venerdì, 19 Aprile 2024
Archeologia&Dintorni

I MODELLI ARCHITETTONICI ROMANI NEL CULTO IMPERIALE

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Lo sviluppo culturale di Roma si estende in tutti gli stati e i territori che ha saputo riunire: nell’enorme calderone che Roma ha saputo impartire, è presente anche il culto dell’uomo più importante dello Stato, il culto imperiale. Cosa accadeva a Roma…

Il culto dell’uomo potente, quello che poi diverrà il culto imperiale, si propaga già a partire da Giulio Cesare ancora in vita, mentre nelle province si è sviluppato con Silla, post mortem, per opera dei suoi successori locali. In seguito si propagano le rappresentazioni di statue loricate dell’imperatore, di templi dedicati al suo culto gestiti dai seviri augustales (una magistratura dedita al culto dell’imperatore), di altari con volti dei sovrani, di basamenti monumentali con rappresentazioni di apoteosi, di fori. Tra le forme di culto dei personaggi importanti, non mancano le monete: le più famose sono quelle con i volti reali degli imperatori e delle imperatrici, preceduti solo dai ritratti di personaggi mitici. Ad esempio, una moneta emessa nella zecca di Tarragona nel 27 a.C. già mostrava un altare dedicato ad Augusto ed una palma spontanea cresciuta su di esso.

Dal punto di vista monumentale, gli edifici cultuali più importanti, dal tempo di Cesare in poi, sono stati eretti nel Foro Romano, pressoché  legati alle divinizzazioni di importanti personaggi. Il Tempio del Divo Giulio è stato edificato da Ottaviano Augusto nel medesimo luogo in cui è stato portato il corpo di Cesare per le esequie pubbliche. La parte anteriore del tempio era occupata da un altare, quindi un tempio prostilo, esastilo, una statua di Cesare sul fondo, sormontata da una stella. In questo modo coincidevano i mondi del divino con il culto di un umano. Il tempio era situato vicino alla Regia, sede del Pontefice Massimo. Si consideri che fino ad allora non sono stati edificati edifici di culto a persone appena decedute.

Davanti al muro del Tabularium (a destra) e dietro le colonne del Tempio della Concordia, il Tempio di Vespasiano e Tito - Foto Daniele Mancini
Davanti al muro del Tabularium (a destra) e dietro le colonne del Tempio della Concordia, il Tempio di Vespasiano e Tito – Foto Daniele Mancini

Ai piedi del Tabularium, tra il Tempio degli Dei Consenti e quello della Concordia, è stato edificato il Tempio di Vespasiano e Tito, all’inizio dedicato solo al primo e, poi, completato da Domiziano e quindi dedicato anche al secondo. Ne restano alcune colonne con fregi ed iscrizioni che sono elementi del pronao corinzio antistante; il tempio, comunque, era esastilo con ingresso incastonato nel tempio stesso, senza abside perché edificato in uno spazio libero ma stretto.

Nel 141 d.C. Antonio Pio dedica un tempio alla sua amata, Faustina maggiore: questo edificio era esastilo, prostilo, con alto basamento, scalinata frontale, oggi utilizzato come Chiesa (S. Lorenzo in Miranda), con altissime colonne monolitiche al fine di rendere monumentale la facciata, capitelli altrettanto slanciati, stretto intercolumnio.

Il Tempio di Venere e Roma a sinistra, il Colosseo a destra - Foto di Daniele Mancini
Il Tempio di Venere e Roma a sinistra, il Colosseo a destra – Foto di Daniele Mancini

Il Tempio di Venere e Roma è stato costruito per ordine di Adriano ma non dedicato allo stesso imperatore, come già avveniva nelle province, ma alla dea Roma. La parte dedicata a questa, è rivolto verso il Foro; la parte dedicata a Venere (madre della dinastia Giulia), verso il Colosseo. Adriano, amante della grecità, sul sito dell’ingresso della Domus Aurea neroniana, fece edificare questo tempio con due celle contrapposte, in seguito absidate da Massenzio; all’inizio il tempio era semplicemente diptero (rapporto delle colonne 10 a 22), coperto da tetto a spiovente volutamente ispirato alla cultura ionica, celle divise da colonne, pronao in antis, crepidoma continuo attorno. Per farlo edificare Adriano fece anche spostare la statua “colossale” di Nerone/dio Sole con l’aiuto di 24 elefanti! Questa operazione architettonica ha evidenziato l’eternitas dell’impero in contrapposizione ai culti orientali che lo stesso Adriano ha cercato di accantonare.

La Basilica di Massenzio
La Basilica di Massenzio e le sue absidi – Foto di Daniele Mancini

Un altro importante edificio per il culto imperiale è la Basilica di Massenzio: iniziata nel 307, proseguita da Costantino, è stata denominata anche Basilica Costantiniana. La sua prima funzione è stata quella di luogo dedicato ai pubblici eventi con funzione di tribunale giuridico. Costantino ne ha variato, in seguito, alcuni elementi: l’ingresso trasferito sul foro, ha costruita una grande abside in cui è stata collocata una sua statua colossale, camuffando il culto dell’imperatore con il nuovo culto che si andava diffondendo (il Cristianesimo) variando pochi elementi. L’architettura interna è molto simile a quella del Tempio di Venere e Roma ma con ampie volte a botte.

La valorizzazione del culto dell’imperatore è stata realizzata anche grazie alla realizzazione dei cosiddetti Fori imperiali. Osservavano la stessa funzione del Foro Romano principale ma, in più, erano adoperati per l’autocelebrazione del personaggio a cui erano dedicati e, quindi, come mera propaganda imperiale. In ordine cronologico sono stati eretti:

  1. il Forum Iulium (nella pianta n. 4);
  2. il Forum Augusti (nella pianta n. 3);
  3. il Forum Pacis (o di Vespasiano e Domiziano, nella pianta n. 6);
  4. il Forum Nervae (completato da Traiano, nella pianta n. 5);
  5. il Forum Traianii (nella pianta n. 2).
Il Foro di Cesare
Il Foro di Cesare – Foto di Daniele Mancini

Il Foro di Cesare fu iniziato da egli stesso ed edificato su terreni acquistati per lui da privati prestanome, tra cui anche Cicerone. Ha pianta rettangolare, un portico su tre lati, al centro la statua equestre di Cesare; sul fondo il tempio dedicato a Venere Genitrice, edificato per fornire un’ascendenza divina alla gens Iulia. Per la prima volta è stata inserita un’abside sul fondo del tempio pseudo peripetero, sine postico e ottastilo, costruito su alto podio a dominare l’intero foro, con scalinata frontale ma senza accesso. Al tempio si accedeva attraverso delle rampe; Cesare riceveva i suoi senatori seduto al centro dell’ingresso del tempio creando, quindi, un’assialità con la statua della divinità al centro della cella. L’interno è scandito da colonne pseudo periptere.

Il Tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto
Il Tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto – Foto di Daniele Mancini

Il Foro di Augusto, il primo del culto imperiale, è stato costruito su terreni privati. Siamo ai piedi del quartiere popolare della Suburra, tanto che per separare il complesso forense dal quartiere, fu eretto un alto muro a sostruzione della collina. Il foro ha un portico sui due lati lunghi, un tempio dedicato a Marte Ultore (dedicato quando Ottaviano vendicò la morte di Cesare e recuperò le insegne perse in Partia). Al centro la solita statua equestre di Augusto; ai lati e in fondo, delle esedre monumentali affiancate dalle statue dei Summi Viri e da statue di membri della famiglia Giulia. Il tempio è su alto podio, con scalinata frontale, pseudoperiptero, ottastilo, con ampia abside, alte colonne: la magnificenza e la volontà evergetica dell’imperatore erano sottolineata dall’ampio uso del marmo!

Il Foro di Vespasiano (o Forum Pacis) è dedicato dopo la pace giunta per la guerra civile che ha visto susseguirsi quattro imperatori in un anno e dopo quella che portò alla vittoria contro i Giudei. Un templum vero e proprio non vi fu edificato: invece era presente un’area sacra alberata (tipo bosco sacro) mentre la divinità era posta in un portico; al centro di un lato, le colonne erano spostate in avanti per evidenziarne la sacralità. All’interno era situata anche una sorta di prefettura catastale, un stanza su cui era esposta la forma urbis, una biblioteca.

Il Foro di Nerva (costruito da Domiziano), detto anche Foro Transitorio, sul fondo presenta un tempio dedicato a Minerva. Le colonne sono addossate alle pareti a simulare un portico. Il tempio è esastilo, prostilo, a cella semplice con abside.

Le colonne della Basilica Ulpia e la Colonna Traianea nel Foro di Traiano - Foto Daniele Mancini
Le colonne della Basilica Ulpia e la Colonna Traianea nel Foro di Traiano – Foto Daniele Mancini

Il foro più maestoso per il culto imperiale è il Foro di Traiano. Grazie alla vittoria contro i Daci, l’imperatore riuscì a confiscare ingenti somme con cui monumentalizzò l’intera zona, abbattendo anche una parte del colle Quirinale. La parte posteriore è di età adrianea, il resto è stato fatto edificare da Traino stesso su progetto di Apollodoro di Damasco. La facciata è convessa con un ingresso con arco di trionfo in cui sono raffigurate le conquiste dell’imperatore. Al centro della piazza, una statua equestre di Traiano, due grandi esedre laterali con diverse statue, contribuiscono alla monumentalizzazione del foro. Sul fondo, la Basilica Ulpia, edificio a 5 navate e due absidi sui lati brevi.

La planimetria ricorda gli accampamenti militari per cui si è anche voluto dare un certo lustro all’imperatore – soldato (secondo una tesi di Paul Zanker, ndr). Sul retro della basilica sono situate due biblioteche bilingue a più piani. Entrambe abbracciavano la famosa Colonna Traiana su cui sono riportate le cronache delle guerre daciche. La base conteneva un locale ipogeo con le spoglie cineree di Traiano (la sepoltura poteva stare in città unicamente per le personalità che avevano ottenuto il trionfo). Il foro è completato da un tempio periptero, sine postico, ottastilo, con alte colonne sul pronao e su un imponente basamento. Sul retro delle monumentali esedre al centro del cortile, sono situati i cosiddetti Mercati Traianei, con diverse botteghe e su più livelli.

Il Pantheon qualche tempo fa
Il Pantheon qualche tempo fa

Tra i templi del culto imperiale, non si può dimenticare il Pantheon; situato nel Campo Marzio, fatto edificare da Adriano su un precedente tempio di Agrippa, di cui restava solo il colonnato con timpano e che si trovava sul lato opposto dell’attuale posizione. La pianta è circolare, tipica del periodo greco ellenistico del IV secolo a.C. Il basamento era rialzato e la tholos era avvolta da un grande portico. L’unione dell’elemento romano con quello ellenistico è voluto da Adriano a tipizzare l’architettura romana del periodo. L’ingresso era composto da due absidi laterali con due statue (di Augusto e Agrippa).

L'Hadrianeum oggi
L’Hadrianeum oggi

Sul cilindro della tholos è impostata un grande cupola di 43,3 metri di diametro, a rappresentazione del cosmo. La volta enorme è stata costruita con una centina di legno su cui avvenivano gettate di calcestruzzo e cenere vulcanica, proprio per non appesantire la struttura sottostante. Il tamburo su cui era poggiata la cupola era conformato in modo tale che, verso l’alto, fosse sempre più leggero. L’interno era suddiviso in colonne, con 7 nicchie (i 7 pianeti) e il grande oculus centrale. Al centro della sala l’imperatore Adriano amava ricevere i suoi ospiti a simboleggiare la sua divinità tra le divinità. Nel 608 l’imperatore bizantino Foca regalò l’edificio a papa Bonifacio IV che lo consacrò come chiesa dedicandola a S. Maria Ad Martire (come i martiria a pianta circolare dei secoli precedenti).

Il Campo Marzio ha accolta anche il cosiddetto Hadrianeum (oggi Palazzo della Borsa) le cui colonne corinzie sono ancora in piedi. Dedicato da Antonio Pio al suo predecessore, un simbolo del culto imperiale, aveva un portico anteriore pseudo periptero e simbolo dell’imperatore divinizzato nella Roma del periodo.

Daniele Mancini

Piante e immagini del Foro:

culti romani

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