martedì, 23 Aprile 2024
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INDIVIDUATA NUOVA SPECIE DI OMINIDE: L’HOMO DI NESHER RAMLA

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I ricercatori dell’Università di Tel Aviv e della Hebrew University di Gerusalemme hanno identificato un nuovo tipo di uomo primitivo dal sito di Nesher Ramla, datato tra 140.000 e 120.000 anni fa.

Secondo i ricercatori, la morfologia degli ominidi di Nesher Ramla condivide caratteristiche sia con i Neanderthaliani (in particolare i denti e le mascelle) che con l’Homo sapiens arcaico o Homo heidelbergensis (in particolare il cranio). Allo stesso tempo, questo tipo di Homo è molto diverso dagli umani moderni: mostra una struttura del cranio completamente diversa, nessun mento eccessivamente pronunciato e denti molto grandi.

A seguito dei risultati dello studio, i ricercatori ritengono che il tipo Homo di Nesher Ramla sia la popolazione di origine da cui si sia sviluppata la maggior parte degli ominidi del Pleistocene medio. Inoltre, suggeriscono che questo gruppo sia identificabile con la cosiddetta popolazione “scomparsa” che si è accoppiata con l’ Homo sapiens che arrivò nella regione circa 200.000 anni, come testimoniato da un recente studio sui fossili trovati nella Grotta di Misliya.

Alla scoperta, pubblicata sulla rivista Science, hanno preso parte diversi team di ricercatori: un team di antropologi dell’Università di Tel Aviv, guidato da Israel Hershkovitz, Hila May e Rachel Sarig della Facoltà di Medicina Sackler, il Dan David Center for Human Evolution and Biohistory Research, situato nel Museo Steinhardt dell’Università di Tel Aviv; anche team archeologico, guidato da Yossi Zaidner dell’Istituto di Archeologia della Hebrew University di Gerusalemme, ha contribuito alla ricerca.

I ricercatori ritengono che l’Homo di Nesher Ramla sia un antenato dei Neanderthaliani in Europa e delle popolazioni arcaiche asiatiche.

Israel Hershkovitz ritiene che la scoperta di un nuovo tipo di Homo sia di grande importanza scientifica. Consente di dare un nuovo senso ai fossili ominidi rinvenuti fino ad oggi, aggiungere un altro pezzo al puzzle dell’evoluzione umana e comprendere le migrazioni degli umani durante la preistoria.

Vissuti nel Tardo Pleistocene ( circa 474.000-130.000 anni fa), i resti dell’Homo di Nesher Ramla, sono stati rinvenuti da Zaidner durante gli scavi di salvataggio nel sito preistorico di Nesher Ramla, nell’area mineraria del cementificio Nesher. Scavando a circa 8 metri di profondità, gli archeologi hanno trovato grandi quantità di ossa di animali, tra cui equini, daini e uri, oltre a strumenti di pietra e ossa umane.

Il team internazionale, guidato dai ricercatori di Tel Aviv e Gerusalemme, ha identificato la morfologia delle ossa come appartenente a un nuovo tipo di Homo, precedentemente sconosciuto alla scienza. Questo è il primo tipo di Homo ad essere definito in Israele e, secondo la pratica comune, prende il nome dal sito in cui è stato scoperto, dunque, Homo di Nesher Ramla.

Hershkovitz aggiunge che la scoperta dell’ominidi di Nesher Ramla sfida l’ipotesi prevalente secondo la quale i Neanderthaliani abbiano avuto origine in Europa. I resti di Nesher Ramla mettono in discussione questa teoria, suggerendo che gli antenati dei Neanderthaliani europei vivevano nel Levante già 400.000 anni fa, migrando ripetutamente verso ovest, verso l’Europa e verso l’Asia.

Per Hila May, nonostante l’assenza di DNA in questi fossili, i risultati di Nesher Ramla offrono una soluzione all’evoluzione dell’Homo: i genetisti che hanno studiato il DNA dei Neanderthaliani europei hanno precedentemente suggerito l’esistenza di una popolazione simile all’Uomo di Neanderthal definendola la “popolazione X” che si era accoppiata con l’ Homo sapiens più di 200.000 anni fa.

Nell’articolo pubblicato su Science, i ricercatori suggeriscono che l’ominide di Nesher Ramla potrebbe rappresentare questa popolazione, finora mancante nella documentazione dei fossili umani. Inoltre, i ricercatori propongono che questi ominidi non siano gli unici del loro genere scoperti nella regione e che alcuni fossili umani trovati in precedenza in Israele, che hanno sconcertato gli antropologi per anni, come i fossili della Grotta di Tabun (datatati a 160.000 anni fa), la Grotta Zuttiyeh (250.000) e la Grotta Qesem (400.000), appartengano allo stesso nuovo gruppo umano ora chiamato Homo di Nesher Ramla.

Secondo i ricercatori, dunque, questo gruppo ominide riserva caratteristiche ben distinte che in una fase successiva migrò in Europa, dove si sarebbero evoluti nei Neanderthaliani “classici”, e anche in Asia, dove divennero quelle popolazioni arcaiche con caratteristiche simili ai Neanderthaliani.

La storia dell’evoluzione dell’Uomo di Neanderthal sarà, quindi, raccontata in modo diverso dopo questa scoperta: l’Europa non era il rifugio esclusivo dei Neanderthaliani che, occasionalmente, si diffondevano nell’Asia occidentale. E’ altamente probabile che ci fosse uno scambio più importante in Eurasia e che il Levante sia stato, geograficamente, un punto di partenza cruciale o una testa di ponte, per questo processo evolutivo.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Tel-Aviv

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