giovedì, 28 Marzo 2024
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SCOPERTA TOMBA AFFRESCATA A CUMA

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Ai piedi della collina su cui sorge l’antica città di Cuma, Priscilla Munzi, ricercatrice del CNRS presso il Centre Jean Bérard (CNRS/École française de Rome), e Jean-Pierre Brun, docente al Collège de France, da tempo procedo all’esplorazione di una necropoli di epoca romana.

Tra le centinaia di tombe, una delle ultime scoperte venute alla luce dagli scavi archeologici condotti dal 2001, è affiorata una tomba dipinta del II secolo a.C. conservata in condizioni eccellenti in cui è raffigurata una rara scena di banchetti.

Due volte più grande di Pompei, l’antica città di Cuma si trova a 25 km a ovest di Napoli, sul Mar Tirreno, di fronte all’isola di Ischia, nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Gli antichi storici consideravano Cuma il più antico insediamento greco antico nel mondo occidentale sulla terraferma, dopo aver preliminarmente creato un emporio a Pitecusa (l’antico nome di Ischia) già nel primo quarto dell’VIII secolo a.C.. Fondato nella seconda metà dell’VIII secolo a.C. dai greci di Eubea, l’insediamento cumano crebbe rapidamente e prosperò nel tempo.

Negli ultimi anni, i ricercatori francesi si sono concentrati su un’area in cui sono stati portati alla luce un santuario greco, diverse strade e una necropoli. Tra le tombe hanno scoperto una serie di camere funerarie con volta in tufo di provenienza locale. La tomba è stata saccheggiata, in antico, accedendo attraverso una porta nella facciata, sigillata con un grande blocco di pietra.

Lo spazio all’interno della tomba è composto da una camera con tre letti funerari intagliati nella roccia. Le tombe sono state depredate in scavi illegali del XIX secolo, ma i resti recuperati dei corredi funerari, che gli archeologi hanno usato per datare le tombe al II secolo a.C., indicano l’alto status sociale di coloro che sono stati deposti all’interno.

Fino ad ora, erano state trovate solo tombe affrescate nei colori rosso o bianco; nel giugno di quest’anno i ricercatori hanno scoperto un ipogeo funerario con dipinti a figure eseguite eccezionalmente. Un servitore nudo, che imbraccia una brocca di vino, e un grosso vaso al suo fianco sono ancora chiaramente visibili; si ritiene che gli ospiti del convivio siano stati dipinti sulle pareti laterali, oggi andati perduti.

Oltre all’eccellente stato di conservazione degli intonaci e dei pigmenti rimanenti, tale decorazione in una tomba costruita in quel periodo è estremamente rara; il tema, fuori moda, era in voga uno o due secoli prima e questa scoperta permette di ottenere nuove informazioni per identificare l’attività artistica di quel periodo in quel sito particolare.

Per preservare l’affresco, gli archeologi e i restauratori lo hanno rimosso dalla parete della tomba e insieme ai frammenti rinvenuti sul pavimento dell’ipogeo, intendono riassemblare l’opera e renderla fruibile in un prossimo futuro.

Gli scavi sono stati effettuati con il sostegno finanziario del Ministero francese e degli Affari esteri, l’Ecole française de Rome e la Fondation du Collège de France. Questa ricerca è parte della concessione ottenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: CNRS

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