venerdì, 19 Aprile 2024
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LA PRIMA DIFESA CONTRO L’INNALZAMENTO DEL MARE VIENE DAL NEOLITICO

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Nel mare antistante il Parco Nazionale del Monte Carmelo, a nord di Tel Aviv, Israele, gli antichi abitanti del Neolitico hanno costruito una sorta di diga per proteggere il loro insediamento dall’innalzamento del livello del mare, rivelandoci la prima concreta lotta dell’uomo contro l’innalzamento dei mari e contro le inondazioni di migliaia di anni fa.

Un team internazionale di ricercatori dell’Università di Haifa, della Flinders University di Adelaide, in Australia, della Israel Antiquities Authority e della Hebrew University hanno scoperto e analizzato il più antico sistema di difesa costiera conosciuto in tutto il mondo costruito con enormi massi provenienti dai letti fluviali vicino al loro villaggio.

In uno studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE, Ehud Galili, dello Zinman Institute of Archaeology dell’Universita di Haifa, ritiene che la diga marittima, lunga oltre 100 metri, si sia rivelata una misura temporanea e che l’antico villaggio sia stato abbandonato e inondato.

Questa scoperta, però, fornisce nuove intuizioni sulle antiche risposte umane alle attuali minacce poste dall’innalzamento del livello del mare.

Durante il Neolitico, le popolazioni mediterranee avrebbero sperimentato un innalzamento del livello del mare da 4 a 7 mm all’anno o circa 12-21 cm nel corso della vita media di ogni individuo e, secondo Galili, questo tasso di innalzamento del livello del mare avrebbe significato che la frequenza delle inondazioni distruttive che danneggiavano il villaggio sarebbe aumentata in modo significativo.

I cambiamenti ambientali sarebbero stati, dunque, molto evidenti e l’incremento annuale del livello del mare ha reso necessaria una risposta umana che ha comportato la costruzione di un muro di protezione costiero, simile a quello che stiamo vedendo in alcune zone del mondo moderno.

In uno scenario paragonabile, oggi, all’affondamento della capitale dell’Indonesia, Jakarta, l’antica Tel Hreiz è stata costruita ad un’altitudine ritenuta sicura di circa 3 metri sul livello del mare; i costanti aumenti del livello del mare fino a 7 mm all’anno, però, hanno rappresentato una minaccia per i coloni e le loro case .

Jonathan Benjamin, docente di Arte e Scienze sociali alla Flinders University, ha evidenziato che, nonostante l’insediamento di Tel Hreiz sia stato individuato come potenziale sito archeologico già negli anni ’60, le aree rilevanti sonjo state indagate e hanno prodotto manufatti archeologici solo dal 2012.

Benjamin sottolinea che non sono state costruite strutture simili in nessuno degli altri villaggi sommersi della regione, rendendo il sito di Tel Hreiz un esempio unico della risposta umana all’innalzamento del livello del mare nel Neolitico. Il costante aumento del livello del mare ha causato l’erosione costiera delle pianure in tutto il Mediterraneo e, viste le dimensioni numeriche delle popolazioni e degli insediamenti costieri, l’entità dello spostamento della popolazione a causa dell’innalzamento marino ha prodotto notevoli impatti sugli individui durante il periodo neolitico.

Le stime attuali prevedono che l’innalzamento del livello del mare nel XXI secolo varierà da 1,7 a 3 mm all’anno, rappresentando un cambiamento inferiore rispetto alla minaccia subita dalla comunità neolitica che ha eretto l’antica diga marina di fronte al Monte Carmelo. Comunque, molte delle questioni umane fondamentali e il processo decisionale relativo alla resilienza umana, alla difesa costiera, all’innovazione tecnologica e alle decisioni di abbandonare gli insediamenti antichi rimangono rilevanti per affrontare le decisioni moderne.

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

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