sabato, 20 Aprile 2024
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NUOVE TECNOLOGIE PER DATAZIONE ANTICHE OSSA UMANE

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L’interesse per le origini delle popolazioni umane in rapporto alle loro rotte migratorie è aumentato notevolmente negli ultimi anni con lo sviluppo delle tecnologie, nonostante i vari studi siano sempre soggetti a critiche a 360 gradi circa la reale possibilità di datare gli eventi della storia dei vari gruppi umani.

Tuttavia, le tecniche di analisi al radiocarbonio (o C14, il metodo per determinare l’età di un oggetto analizzando la quantità di biossido di carbonio radioattivo che contiene che, quando un animale o una pianta muore, smette di scambiare carbonio con l’ambiente circostante e permette di misurare la quantità di carbonio residua, fornendo un metodo per determinare la data della fine del ciclo vitale), che sono comunemente usate per datare e analizzare il DNA degli scheletri antichi, possono essere non precise e non sempre è possibile applicarle.

Ispirato al modello della struttura della popolazione geografica in grado di tracciare le mutazioni nel DNA associate al loro habitat geografico, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo metodo analitico, il Time Population Structure (TPS), che utilizza le mutazioni genetiche per indicare come e quando il DNA antico sia variato.

Umberto Esposito, ricercatore nel laboratorio del di Eran Elhaik del Department of Animal and Plant Sciences dell’Università di Sheffield, alla conferenza annuale della European Society of Human Genetics ha affermato che il TPS può calcolare le variazioni di DNA avvenute nei diversi periodi di tempo, fornendo la definitiva cronologia di un elemento.

Secondo Esposito, questa tecnologia introduce a un approccio completamente nuovo sulla datazione: allo stato embrionale, TPS ha già dimostrato che i suoi risultati sono molto simili a quelli ottenuti con la datazione tradizionale al radiocarbonio. Secondo i primi dati, la differenza media rilevata tra le analisi TPS sull’età dei campioni databili fino a 45.000 anni fa e le analisi elaborate tramite la datazione al radiocarbonio, sono di 800 anni!

La tecnologia del C14 richiede determinati livelli di radiocarbonio sullo scheletro e questo non è sempre disponibile. Inoltre, è una procedura delicata che può fornire date molto diverse se eseguite in modo errato. La nuova tecnica fornisce risultati simili a quelli ottenuti con la datazione al radiocarbonio, ma utilizza un approccio nuovo basato sul DNA che potrebbe completare la datazione classica o essere utilizzato quando il C14 risulta inaffidabile o controversa.

Questi nuovi studi permettono di aprire una finestra importante sul nostro passato: lo studio dei dati genetici, infatti, consente, di rispondere a molte domande sulle migrazioni e sulla mescolanza delle popolazioni nel passato; in questo contesto, datare antichi resti umani è di fondamentale importanza per ottenere risultati affidabili e accurati.

L’applicazione del metodo TPS, e di altri su cui il team lavora, potrebbe consentire la comprensione degli sviluppi storici che hanno avuto luogo dall’inizio del Neolitico, con l’introduzione di pratiche agricole in Europa, e durante l’Età del Bronzo e del Ferro. Questi periodi includono alcuni degli eventi più cruciali che riguardano i movimenti della popolazione e le rivoluzioni di specie che hanno plasmato il mondo moderno.

La tecnica TPS dovrebbe anche essere preziosa per la genealogia: applicando la nuova tecnologia di datazione del DNA ai genomi moderni, si è riscontrato che alcune popolazioni hanno genomi più antichi di altri e questo può essere utile per stabilire origini individuali dei vari gruppi umani.

Inoltre, nella ricerca sanitaria, lo studio dei disordini genetici è strettamente legato alle questioni di ascendenza e stratificazione della popolazione e la capacità di analizzare l’omogeneità delle popolazioni moderne è di vitale importanza per gli epidemiologi.

I ricercatori stanno attualmente compilando un set di dati più ampio per aumentare la copertura geografica/temporale del loro modello e migliorarne l’accuratezza. Esposito è convinto che con il rapido aumento del numero di scheletri antichi con il DNA già analizzato, è possibile affinare la TPS affinché possa essere utile per sviluppare ipotesi alternative.

Anche eminenze del mondo accademico hanno espresso pareri positivi sul TPS: Joris Veltman, direttore dell’Institute of Genetic Medicine dell’Università di Newcastle ritiene che questo studio mostri come il DNA proveniente dai resti umani antichi da antichi possa essere utilizzato per determinare con maggiore precisione l’età delle ossa rispetto ai tradizionali metodi di tracciamento al radiocarbonio, mostrando un altro esempio sulla potenza delle moderne tecnologie genomiche che aiutano a comprendere la nostra provenienza, come i nostri antenati si siano spostati e come hanno contribuito a modellare il nostro genoma attuale, influendo sulle nostre attuali abilità e debolezze, compresi i rischi di malattia!

 

Domanda: potrebbero essere curate, dunque, malattie e/o patologie moderne? Quien sabe…

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: European Society of Human Genetics

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