. al largo delle coste di Israele.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Antiquity. Già uno studio del 2019, era arrivato a conclusioni simili!

I risultati forniscono la prima traccia che la Cornovaglia e il Devon erano importanti fornitori di stagno per la produzione del bronzo nel mondo antico.

Per oltre due secoli, gli archeologi hanno dibattuto su dove le società dell’Età del Bronzo si procurassero lo stagno, un metallo raro a livello mondiale ma fondamentale per la produzione del bronzo (tipicamente 90% rame e 10% stagno).

Il team di ricerca di Durham, in collaborazione con istituzioni europee, ha utilizzato analisi chimiche e isotopiche per dimostrare che lo stagno britannico era ampiamente commercializzato in tutta Europa e nel Mediterraneo.

Lo studio fornisce anche la prima prova diretta del commercio dello stagno descritto nei testi classici di Pitea, che viaggiò in Britannia intorno al  320 a.C., e scrisse poi il primo resoconto in assoluto dell’isola e della sua gente.

Descrisse come lo stagno veniva commerciato su un’isola tidale nel sud-ovest della Gran Bretagna, da lui chiamata Ictis, prima di essere trasportato attraverso il mare e lungo i fiumi della Francia fino alla foce del Rodano in soli 30 giorni.

I ricercatori dimostrano come lo stagno rinvenuto nel relitto di Rochelongue, al largo della costa meridionale della Francia e risalente al 600 a.C. circa, proveniva dalla Gran Bretagna sudoccidentale.

Lo studio suggerisce che le piccole comunità agricole della Cornovaglia e del Devon non erano isolate, ma facevano parte di un vasto sistema di commercio internazionale che sosteneva antichi palazzi, centri urbani, società e stati del Mediterraneo orientale.

Il loro stagno veniva trasportato in tutta Europa, probabilmente a tappe tramite commercianti in Francia, Sardegna e Cipro, sostenendo lo sviluppo delle società avanzate del Mediterraneo. Si stima che decine di tonnellate di stagno venissero scambiate ogni anno, equivalenti alle centinaia di tonnellate di rame in circolazione durante l’Età del Bronzo.

La scoperta ridefinisce la nostra comprensione dell’importanza della Gran Bretagna nella storia antica, identificando come il primo bene di largo consumo ad essere esportato in tutto il continente europeo nella storia britannicafosse lo stagno e dimostra il ruolo cruciale dell’isola di Albione, sia in termini tecnologici che culturali, nello sviluppo dell’Età del Bronzo europea.

I risultati dello studio evidenziano lo sviluppo nella ricerca archeologica e il ruolo nello scoprire i profondi legami tra la Gran Bretagna e il mondo antico. Prossimamente, il team effettuerà degli scavi anche a St Michael’s Mount in Cornovaglia, a lungo ritenuto l’isola di Ictis, nota per il commercio dello stagno e menzionata da Pitea nel 320 a.C.