venerdì, 19 Aprile 2024
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MISSIONE ITALO EGIZIANA SCOPRE TOMBA GRECO ROMANA, ASSUAN, EGITTO

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Grande nuova scoperta dalla missione archeologica italo egiziana: una tomba di famiglia molto grande e precedentemente sconosciuta è stata scoperta e scavata ad Assuan, in Egitto, dalla missione EIMAWA coordinata e diretta da Patrizia Piacentini, docente di Egittologia e Archeologia Egizia presso l’Università Statale di Milano, e Abdelmoneim Said, Direttore Generale dello SCA per Assuan e la Nubia. La scoperta è stata fatta durante una lunga missione che ha impegnato gli archeologi tra maggio e ottobre 2021.

Il team congiunto italo-egiziano opera dal 2019 nell’area circostante il Mausoleo dell’Aga Khan, sulla sponda occidentale di Assuan, dove si trovano più di 300 tombe datate dal VI secolo a.C. al IV secolo d.C.

L’ultimo ritrovamento è una grande tomba (denominata AGH032) di epoca greco-romana, che, sebbene saccheggiata nell’antichità, conserva ancora 20 mummie e molti manufatti interessanti.

La tomba era celata da una struttura rettangolare ben conservata che mostra importanti tracce di un misterioso incendio che ha interessato anche la sepoltura. Un’enorme discarica, contenente ossi di animali (principalmente ovini), frammenti di ceramica, ostraca votive e iscritte in geroglifici, copriva la parete est della struttura, suggerendone l’uso come sito rituale: è considerata la prima struttura del suo genere trovata nella necropoli dell’Aga Khan.

In particolare, gli archeologi hanno trovato la mummia di un uomo nei pressi della parete est della struttura e, accanto ad essa, una collana di rame con una tavoletta incisa in greco che riporta il suo nome, Nikostratos: originariamente la mummia era stata deposto nella tomba scoperta  ma poco dopo spostata da antichi tombaroli

Una scala, in parte fiancheggiata da blocchi intagliati e coperta da una volta in laterizio, conduce all’ingresso che era racchiuso da un complesso sistema di lastre e blocchi di pietra posto nel luogo originario eretto sopra la scala. Davanti all’ingresso è stato rinvenuto un grande vaso per le offerte, purtroppo in stato frammentario, che conserva ancora dei semi di sicomoro.

La tomba è composta da un ambiente centrale su cui si affacciano quattro camere funerarie scavate nella roccia. Nell’atrio, di fronte all’ingresso, è stato rinvenuto un sarcofago di terracotta contenente la mummia di un bambino coperto da cartonnage (una sorta di cartapesta di lino o papiro decorata che ricopriva le mummie). La mummia di un altro bambino, trovata in una delle camere funerarie, è stata radiografata e mostra una placca all’interno del torace.

All’interno dei quattro ambienti scavate nella roccia sono state identificate quasi 30 mummie, alcune in eccezionale stato di conservazione, altre con bende e cartonnage manomesse da antichi ladri, che probabilmente hanno utilizzato un coltello che ritrovato tra le mummie stesse. Alcuni corpi mummificati si riferivano a individui anziani affetti da visibile artrite, altri erano di donne o bambini piccoli, compreso un neonato.

La missione italo-egiziana di Assuan ovest ha svolto anche analisi antropologiche e radiologiche su 45 individui scoperti nel 2019 nella tomba AGH026 oltre ai 30 individui rinvenuti nel 2021 nella tomba AGH032. L’obiettivo era valutare l’età, il sesso e le possibili malattie e realizzare una statistica. Una macchina a raggi X portatile è stata utilizzata direttamente sul sito.

Il team ha scoperto che nella tomba AGH026 il 30% degli individui erano bambini, dal periodo neonatale fino a un’età di circa 10 anni. Molti dei corpi rimanenti erano femminili. Sono state trovate almeno tre famiglie (madre, padre e figlio sepolti uno accanto all’altro). Le analisi ossee hanno mostrato che alcuni di loro soffrivano di malattie infettive e di alcuni disordini metabolici. Il femore di un adulto mostrava chiari segni di amputazione alla quale l’individuo doveva essere sopravvissuto poiché vi è evidenza di un callo osteo-riparativo. Altri corpi mostrano segni di artrosi quale causa di morte in età avanzata.

Un’indagine dell’area ha portato alla scoperta anche di numerosi sarcofagi ben conservati, in pietra e argilla, databili dal tardo periodo faraonico al periodo romano. Alcuni di loro mostrano ancora colori vividi: molti di questi manufatti sono oggi conservati in un deposito in attesa di ulteriori studi e analisi.

 

Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università degli Studi di Milano

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