venerdì, 4 Ottobre 2024
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MOSTRA ITINERANTE ALLA RICERCA DELLE TRACCE DELL’UOMO DI NEANDERTHAL IN ABRUZZO

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I territori del bacino aquilano e delle montagne circostanti, in Abruzzo, hanno ospitato gruppi umani in diversi momenti a partire dal Paleolitico inferiore, quando già altri ominidi frequentavano questi territori, creando le premesse di quei “cammini” che, l’Uomo di Neanderthal prima e il Sapiens dopo, sono stati tracciato per raggiungere altipiani ai limiti del mondo abitabile.

Il tempo plurimillenario del rapporto, equilibrato, tra l’Uomo e  l’ambiente termina con la sedentarizzazione delle comunità dedite alla pastorizia e all’agricoltura, con la conseguente e irreversibile trasformazione del paesaggio.

Una Mostra itinerante, “I Cammini della Preistoria” sarà inaugurata a Bugnara e presto raggiungerà altri quattro comuni dell’Abruzzo,  Barete , Carapelle Calvisio, Bussi sul Tirino e Gagliano.  Si possono consultare la locandine qui sotto per scoprire date, orari  o seguira la pagina FB https://www.facebook.com/camminidellapreistoria o il sito internet https://www.icamminidellapreistoria.it/ per godere del racconto sulla preistoria abruzzese.

 

Tra 400.000 e 40.000 anni fa l’Homo neanderthalensis era l’unico abitante dell’Europa. La sua corporatura era massiccia e non superava 1,65 metri di altezza; il cranio era sviluppato in lunghezza, con la fronte sfuggente e una robusta arcata sopraorbitaria. I Neanderthaliani si erano adattati a vivere in ambienti diversi, anche durante i periodi glaciali, sostenuti da una profonda conoscenza del proprio territorio e delle sue risorse, degli animali e del loro comportamento migratorio.

Il loro bagaglio culturale era complesso, costantemente arricchito da innovazioni nella tecnologia di produzione degli utensili in pietra e in legno, nell’organizzazione dello spazio abitato, nella gestione del fuoco e nell’impiego di oggetti usati come ornamenti. L’alimentazione, migliorata dalla cottura degli alimenti, dipendeva principalmente dalla caccia a ungulati e uccelli, secondo il ciclo stagionale. In pochi ma eccezionali insediamenti è attestato anche lo sfruttamento delle risorse marine. Se escludiamo le isole maggiori, i Neandertaliano avevano occupato l’Italia intera, dalle Alpi fino all’estremo sud, dall’Appennino fino alle coste, e vivevano in comunità nomadiche organizzate per affrontare le diverse condizioni climatiche ed ecologiche del nostro Paese.

La presenza dei Neandertaliani in Abruzzo è testimoniata da numerosi manufatti litici, strumenti e scarti di lavorazione in selce, rinvenuti lungo la fascia costiera, sull’altopiano delle Cinquemiglia e nelle aree interne della Maiella, del Morrone e del Gran Sasso d’Italia.

Questi ritrovamenti rappresentano antichi insediamenti all’aperto e molto più raramente in grotta, ormai smantellati dall’erosione naturale o, più frequentemente, dall’attività umana. Purtroppo, però in quasi tutti i casi si tratta di materiali raccolti in superficie e perciò privi di ogni contesto stratigrafico e difficilmente databili.

Di grande rilevanza sono i siti sui terrazzi del Tirino, di Campo Imperatore e quelli di Forca Caruso a 1.100 m di quota, che attestano il valico tra le valli. Il ritrovamento in quota di manufatti litici indica che i Neandertaliani, dediti alla caccia e alla raccolta di frutti spontanei, frequentavano un territorio che si estendeva dalle piane fluviali dell’aquilano fino ai 1.500 metri di quota dove potevano cacciare stambecchi, marmotte, uccelli e altri animali di montagna.

L’affinità tra i materiali raccolti in superficie e quelli rinvenuti nelle sequenze stratigrafiche dei terrazzi del Tirino, de Le Svolte di Popoli e della Valle Giumentina, suggerisce che i Neandertaliani abbiano mantenuto per lungo tempo e condiviso su vasta area l’impiego del metodo Levallois, fino alla loro scomparsa, avvenuta attorno a 40.000 anni fa.

[…]

 

Info rielaborate da Daniele Mancini tratte dal libretto della mostra  della mostra “i CAMMINI della PREISTORIA” scritto dal Prof. Marco Peresani, Giovanni Boschian, Davide DelpianoSara Di GiovacchinoGuido Palmerini.

Per ulteriori info: Marco Peresani, Come Eravamo. viaggio nell’Italia paleolitica, Bologna 2020, Edizioni Il Mulino

 

Il programma dell’inaugurazione e della mostra:

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