Quando si restaurano monumenti storici, è importante utilizzare materiali in grado di resistere ai diversi microrganismi e questo compito complesso deve essere raggiunto con materiali, solitamente vari tipi di intonaci, malta di calce mista a calcare o marmo, che devono volutamente raccordarsi con quelli originali. Cemento e calcestruzzo, materiali comunemente utilizzati in diverse tipologie di restauro, sono spesso esclusi perché incompatibili con i manufatti originari e potrebbero addirittura peggiorare il problema.

Un gruppo di ricerca composto dall’Instituto Universitario de Investigación en Química Fina y Nanoquímica dell’Università di Cordoba e dall’Instituto de Recursos Naturales y Agrobiología de Sevilla del Consejo Superior de Investigaciones Científicas ha lavorato per creare un additivo biocida per distruggere i microrganismi e da aggregare ai materiali utilizzati per restaurare monumenti ed edifici storici: i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Science Direct.

Secondo Adrián Pastor, uno dei ricercatori dello studio, i materiali che contengono questo tipo di composti chimici sono ampiamente utilizzati nel restauro ma la loro efficacia, di solito, dura per un breve lasso di tempo poiché gli agenti esterni, oltre a deteriorare il materiale, finiscono per indebolirne le proprietà biocide.

In questa ricerca, il team ha testato la malta di calce idraulica a cui ha aggiunto carbendazima, un composto biocida generalmente utilizzato nelle vernici dalla bassa solubilità in acqua. I ricercatori, dunque, hanno confrontato, da un lato, l’efficacia antimicrobica di una malta di calce a cui è stato aggiunto direttamente carbendazima e, dall’altro, una malta di calce il cui inerte conteneva il composto biocida ancorato.

Entrambi sono stati sottoposti a numerosi test microbiologici, per testare la loro capacità di combattere i microrganismi, e un processo di lisciviazione, in cui vengono rimosse le parti solubili di un materiale, simulando vari cicli di pioggia in un breve lasso di tempo.

Pastor spiega che, nel primo test microbiologico, è stato verificato che la prima malta con carbendazima ha avuto una capacità biocida leggermente maggiore. Tuttavia, dopo i processi di lisciviazione, gli studiosi hanno  verificato che la seconda malta, che aveva carbendazima ancorata all’inerte, ha mostrato risultati migliori poiché il composto biocida è stato rilasciato più lentamente e quindi il suo effetto è più duraturo.

Si tratta di uno studio preliminare che richiede ulteriori ricerche per rendere operativo questo materiale: uno studio su scala più ampia, oltre allo studio delle proprietà fisiche specifiche del materiale al fine di verificarne la conformità alle normative in materia di durabilità, adesione e altre proprietà, sarebbe necessario per rendere il prodotto completamente affidabile.