domenica, 8 Dicembre 2024
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INDIVIDUATA STRUTTURA PRODUTTIVA DELL’UOMO DI NEADERTHAL PER PRODURRE CATRAME, GIBILTERRA

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Uno studio, pubblicato sulla rivista Quaternary Science Reviews, ha descritto la prima struttura produttiva utilizzata dai Neanderthaliani a Gibilterra, circa 60.000 anni fa. Questa struttura, sotto forma di una fossa scavata nel terreno nella Grotta Vanguard, sarebbe stata utilizzata per estrarre e produrre resine vegetali. I risultati sono altamente significativi in ​​quanto rivelano livelli complessi di cognizione nei Neanderthaliani, indicando che comprendevano le piante che dovevano selezionare e il complesso processo industriale richiesto per produrre catrame.

I Neanderthaliani utilizzavano il catrame ricavato da piante legnose come adesivo per l’impugnatura di punte di pietra su aste di legno, realizzando lance da usare per la caccia d’agguato. Finora, non si sapeva esattamente come ottenessero effettivamente il catrame necessario per l’impugnatura. Studi teorici avevano proposto due metodi con cui questo catrame avrebbe potuto essere prodotto.

Un metodo era semplice e di bassa produttività: prevedeva la combustione, all’aria aperta, di corteccia di betulla. Un secondo metodo, più complesso, avrebbe richiesto il riscaldamento anossico di frammenti di piante legnose, come la betulla. Questo secondo metodo richiedeva che i frammenti di piante legnose fossero sepolti e riscaldati con il fuoco, isolati dall’ossigeno, in modo che trasudassero resina senza che il legno prendesse fuoco. Quale dei due metodi fosse utilizzato aveva grandi implicazioni per quanto riguarda le capacità cognitive dei Neanderthal, poiché il metodo più complesso richiedeva un alto livello di organizzazione e pratica.

I risultati dello studio supportano le previsioni teoriche riguardanti l’uso del metodo di riscaldamento anossico. La struttura che è stata scoperta nella Grotta Vanguard, a Gibilterra, assomiglia a una semplice cavità nel sedimento della grotta e la sua semplicità potrebbe spiegare perché tali strutture potrebbero non essere state riconosciute in passato. È solo ora, dopo un’ampia gamma di analisi che hanno coinvolto la collaborazione di un team interdisciplinare, che è stato possibile dimostrare l’uso della fossa come camera per il riscaldamento anossico.

La struttura del focolare pubblicata in questo articolo è stata scoperta durante gli scavi nella Grotta Vanguard, a Gibilterra, che fa parte del complesso delle Grotte di Gorham, che è stato iscritto come sito patrimonio mondiale dell’UNESCO, come parte dell’elenco dei siti del Regno Unito, nel 2016. La Grotta Vanguard ha dimostrato, ancora una volta, che le sue particolari condizioni ambientali, il risultato del rapido avanzamento di una duna di sabbia che ha sigillato le prove materiali, hanno permesso la conservazione unica di istantanee di attività dei Neanderthaliani.

La ricerca è stata condotta sotto la direzione del Gibraltar National Museum, responsabile del sito patrimonio dell’umanità, in collaborazione con l’Università di Murcia e l’Instituto Andaluz de Ciencias de la Tierra (CSIC). In totale, lo studio ha richiesto la partecipazione di un gruppo di 31 ricercatori provenienti da sei paesi e ha coinvolto oltre 15 discipline diverse, tra cui paleobotanica, archeologia, icnologia, geochimica, mineralogia ed ecologia, per dimostrare che la struttura poteva essere stata realizzata solo dai Neanderthaliani circa 60.000 anni fa.

Sono stati utilizzati metodi diversi per confermare la funzione della struttura. Tra questi, una attività di archeologia sperimentale ha dimostrato che la fossa, comprese le sue dimensioni, erano compatibili con l’estrazione del catrame. Sembra, dai risultati ottenuti, che il catrame sia stato estratto dalla gomma di cisto ( Cistus ladanifer ) anziché dalla betulla. La betulla sarebbe stata un albero raro in queste latitudini mediterranee, mentre i cisti sarebbero stati abbondanti. Vale la pena notare che il labdano ottenuto da questi cisti è stato utilizzato nei profumi, come sciroppo per la tosse o persino come antisettico fino al XX secolo.

Il rapido avanzamento della duna di sabbia ha facilitato la “sigillatura” della struttura, con un’eccellente conservazione dei granuli di polline e delle spore, che hanno permesso di confermare le condizioni ecologiche esterne alla grotta in quel momento.

Il territorio di caccia dei Neanderthal si trovava sulla piattaforma costiera, ora sommersa, al largo del lato orientale di Gibilterra e si estendeva fino a 4,5 chilometri dalle grotte. In precedenza era stato descritto come un “Serengeti mediterraneo”. Era costituito da un sistema di dune di sabbia con boschi sparsi di pini domestici e boschetti di vegetazione mediterranea e laghi stagionali. Attraeva una fauna diversificata che includeva cervi rossi, stambecchi, cavalli selvatici, uri (bovini ancestrali) e cinghiali.

I Neanderthaliani avrebbero infilzato le loro punte di pietra lavorate con cura (tipicamente realizzate con selci e quarziti) su aste di legno, utilizzando il catrame che avevano prodotto, trasformandole in armi letali che usavano per tendere agguati a questi animali. Potrebbero anche averle usate per difendersi dai numerosi predatori pericolosi che vagavano in questo antico paesaggio: leoni, leopardi, iene maculate, lupi e orsi bruni.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: HM Government of Gibraltar

Neanderthal Penisola Iberica

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