lunedì, 10 Febbraio 2025
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INTERESSANTE SEPOLTURA AVVOLTA NEL GESSO INDIVIDUATA NEL CAMBRIDGESHIRE, INGHILTERRA

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In Inghilterra, durante i lavori di raddoppio della A47 da Wansford a Sutton, nel Cambridgeshire, gli archeologi hanno scoperto una necropoli romana con una sepoltura insolita: un cassone in pietra contenente un individuo completamente ricoperto di gesso.

Questa pratica, nota fin dall’epoca romana, consisteva nel frantumare o polverizzare e poi disidratare scaldando a temperature stabilite. La cottura, che determina il tipo del prodotto, ha lo scopo di ridurre fino al grado voluto o eliminare completamente l’acqua di cristallizzazione del gesso; il prodotto ottenuto era versato sulla persona deceduta per creare un calco duro. Questo processo a volte preservava resti organici, come indumenti o un sudario.

Il gesso della sepoltura rinvenuto è frammentario, ma conserva impronte del sudario dell’individuo e ha conservato un piccolo pezzo di tessuto.

Questo tipo di sepoltura è ampiamente noto nei centri urbani romani della Britannia romana,  come York in Inghilterra, che ha 45 sepolture in gesso documentate, ma è raro trovarle in regioni rurali, come nella necropoli rinvenuta.

Secondo Jessica Lowther, archeologa della comunità per Headland Archaeology, la società che ha eseguito lo scavo, ritiene che l’uso del gesso in una sepoltura, materiale costoso, indicherebbe che l’inumato è un un individuo di alto rango.

Il gesso è stato scolpito ad arte e proviene da una cava a circa 50 chilometri di distanza dal sito e sicuramente sarebbe costato una grossa somma acquistarlo e trasportarlo: questi fattori, uniti alla posizione centrale della tomba nella necropoli, indicano ulteriormente che l’individuo sepolto faceva parte di una famiglia importante.

Secondo la dichiarazione, sebbene nel cassone non siano stati rinvenuti oggetti del corredo funerario, gli archeologi hanno rinvenuto, nelle vicinanze, un fine recipiente di vetro che potrebbe essere stato utilizzato per una libagione o una cerimonia in onore del defunto.

La necropoli risale al periodo romano in Britannia, tra il 42 e il 410 d.C.. e sorgeva lungo un’antica strada romana. Durante gli scavi, il team ha rinvenuto 14 tombe attorno alla sepoltura centrale in gesso e ne ha portate alla luce altre sette oltre un fossato di confine.

Curiosamente, la necropoli aveva una varietà di tipi di sepoltura, elemento insolito per un luogo di sepoltura così piccolo. Tra questi c’erano sepolture a cista, che sono rivestite da lunghe pietre; sepolture per cremazione; sepolture con inumato decapitato; sepolture con presenza di chiodi di ferro, che lasciano intuire la presenza di una cassa di legno; e persino una tomba vuota.

Le sepolture sia all’interno che all’esterno del fossato di confine presentavano notevoli corredi funerari, tra cui diversi monili. Una sepoltura, a sud-ovest della tomba in gesso, aveva una serie completa dimonili, a comporre il corredo funerario, posta ai piedi dell’individuo sepolto: di età compresa tra i 16 e i 20 anni, di sesso femminile, come individuato in un’analisi ossea.

Secondo la Lowther, la donna sarebbe stata sepolta con questo tesoretto ai suoi piedi invece di indossarlo perché  potrebbe essere stato destinato alla sua dote. Tra questi manufatti funerari c’erano un bellissimo paio di orecchini d’argento, nove braccialetti in lega di rame, tre anelli in lega di rame, una fascia d’argento e una piastra ovale, che si pensa fossero il gambo e la lunetta di un anello con sigillo.

Un’altra sepoltura con corredo funerario, situata oltre il fossato di confine, apparteneva a un bambino. La tomba di questo giovane conteneva 10 braccialetti in lega di rame, quattro braccialetti in osso, un pettine in osso e anche un paio di orecchini in argento che erano notevolmente simili a quelli della sepoltura della giovane donna.

La somiglianza del corredo funerario non implica  che i due individui siano imparentati, poiché potrebbe anche trattarsi dello stile di un caratteristico artigiano locale.

Ricercatori e archeologi  hanno in programma di studiare i resti, che potrebbero risolvere gli interrogativi legati alla longevità del cimitero e al suo inserimento nel paesaggio circostante, oltre a far luce sulle storie individuali di coloro che sono lì deposti.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

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