venerdì, 19 Aprile 2024
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IL PIU’ ANTICO OLIO ITALICO

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Dopo la notizia sulla scoperta dei resti del più antico vino italico, giungono notizie sorprendenti anche sul più antico olio italico!

Un vaso di ceramica dall’originale forma a uovo decorato con motivi a forma di stella marina si è scoperto che conteneva una delle antiche e recenti prelibatezze della cucina mediterranea: il più antico olio d’oliva mai registrato in Italia!

Un nuovo studio realizzato da un team di ricercatori della University of South Florida hanno realizzato al scoperta dopo aver analizzato i residui di materiale organico color oro rinvenuti in alcuni preziosi manufatti ceramici rinvenuti a Castelluccio di Noto, in Provincia di Siracusa, un sito archeologico in Sicilia.

Davide Tanasi, assistente di storia presso l’Università del Sud della Florida, già protagonista della scoperta dell’antico vino, ritiene che i manufatti ceramicici sono databili alla fine del III e all’inizio del II millennio a.C., durante la prima Età del Bronzo. La sorpresa è arrivata grazie alle analisi chimiche condotte sui residui organici trovati all’interno dei vasi per comprendere il tipo di utilizzo dei contenitori.

Come le più importanti scoperte, anche questa è avvenuta quasi per caso. L’archeologo del team, Giuseppe Voza, ha trovato i frammenti dei manufatti ceramici mentre dirigeva gli scavi a Castelluccio, un antico sito risalente all’Età del Bronzo, già negli anni ’90. Durante lo scavo, gli archeologi hanno identificato un sito su un costone roccioso con 12 capanne e il vaso proveniva da una di quelle capanne.

Durante i vari passaggi tra i magazzini museali, l’antico vaso ha subito ulteriori danni e i conservatori del Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa, hanno restaurato e ricomposto gli oltre 400 frammenti di ceramica, ricostruendo il contenitore per l’olio d’oliva, alto un metro e mezzo, che un antico artigiano aveva decorato con motivi che rappresentano una stella marina o un fasciame di corde intrecciate e tre anse verticali su ciascun lato.

Gli archeologi hanno anche ritrovato due bacini ceramici, sempre frammentati, con divisori interni, suggerendo che questi manufatti potessero essere utilizzati per contenere più sostanze. Tre i reperti della capanna, anche trovato un grande piano di cottura in terracotta.

I risultati dello studio mostrano che i tre contenitori di ceramica hanno residui organici contenenti acido oleico e linoleico, che identificano la chiara presenza dell’olio d’oliva.

Prima di questo nuovo ritrovamento, i contenitori ceramici di stoccaggio più antichi giunti fino a noi e che mostrano le tracce dell’olio d’oliva, provengono, in Italia, dalle città di Cosenza e Lecce che risalirebbero all’Età del Rame, tra XII e XI secolo a.C.

Tuttavia, le scoperte dell’olio d’oliva italiano non sono le più antiche presenze del Mediterraneo. Una precisa analisi di vasi di argilla risalenti a 8000 anni or sono, rinvenuti a En Zippor,i nella regione della Bassa Galilea, nel nord di Israele, ha rivelato le più antiche presenze dell’olio d’oliva. Questa scoperta supporta ricerche che suggeriscono che gli olivi sarebbero, dunque, stati addomesticati tra i 6000 e gli 8000 anni fa.

Il nuovo studio è stato pubblicato lo scorso 7 maggio sulla rivista Analytical Methods della Royal Society of Chemistry.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

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