Le prime società statali urbane del mondo si sono sviluppate in Mesopotamia, attorno all’odierno Iraq, circa 5500 anni fa e, nell’ambito di questo sviluppo, nessun altro tipo di manufatto è più simbolico della cosiddetta Beveled Rim Bowl (BRB), la prima ciotola in ceramica prodotta in serie, anche nel sito di Shakhi Kora.

Shakhi Kora brbLa funzione delle BRB e quale cibo contenessero queste ciotole è stato oggetto di dibattito per oltre un secolo. Un articolo pubblicato sulla rivista The Journal of Archaeological Science: Reports mostra che i BRB contenevano una varietà di alimenti, soprattutto pasti a base di carne, molto probabilmente stufati o brodi aromatizzati al midollo osseo.

Composti chimici e tracce di isotopi stabili di grassi animali sono stati scoperti nei BRB del sito del Tardo calcolitico di Shakhi Kora, situato nell’Alto Diyala, la valle del fiume Sirwan, nell’Iraq nord-orientale.

Un team internazionale guidato da Claudia Glatz, docente presso l’Università di Glasgow, ha condotto scavi a Shakhi Kora dal 2019 nell’ambito del Sirwan Regional Project. Il progetto esplora i paesaggi archeologici intorno al fiume conosciuto in curdo come Sirwan e in arabo come Diyala, nella regione curda dell’Iraq.

I BRB sono vasi conici prodotti in serie, con pareti spesse, che sembrano diffondersi da siti di pianura meridionali come Uruk-Warka attraverso la Mesopotamia settentrionale, fino alle pendici dei Monti Zagros e oltre. I BRB si trovano a migliaia nei siti del Tardo calcolitico, spesso associati ai grandi cantieri delle strutture monumentali, utilizzati dagli operai addetti alla costruzione.

I BRB stilizzati compaiono sui primi documenti scritti, le prime tavolette cuneiformi, e sono convenzionalmente interpretati come contenitori di razioni usati per distribuire cereali o alimenti a base di cereali a lavoratori o personale dipendenti dallo stato. Intrinsecamente tassabili e immagazzinabili, i cereali come grano, farro e orzo sono stati a lungo considerati la spina dorsale economica e la principale fonte di ricchezza e potere per le prime istituzioni statali e le loro élite di governo.

Shakhi Kora brb

Tuttavia, nell’articolo si afferma che i risultati risultati analitici raggiunti sfidano le interpretazioni tradizionali che vedono i BRB come contenitori di cereali o razioni di base di pane e stampi per il pane. La presenza di residui cibi a base di carne e potenzialmente anche di latticini nei BRB di Shakhi Kora supporta spiegazioni multiuso e indica processi locali di appropriazione del significato e della funzione dei vasi.

Secondo Elsa Perruchini, dell’Institut National du Patrimoine di Parigi, che ha effettuato l’analisi chimica, l’approccio combinato dell’analisi chimica e isotopica utilizzando gascromatografia-spettrometria di massa (GC-MS) e la gascromatografia-spettrometria di massa del rapporto isotopico di combustione (GC-C-IRMS) è stato fondamentale per identificare la fonte di lipidi estratti da frammenti di ceramica, con l’obiettivo di fornire nuove informazioni sulla funzione dei BRB.

Secondo Claudia Glatz, docente di archeologia presso l’Università di Glasgow e direttrice degli scavi di Shakhi Kora, i risultati presentano un progresso significativo nello studio dell’urbanistica primitiva e dell’emergere delle intuizioni statali. Dimostrano, dunque, che esiste una significativa variazione locale nei modi in cui i BRB siano stati utilizzati in tutta la Mesopotamia e quali alimenti siano stati serviti in essi, sfidando modelli eccessivamente incentrati sullo stato della prima complessità sociale.

I ricercatori confermano che i risultati indicano una grande presenza di una sorta di gestione locale nell’adozione e nella reinterpretazione della funzione e del simbolismo sociale dei manufatti che altrove sono inequivocabilmente associati a istituzioni statali e pratiche specifiche. Di conseguenza, questa ricerca apre a nuove entusiasmanti strade di ricerca sul ruolo del cibo e delle modalità alimentari nello sviluppo, nella negoziazione e nel possibile gestione a livello regionale e locale.

Jaime Toney, docente di Scienze Ambientali e Climatiche presso la Scuola di Scienze Geografiche e della Terra dell’Università di Glasgow, ritiene che le collaborazioni multidisciplinari contribuiscono a ridurre al minimo la contaminazione durante la raccolta di vasi dai siti archeologici mostrando quanto questo risultato con l’analisi dei residui fossili e l’analisi degli isotopi stabili indichino chiaramente il contenuto di grassi animali in questi contenitori di uso comune.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Glasgow

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